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La Comune di Ferrara | Femminile, Plurale, Partecipata

Cortile trasformato in parcheggio. Zonari deposita interrogazione bis

La consigliera de La Comune di Ferrara torna alla carica sull’area cortiliva ceduta da Acer a un privato dopo le insoddisfacenti risposte di Lodi

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Arriva l’interrogazione bis de La Comune di Ferrara che aveva già annunciato di non essere soddisfatta della risposta dell’assessore Nicola Lodi rispetto al problema sollevato dell’area cortiliva tra via Cassoli, corso Piave e via Fiume. Un’area ceduta da Acer a un privato cittadino, dopo che i condomini non hanno concluso l’acquisizione, che pare abbia intenzione di utilizzarla per realizzare stalli di parcheggio da affittare a privati.

Le domande che il gruppo con la consigliera Anna Zonari pone all’assessore e per le quali ritiene necessaria una risposta urgente sono: “Se l’acquirente privato, che ha acquistato l’area cortiliva in oggetto e ha già provveduto a recintarla, abbia presentato un progetto di trasformazione dell’area, cosa questo preveda e se l’Amministrazione abbia già rilasciato autorizzazioni al riguardo? Quali provvedimenti il Comune di Ferrara intenda assumere per preservare le funzioni ecosistemiche e sociali che l’area ha svolto fino ad ora? Si ritiene di interpellare la Sopraintendenza al riguardo?”

Si tratta di quesiti già posti e ora riproposti perché la risposta all’interrogazione di Lodi sarebbe: “…si ritiene che l’Azienda Casa Emilia Romagna (Acer) di Ferrara abbia già fornito esaustivo riscontro riguardo le richieste della Consigliera Anna Zonari, così come riportato dall’articolo del quotidiano locale ‘la Nuova Ferrara’ pubblicato sabato 10 luglio u.s. dal titolo ‘Sul cortile comune decide la proprietà’ a pagina 16”.

Acer, appena avuto notizia della prima interrogazione della consigliera, aveva inviato una nota a tutte le redazioni nella quale spigava come si era arrivati alla vendita ad un privato piuttosto che a quella ai condomini. Quella di non acquistare sarebbe infatti stata una loro scelta. Ciò che manca, e a cui Acer non può rispondere, sono le domande fin da subito rivolte all’amministrazione prendendo in causa i regolamenti comunali.

Zonari ricorda che “per contrastare inquinamento, ondate di calore e promuovere interventi intersettoriali per la vivibilità, la salute e il benessere urbano, la Regione, nell’ambito del Piano Nazionale della Prevenzione – Pnp (Intesa Stato-Regioni e PP.AA. del 6 agosto 2020) – Macro-obiettivo 5 ‘Ambiente Clima e salute’, ha recentemente pubblicato un ‘documento guida’, che lega indicatori di salute a indicatori ambientali e territoriali, per orientare la lettura e la definizione dei piani urbanistici nell’ottica della salute pubblica”. Inoltre “la Strategia dell’Unione Europea per le Infrastrutture Verdi promuove la creazione e lo sviluppo di reti di infrastrutture verdi e blu a partire da quelle esistenti, capaci di contrastare condizioni di fragilità e al contempo di massimizzare la biodiversità e la produzione di servizi ecosistemici, anche in ambito urbano, in sintonia con le strategie europee su Green Infrastructure (2013) e Biodiversity (2020), con la Carta di Bologna per l’Ambiente (2017), con il Piano Europeo per l’ambiente European Green Deal (2019) e il Next Generation Eu”.

Tematiche presenti anche nel Regolamento del Verde pubblico e privato del Comune di Ferrara che all’articolo 1 afferma: “Il verde urbano […] svolge importanti funzioni climatiche ed ecologiche, urbanistiche e sociali. Contribuisce al miglioramento della qualità urbana […], svolge funzioni essenziali per la salute pubblica contrastando l’inquinamento atmosferico, termico ed acustico”, e all’Art.4 che “Le alberature aventi circonferenza del tronco superiore a cm 60, le piante con più tronchi se la somma delle circonferenze supera i cm cm 60, misure rilevate ad 1 m dal suolo, devono essere rigorosamente conservate”.

La consigliera ricorda che “nell’area in questione sono stati affissi dei cartelli che pubblicizzano la vendita e/o l’affitto di posti auto non pertinenziali; cosa che comporterebbe l’ottenimento di un’autorizzazione rilasciata dall’Ufficio tecnico del Comune (attraverso una SCIA o un Permesso di Costruire che garantisca il rispetto di tutte le normative urbanistiche, edilizie e ambientali applicabili), compreso un nulla osta da parte dell’Ufficio Verde”.

“Un parcheggio nell’area cortiliva – aggiunge – aumenterebbe ulteriormente i livelli di inquinamento (in quanto altre auto si sommerebbero a quelle dei residenti) e le temperature di calore estivo, riducendo i benefici ecosistemici dovuti a piante già grandi capaci di garantire ombreggiatura e conseguente riduzione delle temperature”.

Nota quindi che “estrapolando i dati delle centralina Arpae di Corso Isonzo, ovvero molto vicina all’area in questione, relativi al periodo dal 1/1/2018 a maggio 2024, emerge che su 2163 valori medi giornalieri, 321 risultano oltre il limite di 50 µg/m³ (cioè 15% dei casi), limite che per legge non deve essere superato più di 35 giorni/anno (35/365 = 9,5% dei casi)”. E ancora, estrapolando i dati dal sito del Comune, “relativamente a Corso Isonzo, grazie alle centraline sperimentali installate nell’ambito del progetto Air Break, indicano, per il periodo dal 17/9/2021 a sabato scorso, che il valore di 50 µg/m³ (che però è la soglia riferita alla media giornaliera) è stato superato in 2500 casi su 21mila (cioè 12%), quindi sempre superiore al limite di legge del 9,5%”.

Infine, scrive Zonari, “in data 30 agosto 2011, la Soprintendenza  per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Ravenna, Ferrara, Forlì/Cesena Rimini ha chiarito per iscritto che ‘i quattro palazzi posti all’incrocio di Corso Piave e Via Fiume risultano tutelati ai sensi dell’articolo 10 del D,Lg. 42-2004 in virtù del D.D.R. del 4/11/2005; pertanto ogni intervento, specialmente in facciata e negli spazi comuni dell’immobile, interni o esterni, deve essere regolarmente autorizzato da questa Soprintendenza ai sensi dell’art. 21 del medesimo Decreto 42-2004′”. Per questo “l’area è ad alto potenziale archeologico, per cui valgono le disposizioni di cui all’art. 107. 2.2.4 del RUE vigente”.

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