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La Comune di Ferrara | Femminile, Plurale, Partecipata

Consiglio interrotto. Zonari: “Chi è parte delle istituzioni deve per primo rispettarle”


La consigliera de La Comune protocolla una mozione nella quale sostiene essere “inaccettabile che il Consiglio comunale degeneri in un contesto di grave disordine, dove lo scambio di insulti tra cittadini e il sindaco diventi normale”

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Dopo Marzia Marchi (M5S) anche Anna Zonari (La Comune di Ferrara) propone una mozione, con riferimento all’interruzione del Consiglio comunale del 24 marzo, nella quale stigmatizza il comportamento del sindaco Alan Fabbri mentre, a differenza della collega, usa toni più assolutori verso il presidente del Consiglio comunale Federico Soffritti.

“Chi è parte delle Istituzioni – scrive – deve per primo rispettarle, ponendo compiutamente in essere le regole alla base delle stesse”. Così Zonari impegna “i consiglieri e le consigliere, il presidente del Consiglio comunale, il sindaco e la giunta ad agire sempre, in ogni circostanza, nel pieno rispetto di Statuto e Regolamento del Consiglio comunale di Ferrara, al fine di esaltare il ruolo delle Istituzioni democratiche garantendo un clima di rispetto sostanziale e per rappresentare un reale punto di riferimento e un esempio per l’intera comunità”.

La consigliera, per prima cosa, ricorda passo passo ciò che è avvenuto dopo la presentazione delle due mozione e un odg sul riconoscimento dello Stato di Palestina da parte di Marzia Marchi per il Movimento 5 Stelle, Massimo Buriani (Pd) a nome oltre che del suo partito anche della Civica Anselmo e de La Comune di Ferrara e Iolanda Madeo (Fd’I) per la maggioranza.

“All’avvio del dibattito – scrive -, un piccolo gruppo di persone, presente già in precedenza nello spazio dedicato al pubblico, ha srotolato striscioni e manifesti pro Palestina e gridato “Vergognatevi!”, “ Terrorista è lo Stato di Israele”, “Assassini, assassini”.

“Mentre la polizia locale – ricorda Zonari – , ai sensi del regolamento, all’art. 71 comma 1 interveniva prontamente per rimuovere striscioni e manifesti e invitare chi urlava e chi registrava e/o riprendeva ad uscire dall’Aula, il Presidente del Consiglio Comunale, ha comunicato: ‘La seduta è sospesa’, ‘La seduta è sospesa’, ‘Abbandoniamo l’aula’ e, poco dopo, ‘Il consiglio è terminato’”.

Nella mozione viene anche ricordato che il sindaco “fino a poco prima non presente fisicamente in aula e collegato da remoto”, ha preso parola “dopo che il Presidente del Consiglio Comunale ha dichiarato terminata la seduta” e, “ignorando di fatto le decisioni prese dallo stesso”, ha iniziato a “urlare ‘Terroristi’, ‘Terroristi’, ‘Siete filo terroristi’, ‘Andè a cà vostra’”.

Poco dopo lo stesso Fabbri ha lasciato la sua postazione avvicinandosi ai manifestanti “proseguendo le accuse e gli insulti reciproci”.

La consigliera ricorda dunque che in nessuna sua parte il regolamento, “prevede che il sindaco possa sostituirsi al presidente del Consiglio comunale nel gestire il rapporto con un pubblico non rispettoso del Regolamento”. Quest’ultimo “ha la funzione di mantenere l’ordine del consiglio comunale e la sua decisione di sospendere e successivamente chiudere la seduta rientra nell’ambito delle sue responsabilità per il mantenimento dell’ordine pubblico, nonché da una valutazione sulla possibilità di ripristinare un clima consono al dibattito democratico in tempi ragionevoli”.

“Il corretto funzionamento di un consiglio comunale – aggiunge – si basa sulla collaborazione e sul rispetto reciproco dei ruoli tra il Presidente del Consiglio e il Sindaco e una incongruenza tra le decisioni prese dal Presidente (di terminare la seduta) e la decisione del Sindaco (di interloquire con i manifestanti, esacerbando il conflitto) può essere interpretato come una mancanza di rispetto per l’autorità del presidente e per il ruolo di quest’ultimo nella gestione dell’assemblea”.

Così Fabbri, “in quanto responsabile dell’amministrazione, avrebbe dovuto agire, in conformità con le leggi e i regolamenti, per contribuire a mantenere un comportamento istituzionale e improntato alla moderazione e alla tutela dell’ordine pubblico”.

Ricorda inoltre che “l’utilizzo da parte del Sindaco di termini quali ‘terroristi’ o ‘filo-terroristi’ per descrivere i manifestanti, nonché l’accusa di ‘complicità’ rivolta ad alcuni consiglieri di minoranza, oltre a non trovare alcun fondamento nella realtà dei fatti, rappresentano un’ingiustificata criminalizzazione di persone che stavano esercitando il proprio diritto di manifestare, seppur in modalità verbalmente aggressive e non consone al regolamento del consiglio”.

“L’uso – prosegue -, da parte del Primo Cittadino, di un linguaggio così grave e stigmatizzante contribuisce a polarizzare il dibattito, delegittimare il dissenso e danneggiare il clima di rispetto e collaborazione all’interno del consiglio comunale, oltre a ledere l’immagine dell’intera istituzione”.

“È inaccettabile – conclude Zonari – che il Consiglio Comunale degeneri in un contesto di grave disordine, dove lo scambio di insulti tra cittadini e il sindaco diventi normale, e dove numerosi consiglieri di maggioranza e membri della Giunta si comportino come una tifoseria acclamante ed applaudente, utilizzando persino i propri telefoni cellulari per riprendere la scena”.

Pubblicato

5 Aprile 2025

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