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La Comune di Ferrara | Femminile, Plurale, Partecipata

admi2 | 28 Mag 2024

FERRARA E IL “SUO” PETROLCHIMICO

La storia del Novecento ferrarese è indissolubilmente legata a quella dei primi insediamenti industriali nella zona Nord-Ovest, che ne hanno determinato lo sviluppo futuro e e sono stati il nucleo della trasformazione di Ferrara da città basata su un’economia agricola a realtà industriale di peso internazionale.

I prodromi del Petrolchimico di Ferrara risalgono al 1939, quando nell’area si insediò la fabbrica SAIGS, che nel 1942 avviò in Italia il primo impianto di produzione di gomma sintetica, dalla capacità di 8.000 tonnellate annue. Una curiosità: il materiale di base era l’alcool prodotto dalla distillazione del melasso di zucchero e della barbabietola, materie prime rinnovabili, anticipando di decenni quello che oggi è un trend ormai consolidato nella produzione delle cosiddette bioplastiche. Tra coloro che collaborarono a creare l’industria italiana della gomma sintetica, c’era un giovane e promettente professore di chimica, Giulio Natta, che tanto lustro diede poi al futuro Petrolchimico di Ferrara grazie alle sue invenzioni.

Dopo la seconda guerra mondiale, il Petrolchimico dovette rinascere letteralmente dalle fondamenta: la Pirelli e l’IRI, che possedevano la SAIGS, cedettero progressivamente lo stabilimento alla Montecatini, che ne divenne proprietaria al 100% nel 1954.

Va notato che quando parlano del Petrolchimico,  i ferraresi lo chiamano ancora oggi “la Montecatini”, o al massimo “la Montedison”, società ormai scomparse da decenni.

Nel 1954 iniziò l’avventura del polipropilene isotattico, meglio noto come MOPLEN: Il Prof. Giulio Natta, tra i pionieri della allora giovane scienza della chimica delle macromolecole, sviluppò una nuova categoria di catalizzatori partendo dagli studi del Prof. Ziegler, con cui aveva collaborato. Questi catalizzatori presero il nome degli inventori (Ziegler-Natta) e sono ancor oggi noti ed utilizzati in tutto il mondo per la produzione di poliolefine, la categoria di materie plastiche maggiormente rappresentata, che costituisce il 50% della produzione mondiale.

L’11 Marzo 1954 Giulio Natta scrisse sul suo taccuino “fatto il polipropilene”: una frase semplice, che ne esalta la grandezza intellettuale, per una invenzione che avrebbe rivoluzionato il mondo.

Lo studio e l’invenzione dei catalizzatori è di una tale portata scientifica che ai suoi inventori, Karl Ziegler e Giulio Natta, fu assegnato il Premio Nobel per la chimica nel 1963, l’unico conferito ad uno scienziato italiano.

Nel 1957, a soli tre anni da quell’invenzione da premio Nobel, venne avviato a Ferrara il primo impianto al mondo di produzione di polipropilene isotattico. E qui si innesta la storia del Centro Ricerche del Petrolchimico di Ferrara e delle sue scoperte e invenzioni: la Montecatini, titolare dei brevetti a livello mondiale per la produzione di polipropilene, non possedeva i mezzi finanziari per costruire impianti in tutto il mondo, perciò adottò la strategia di concedere in licenza il proprio know-how, le proprie conoscenze, e con il ricavato finanziare la ricerca e la propria espansione industriale. Così a Ferrara si instaurò un modello economico basato sulla ricerca continua, per essere sempre un passo avanti rispetto ai competitori.

Ciò che distingue profondamente il Petrolchimico di Ferrara dagli altri stabilimenti petrolchimici è la profonda interazione esistente tra ricerca di base, ricerca applicata, sviluppo di nuove tecnologie e applicazioni e produzione industriale: al Centro Ricerche “Giulio Natta” di Ferrara opera un pool di tecnici e scienziati di oltre 400 persone, altamente specializzate. L’attività di ricerca è continuata fino ai giorni nostri, dando luogo a decine di migliaia di brevetti che contribuiscono ad alimentare la ricerca stessa.

Venendo al giorno d’oggi, il tema su cui si interrogano società e cittadini è come poter gestire i problemi creati dall’enorme incremento dell’utilizzo delle materie plastiche, in particolare quelle derivanti dalle invenzioni di Giulio Natta e dei suoi allievi.

Come scrive l’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA), le sfide poste dalla plastica sono dovute in larga misura al fatto che i nostri sistemi di produzione e di consumo non sono sostenibili. La pandemia e i cambiamenti climatici hanno richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica sul problema causato dai rifiuti in plastica. La strategia migliore deve chiaramente prevedere il passaggio a un’economia della plastica che sia fondamentalmente sostenibile e circolare, e a un suo utilizzo molto più responsabile, incentivando il riuso e il riciclaggio.

Nel 2018, la Commissione Europea ha presentato la prima strategia globale sulla plastica (seguita nel 2019 dalla direttiva sui prodotti di plastica monouso) in ottica di economia circolare, che delinea l’approccio dell’UE nell’affrontare le problematiche poste da tale materiale.

La relazione dell’AEA ipotizza tre percorsi per il futuro: un uso più intelligente dei materiali plastici, una maggiore circolarità e il ricorso a materie prime rinnovabili. Adottate insieme, queste strategie possono favorire un processo di utilizzo sostenibile e circolare.

Di nuovo entra in campo il ruolo della ricerca scientifica: oltre a ricorrere alla raccolta differenziata e alla macinazione dei rifiuti plastici per dare alla materia prima una seconda vita, all’interno del Centro Ricerche “Giulio Natta” di Ferrara si studia come ‘smontare’ le molecole di plastica invertendo il meccanismo di polimerizzazione per riottenere la materia prima originaria, così da creare un circolo virtuoso che non disperde nell’ambiente la preziosa risorsa di cui sono costituite le materie plastiche, ma la rigenera creando nuova plastica, sempre meno legata alle fonti fossili.

La Comune di Ferrara guarda con favore alle risorse di conoscenza, studio e ricerca presenti al Petrolchimico di Ferrara, all’interno del quale le parole d’ordine che caratterizzano il vivere quotidiano – cambiamento climatico, transizione ecologica, economia circolare – sono ormai diventate patrimonio delle società che operano al suo interno in virtù di una nuova consapevolezza, quella che i prodotti dell’economia dovranno essere sempre più legati alla sostenibilità.

Il futuro del Petrolchimico di Ferrara è sempre più inserito in un’ottica di processi circolari di lunga durata, come ad esempio il riciclo della plastica, e tutto il mondo, soprattutto l’Occidente, ha già preso quella direzione.

La Comune di Ferrara intende promuovere legami più stretti tra gli Istituti Tecnici, l’Università, le società che operano all’interno del Petrolchimico e le società che gestiscono i servizi pubblici locali del territorio per creare nuove opportunità di transizione verde legate alla nuova economia del riciclo integrale della plastica, dopo che il Petrolchimico di Ferrara è stato per decenni il centro di eccellenza a livello mondiale delle materie plastiche tradizionali.

Enrico Beccarini

Ingegnere

Candidato per la lista de La Comune di Ferrara