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La Comune di Ferrara | Femminile, Plurale, Partecipata

In giallo: Botti. Rosso: Anselmo. Fucsia: Zonari. Blu: Fabbri. In grigio: astenuti.
Piergiorgio Cipriano – Michele Nani | 26 Lug 2024

Alcuni elementi di riflessione sul voto ferrarese del giugno 2024

Piergiorgio Cipriano – Michele Nani (1)

Disclaimer

L’intento principale di questi elementi di riflessione è soprattutto una considerazione di metodo: a Ferrara come in ogni altro pezzo di mondo, oggi come nel passato, non si può riflettere sulla politica e dunque su uno dei suoi aspetti, il comportamento elettorale, senza conoscere il più ampio contesto che la esprime, le sue strutture e le sue dinamiche. L’“analisi del voto” dovrebbe rimandare, non tanto a “opinioni” più o meno illuminate e nemmeno a meccaniche descrizioni di “fatti” e “dati”. Dovrebbe invece porre domande esplicite e tentare risposte prudenti, operazione che non può che essere radicata in forme di conoscenza scientifica del sociale. Non siamo sociologi e nemmeno specialisti di analisi elettorali: abbiamo formazioni diverse, in discipline storiche e del progetto, maneggiamo da autodidatti statistiche e analisi spaziali. Qui ci limitiamo a suggerire, consapevoli dei nostri limiti, alcuni interrogativi, provando a gettare le basi di qualche analisi del tutto provvisoria, che solo il dibattito e l’intelligenza collettiva che ne deriva potranno confermare, precisare o respingere (2).

La terra non vota, le persone sì (come “mappare” i risultati elettorali)

Ci sono diversi modi di rappresentare un risultato elettorale sotto forma di mappa. Alcuni sono meno corretti di altri.

Figura 1

Esempio 1 – Mappa dei risultati per sezioni elettorali rappresentate come poligoni

Qui sopra è raffigurata la classica mappa coropletica (3)  che mostra le 160 sezioni elettorali di Ferrara colorate a seconda della lista più votata alle elezioni amministrative 2024. La mappa è basata sui voti di lista (4) disponibili nel portale open data del Comune di Ferrara. Questa mappa è concettualmente sbagliata, perché usa come elemento geografico la superficie territoriale delle sezioni elettorali. Ed è sbagliata anche perché non rappresenta correttamente la localizzazione degli elettori.
Esistono diversi interventi (studi, ricerche, articoli e post online) che suggeriscono modi più corretti per rappresentare un risultato elettorale. Abbastanza noti sono quelli relativi alle elezioni USA:

  • Land Doesn’t Vote, People Do: This Electoral Map Tells the Real Story (5)
  • Our Maps Shouldn’t Lie About Our Votes (6)

Figura 2

Esempio 2 – Mappa risultati per sezioni elettorali rappresentate come centroidi

Figura 3

Per esempio, usando QGIS (software gratuito e open source (7)) si possono trasformare le aree delle 160 sezioni elettorali in “centroidi” (cioè punti che rappresentano il baricentro geometrico dell’area). In questo modo si può ottenere la mappa qui sopra; i colori sono gli stessi (blu per “Civica Fabbri” e rosso per “PD”) ma i centroidi delle sezioni elettorali sono più o meno grandi a seconda del numero di votanti (dato presente nel dataset pubblicato dal Comune nel portale open data).

Volendo, si potrebbero anche usare gli indirizzi (altro dataset geografico disponibile nel portale open data del Comune (8)), così come fatto qualche anno fa da Fondazione ISI e Politecnico di Milano (9).

Nel caso di Ferrara, per ciascun indirizzo è possibile stimare il numero di residenti, incrociando la localizzazione dei numeri civici con la distribuzione della popolazione residente a fine. 2023 (dati aggregati su griglia esagonale) (10) .

Ingrandendo sul centro urbano vedremmo questo: ogni punto rappresenta un indirizzo ed è più o meno grande a seconda della stima di residenti (con la solita colorazione blu-rosso a seconda della lista vincitrice).

Figura 4

Un’altra tecnica, forse poco utile nel caso di Ferrara, è quella dei cartogrammi.

Figura 5
In questo caso (con ScapeToad (11) o plugin gratuiti di QGIS (12)) è possibile generare una mappa in cui l’area delle sezioni elettorali non corrisponde alla superficie reale ma è distorta in base al numero di votanti.

A scale più dettagliate è infine conveniente mostrare diagrammi come quelli a destra: in ciascuna sezione elettorale è raffigurato un diagramma a torta con la divisione percentuale dei voti raccolti dalle quattro coalizioni.

Figura 6

Per gli esempi mostrati qui sopra sono stati utilizzati i seguenti dataset, disponibili nel portale open data del Comune di Ferrara:

  • Risultati elezioni comunali 2024 voti lista (13)
  • Numeri civici (14)
  • Distribuzione popolazione 2023 GDPR (15)

L’astensione

Stando ai dati pubblicati dal Comune di Ferrara nel suo sito (16), il territorio conta 106.000 elettori amministrativi (17), 50.000 maschi e 56.000 femmine, squilibrio che si deve in tutta probabilità alla maggiore longevità femminile. Gli aventi diritto al voto sono circa l’82% dei 129.000 abitanti del Comune: i minorenni (fatto salvo qualche escluso dal voto per altre ragioni) sono dunque meno di un quinto della popolazione residente, notoriamente una fra le più anziane del Paese.
Si sono recate al voto 72.000 persone, 34.000 maschi e 37.000 femmine (18): il 67% del totale, per i maschi come per le femmine. La differenza fra i sessi è di pochissimo inferiore allo 0,6%, dunque ai nostri fini irrilevante.
Nonostante un certo sussulto alle precedenti elezioni amministrative, anche in un territorio storicamente caratterizzato da una spiccata propensione a recarsi alle urne la tendenza dell’affluenza al voto è calante: era risalita al 71% nel 2019, circa due punti in più rispetto al 69% del 2014, ma in precedenza era molto più alta, il 77% nel 2009 e l’81% nel 2004 (dati reperiti variamente in rete in mancanza di meglio).

Non va trascurato l’effetto di trascinamento alle urne determinato dell’accorpamento con le elezioni europee (19). Per questa consultazione il confronto fra Ferrara e gli altri comuni della provincia, con aventi diritto leggermente ridotti (104.000), ne fa la più “votante” dopo Voghiera, ove ha votato il 70% contro il 68% nel capoluogo, mentre in provincia il fanalino di coda è Comacchio con il 36%. Si perdono 5 punti dalle precedenti europee (2019: 73%) e perde meno, in provincia, solo Voghiera (-4%), mentre la maggior perdita (-16%) si riscontra a Goro. Fra i comuni capoluogo di provincia circostanti, a Ferrara si vota di più e si perde di meno: si fa meglio di Mantova 49% (-9 sulle precedenti), Ravenna 52% (-9), Bologna 57% (-6) Rovigo 61% (-8), Modena 63% (-7) (tutti i dati dal sito del ministero competente (20)).
Se si allarga l’unità, il dato complessivo provinciale dell’affluenza alle europee (59%) invece non spicca come quello del comune capoluogo: la precedono di poco le provincie di Modena e Bologna al 60% e segue di poco quella di Ravenna al 58%, mentre risultano più staccate Rovigo al 53% e Mantova al 52%. Quanto ad aggregazioni superiori l’Emilia-Romagna è in linea con la provincia estense (59%), sono invece sotto la Lombardia (55%) e il Veneto (52%). Il dato nazionale è nettamente inferiore: 49%, dieci punti sotto e soprattutto sotto la soglia della metà degli aventi diritto, con la maggioranza degli italiani che si astiene. Rispetto alle precedenti europee (2019), in provincia si perdono 8 punti (allora 67%), similmente al dato nazionale (-7, allora 56%) e alla regione Emilia-Romagna (-8 : 67%), meno di Lombardia (-9: 64%) e Veneto (-11: 63%). Quanto alle province confinanti: fa leggermente meglio solo Bologna (-7: allora 67%), peggio Modena e Ravenna (-9: 69% e 67%), Rovigo e Mantova (-10: 63% e 52%).

Tornando ai dati delle elezioni amministrative, data la differenza di oltre 2000 elettori in più, ci si astiene maggiormente rispetto alle europee (poco più di un punto percentuale: affluenza al 67,6 contro il 69% delle differenti basi di aventi diritto) ma si annulla meno la scheda (in proporzione ai votanti, poco meno della metà: 2,2 contro 4%, sulla base dei rispettivi votanti): ne escono 70.698 voti validi contro i 69.322 delle europee, che corrispondono a una proporzione quasi equivalente di appena meno di due terzi degli aventi diritto (66%). Nelle 160 sezioni elettorali nelle quali è ripartito il territorio municipale si registra un comportamento omogeneo? Non si direbbe.

Figura 7

Come evidenzia la distribuzione delle frequenze in Figura 1 (raggruppate per decili) (21), gran parte delle sezioni oscilla attorno alla media comunale, ma si danno anche esiti estremi.
La mappa in Figura 2 evidenzia la localizzazione dei due decili (cioè il 20%, un quinto del totale) delle sezioni con la minore affluenza. L’affluenza sta almeno il 5% sotto la media, sotto il 63% circa in cinque zone del territorio municipale:
– in centro storico, nel suo quadrante nord-est e soprattutto nei rioni medievali, ove nella sezione 13, lungo via Piangipane, si tocca il minimo del 33% (22);
– nella storica periferia urbana a nord, nella spina fra Porta Catena, Barco e Ponte;
– nell’altrettanto storica periferia sud, in viale Krasnodar;
– a ovest fuori porta lungo la Virgiliana (a Cassana e Mizzana) e, più lontano, a Porporana;
– nel forese a sud (San Bartolomeo, Marrara, Spinazzino).

Figura 8

Figura 2 – Elezioni amministrative Ferrara 2024: 20% delle sezioni con la minore affluenza

Per converso (Figura 3) l’affluenza supera la media di almeno il 4%, dunque collocandosi sopra il 71% in zone diverse del Comune:
– in centro storico, ma in aree diverse delle precedenti, in alcune sezioni dell’addizione rinascimentale e in una del Giardino;
– in una sezione della periferia sud, in Foro Boario;
– soprattutto nella zona est del Comune, dalla prima periferia fino al forese, con una punta in via Boschetto (sezione 57) ove si sfiora l’80% di votanti.

Figura 9

Figura 3 – Elezioni amministrative Ferrara 2024: 20% delle sezioni con la maggiore affluenza

Senza eccedere in interpretazioni sociali, che solo un’analisi più fine del tessuto urbano potrebbe autorizzare, va rimarcato come molte delle aree a minore affluenza si collocano nei quartieri tradizionalmente “popolari” della periferia a nord e sud della città (sull’asse ferroviario-autostradale che ha segnato l’espansione fisica e demografica di Ferrara nel secondo Novecento), così come nelle aree socialmente più “miste” del vecchio centro storico. Invece percentuali di votanti superiori alla media si ritrovano nelle aree di pregio del centro storico e nei quartieri residenziali di ceto medio fuori le mura e nella prima cintura del quadrante nord-est del Comune.

 

Chi ha veramente vinto?

I dati sezionali attribuiscono a Fabbri 153 sezioni su 160, 5 ad Anselmo e 2 in parità (23). Di fronte a una così massiccia affermazione sembra inutile procedere a ulteriori analisi. Si può giusto sfumare l’esito, seguendo due linee di articolazione.
Quanto ha pesato l’astensione sui risultati? I dati aggregati non possono rivelare molto. Tuttavia, si possono considerare gli astenuti un “candidato” (24). In generale astenuti e voti bianchi o nulli sfiorano il 34% degli aventi diritto: cinque punti sotto il vincitore Fabbri (39%), dieci sopra lo sfidante Anselmo (24%). Fosse un candidato, sarebbe di tutto rispetto. Quel “candidato” si sarebbe imposto in ben 42 sezioni, ove avrebbe preso più voti di tutti gli altri contendenti: tuttavia Fabbri avrebbe comunque vinto in 114 sezioni, Anselmo in 2 (25). La figura 4 riepiloga la distribuzione spaziale del “vero vincitore” (in giallo gli astenuti, in blu Fabbri, in rosso Anselmo), in tutto il territorio municipale e, per chiarezza, in centro storico.

Figura 10

Figura 11

Figura 4a (sopra) e Figura 4b (sotto) – Elezioni amministrative Ferrara 2024: il “vero vincitore” nelle sezioni (intero territorio e centro storico)

A parte alcuni casi isolati nel forese più periferico (inclusa Villanova) e in una sezione di Foro Boario, l’astensione vince in molte sezioni di Barco-Ponte e di Krasnodar-Satellite e soprattutto in centro storico e nella vicina area di Porta Catena. Tuttavia, anche al netto dell’astensione il vero vincitore resta il sindaco uscente.
In secondo luogo, si possono ricalcolare le reali percentuali del voto ottenuto dal sindaco riconfermato: a livello comunale il sindaco gode del voto del 38% degli aventi diritto. In due sole sezioni, per altro vicine, il sindaco eletto ha conquistato la maggioranza assoluta degli aventi diritto: a Malborghetto (69) e a Boara (160). Una elementare organizzazione in quartili delle percentuali “reali” del voto a Fabbri mostra che metà delle sezioni si colloca fra il 34% e il 42%, dunque attorno alla media. In un quarto dei casi hanno votato per Fabbri meno di un terzo (circa: il limite è al 34%) degli elettori (in verde nella Figura 5), in un altro quarto più del 42% (in scuro).

Figura 12

Figura 5a – Elezioni amministrative Ferrara 2024: Quartili estremi del voto reale (% su aventi diritto) per Fabbri sindaco (intero territorio)

Figura 5b – Elezioni amministrative Ferrara 2024: Quartili estremi del voto reale (% su aventi diritto) per Fabbri sindaco (centro storico)

Su scala comunale il consenso ridotto, per così dire, si colloca soprattutto in centro storico, in Krasnodar e a Barco-Ponte, mentre il consenso maggiore, accanto all’Addizione (adiacente v.le Cavour), alla zona Ippodromo e a via dei Cedri/Frutteti, copre una vasta area del forese meridionale e orientale. Anche se è un sintomo della crisi di rappresentanza, l’astensione fa parte del gioco elettorale, dunque Fabbri resta il vero vincitore, anche se è stato scelto attivamente “solo” da poco più di un terzo dei ferraresi.

Correlazioni?

Si può ipotizzare una correlazione fra astensione e affermazione di Fabbri? Come misurarla? Tre esperimenti danno risultati non troppo diversi.
Sezione per sezione il numero assoluto degli astenuti e quello dei votanti per il sindaco in carica si distribuiscono senza un particolare legame (R-quadro esprime la forza della correlazione, fra 1 e 0, qui è vicino allo zero…).

Figura 14
Figura 6 – Correlazione tra numero di astenuti e voti Fabbri

In termini relativi, le percentuali di Fabbri e degli astenuti sul totale degli elettori seguono una logica inversa, sia pure con correlazione debole: più si va alle urne e più si vota Fabbri.

Figura 15

Figura 7 – Correlazione tra numero di elettori e voti Fabbri

Questo esito è tuttavia banale: essendo il denominatore lo stesso, un’alta percentuale di votanti Fabbri è probabile indichi un’alta percentuale di affluenza e dove ci si astiene è chiaro che la percentuale di Fabbri sugli elettori si comprime. Che la correlazione non sia fortissima (0,4) è anche per via del peso variabile dei voti per Anselmo e gli altri candidati.
Infine, anche confrontando la percentuale di astenuti sugli aventi diritto con le percentuali del voto per Fabbri sui votanti se ne ricava l’assenza di correlazione. Come se fossero distribuite a caso, le stesse percentuali di astenuti danno percentuali di voti per Fabbri diverse e viceversa. Si guardi lungo la linea orizzontale del 40% di astenuti: il ri-eletto sindaco può avere consensi inferiori al 50% o superiori al 75%. Oppure lungo la verticale del 55% di voti a Fabbri, colti a bassissima astensione (di questi tempi) del 20% o a diserzione delle urne oltre il 60%.

Figura 16
Figura 8 – Correlazione tra rapporto astenuti/votanti e voti Fabbri

Il divario con le europee

Il confronto fra voti assoluti fra elezioni europee e municipali pone una domanda fondamentale: come è possibile che due schieramenti in sostanziale equilibrio alle europee (32.000 voti) siano risultati staccati di 15.000 voti alle amministrative? La Tabella 1 ricapitola i voti assoluti e percentuali alle due consultazioni (26).

Tabella 1

La marginale emorragia prodotta dai terzi candidati (4000 voti) e i voti dispersi a liste non esplicitamente schierate alle amministrative (altri 4000) possono spiegare al massimo metà di questo esito, probabilmente molto meno. Allora da dove vengono gli 8000 voti in più a Fabbri e dove sono andati i 7000 in meno racimolati dai partiti filo-Anselmo? Queste cifre esprimono saldi, il gioco dei flussi è stato senz’altro più complesso di un semplice travaso: eppure senza quei voti in più, Fabbri non avrebbe vinto al primo turno.
La geografia forse può aiutarci: come si distribuiscono le perdite degli uni e i guadagni degli altri? Una prima osservazione, che sembra confermare il carattere generale del fenomeno: con due eccezioni, non c’è sezione ove Fabbri non prenda più voti della somma dei principali partiti che lo appoggiano (in media +52 voti), mentre non c’è una sezione ove Anselmo non ne prenda meno (in media -44). Fabbri aumenta di 101 voti (circa un quarto) nella sezione 123 (San Martino), mentre ne perde (16 e 12) solo nelle sezioni 46 e 47 (quelle dei ricoverati). Anselmo contiene l’emorragia a -9 voti nella sezione 152 (Casaglia) mentre ne perde 98 (anche qui circa un quarto) nella 57 (via Boschetto).
La mappa in Figura 9 restituisce la sovrapposizione dei quintili di massimo acquisto per Fabbri (tratteggio nero) e massima perdita per Anselmo (tratteggio rosso).

Figura 17

Figura 9 – Sovrapposizione dei quintili di massimo acquisto per Fabbri (retino nero) e massima perdita per Anselmo (retino rosso) – intero territorio e centro storico

Il fenomeno della sovrapposizione, indicativo di un possibile “travaso”, si concentra fuori le mura, con una sola eccezione, l’estremo vertice nord-ovest del centro storico (zona bocciofila, unita però a una porzione extra-muraria lungo via Canapa). Il grosso, tuttavia, si colloca in alcune aree della periferia urbana, in quasi tutte le direzioni (sud: Satellite, Ippodromo-Rivana; est: Cedri, Pomposa, Borgo Punta e sotto via Comacchio; nord: Bacchelli e dintorni) e in altre del forese, talora in continuità con quelle periferiche menzionate (Boara-Malborghetto, Cona), talora no (Porotto, Francolino, Fossanove-San Martino).
L’esercizio complementare, la sovrapposizione dei quintili di minimi guadagni di Fabbri con minime perdite di Anselmo (in violetto, mentre quando non si sovrappongono sono in blu e rosa), restituisce la geografia molto diversa della Figura 10.

Figura 18

Figura 10 – Sovrapposizione dei minimi guadagni di Fabbri con le minime perdite di Anselmo

Nel Forese la sovrapposizione si concentra a nordovest (Casaglia, Ravalle, Porporana) e a est (Viconovo, Villanova, Denore). Nelle periferie si distinguono sezioni in quelle “popolari” a nord (Barco-Ponte) e sud (Krasnodar), ma anche a ovest (stazione-Doro). In centro storico isolate sezioni a fine Porta Mare, in zona Ghisiglieri-Borgovado e in via Piangipane (oltre ai ricoverati).

I voti comunardi

L’esiguità del voto alla candidata Zonari (3,9 % dei votanti, 2,6% degli elettori) non autorizza analisi su poche centinaia di voti di differenza fra le aree: 2749 voti per 160 sezioni dà 17 voti di media a sezione. In assoluto, è andata un po’ meglio della media nelle sezioni con pallino viola (27), in centro e nella prima cintura periferica a sud e a est e un po’ peggio nelle sezioni colorate in fucsia chiaro, nel forese più lontano dalla città e in altre aree della storica periferia “popolare” (es. Barco-Ponte, Porta Catena, Krasnodar): ma si parla di un range fra 0 e 44 voti.

Figura 19

Figura 11 – Numero voti Zonari (primo e ultimo quartile) – intero territorio e centro storico

In termini percentuali, il 3,9 medio riassume l’oscillazione fra estremi da 0 al 10%. In mappa restituiamo la distribuzione territoriale del quartile sotto il 2,5% (bianco) e sopra il 4,7% (rosso), che risulta ovviamente simile alla precedente.

Figura 20

Figura 12 – Percentuale voti Zonari (primo e ultimo quartile) – intero territorio e centro storico

La sezioni a più alta percentuale si trovano in centro storico: attorno all’Ariostea (8: 10%) e attorno allo stadio (19: 8%). Si noti il risultato di una sezione di ricoverati (47: 9%). Però queste proporzioni si devono rispettivamente a 39, 30 e 4 voti. Esiti assoluti così modesti non autorizzano a speculare sulle differenze percentuali, che possono essere considerate quasi casuali, anche se forse segnalano aree ove un intervento localizzato potrebbe consolidare qualche frutto, ad esempio nelle sezioni che raccolgono almeno 20 suffragi, tutte in centro e nella prima periferia.

Figura 21

Figura 13 – Sezioni con più voti comunardi nel Comune

Un tentativo di interpretazione

Pur consapevoli dei rischi di “errore ecologico” nei quali si può incorrere nel mettere in relazione dati aggregati per sezione (28), sarebbe interessante individuare alcune, sia pur rozze, correlazioni con le proprietà della popolazione, eventualmente cristallizzate nelle proprietà degli spazi in cui vivono: la ridotta taglia delle unità (le sezioni) permetterebbe qualche piccolo “esperimento” sulle variazioni. Purtroppo la statistica municipale non offre dati sociodemografici sulle sezioni, ma articola al massimo per le quattro circoscrizioni (29). Le stesse liste elettorali si limitano a fornire indirizzi, età e luogo di nascita degli elettori (30). Non avendo dati, nemmeno aggregati,  su redditi e professioni, abbiamo cercato di utilizzare un altro elemento strutturante del sociale, l’istruzione,  misurata attraverso il titolo di studio (31). I dati sono aggregati per sezioni di censimento (32), più piccole di quelle elettorali, ma con confini non sovrapponibili: per tentare di ovviare a questa sfasatura, abbiamo provato una forzatura geografica, accorpando i dati censuari nelle sezioni elettorali ove cadono i centroidi della popolazione. Questa operazione crea ovviamente una distorsione, perché sotto alcune sezioni saranno considerati votanti di sezioni adiacenti, con uno squilibrio in più o in meno fra elettori reali e popolazione presa in esame che falsa la correlazione.
Sulla base di una tripartizione dei residenti per titolo di studio (terziario, cioè laureati o sopra; secondario, cioè diplomati; non titolati, cioè senza titolo o con frequenza arrestata a elementari o medie), le sezioni sono state classificate in sei tipi, sulla base non solo del titolo dominante, ma con l’introduzione di tipi intermedi (sulla base del tutto convenzionale di soglie fra le percentuali di almeno il 20%):

  • laureati (1), quando la percentuale di laureati supera di almeno il 20% le altre due
  • laureati-diplomati (2), quando entrambe le percentuali superano di almeno 20 punti quella dei non titolati;
  • diplomati (3), quando la percentuale di laureati supera di almeno il 20% le altre due;
  • diplomati-non (4), quando entrambe le percentuali superano di almeno 20 punti quella dei laureati
  • non titolati (5), quando la percentuale di non titolati supera di almeno il 20% le altre due;
  • misti (6), quando nessuna percentuale supera un’altra di almeno il 20%.

Naturalmente la struttura per età delle sezioni incide su questa classificazione, specie sul versante della popolazione più anziana, massicciamente presente a Ferrara (33). Nelle fasce di popolazione più anziane, scolarizzate fra anni Trenta e Sessanta, prima ancora della media unica, la laurea e anche il diploma sono più rari. Invece considerando solo la popolazione dai 19 anni in su si elimina la distorsione indotta dai minorenni, che ovviamente possono avere al massimo il titolo delle secondarie inferiori (34).
Le Tabelle 2 e 3 restituiscono la distribuzione di tutte le sezioni (158) nei nostri sei tipi e delle sole sezioni (119) ove la divaricazione elettori/popolazione virtuale è inferiore al 15%.

Tabella 2

Tabella 3

La quota più importante di sezioni è la quarta (diplomati e non titolati, in rosa chiaro nelle mappe di Figura 14), seguita dalla mista (nessuna preminenza netta, in verde). Ma quel che conta è che la scrematura delle sezioni a valori troppo distanti fra elettori e popolazione fittizia (da centroidi) non altera la quota relativa al totale di più di due punti percentuali, dunque non induce distorsioni nell’equilibrio fra sezioni (35).

Figura 22

Figura 14 – Spazializzazione dell’istruzione prevalente (36)

Le sezioni maggiormente “istruite”, con il predominio dei tipi laureati e laureati-diplomati, sono evidenziate nella mappa in Figura 15: si collocano solo in centro storico e nell’anello periferico est (Villa Fulvia, Quacchio, Borgo Punta, con qualche propaggine).

Figura 23

 

Quelle a preminenza di diplomati si collocano invece nelle periferie sud e ovest e in alcune frazioni del forese (le Fossanove, Francolino, San Bartolomeo), come riportato nella mappa in Figura 16.

Figura 24

 

La maggioranza delle sezioni è, come si è detto, caratterizzata dall’amalgama fra diplomati e non, che si distribuiscono in tutto il forese e nella periferia sud, con qualche altro caso, ma non in centro storico, come rappresentato nella mappa in Figura 17.

Figura 25

Infine, la tipologia a più ridotta scolarizzazione non pare avere una dimensione geografica riconoscibile, salvo unire frazioni lontane dal centro, sezioni in periferie “popolari” (e a Quacchio) e persino la zona nord-est del centro storico (forse per un effetto anagrafico determinato dalla presenza di case pubbliche o riscattate). La mappa in Figura 18 ne restituisce i contorni.

Figura 26

Va rimarcato infine che le zone “miste” descritte dalla mappa in Figura 19, ove non esiste una preminenza netta di una o due livelli di istruzione, sono presenti, ed è un dato significativo, solo in centro storico e nella prima periferia, con giusto qualche propaggine nella prima cintura forese a est (Aguscello, Pontegradella, Malborghetto).

Figura 27

Come incide questa classificazione sui risultati elettorali? Proveremo a redistribuire alcuni esiti delle nostre analisi precedenti sulla base delle tipologie costruite (37).
Partiamo dall’astensione: gioca un ruolo la caratterizzazione del quartiere per titoli scolastici prevalenti? La Tabella 4 riaggrega i dati sezionali per tipo.

Tabella 4

Non sorprende che il tipo più diffuso (4: diploma-non) sia perfettamente in media, dato che contribuisce grandemente a produrla. Né sorprende che il tipo misto (6) si allinei alla media. Interessante invece la curva a campana delineata, sia pure su effettivi minori, dai restanti tipi. Le sezioni a preminenza di diplomati si astengono quasi tre punti meno della media e quelle a laurea-diploma leggermente meno della media (1,5%). Invece i tipi estremi spingono verso una maggiore astensione, curiosamente in entrambi i casi tre punti sopra la media: come se esistessero due astensioni, una riflessiva di titolati che rifiutano le forme della politica esistente e l’altra degli esclusi, resi indifferenti dalla mancata rappresentanza. Ma non è il caso di spingersi oltre per non rischiare di sovrainterpretare un dato che andrebbe certo rifinito. E che in tutti i casi delinea giusto variazioni rispetto a un atteggiamento generale, senza rovesciarne gli esiti.
La contesa fra i due candidati dati per favoriti è stata condizionata dal livello “culturale” delle sezioni? La Tabella 5 accorpa i voti assoluti a seconda del tipo definito supra.

Tabella 5

Le sezioni a laureati votano in proporzione meno per entrambi i candidati. Quelle a laureati-diplomati e quelle miste votano per Anselmo più della media e per Fabbri meno. Le sezioni a diplomati preminenti, con o senza non titolati, votano più della media per Fabbri e meno per Anselmo. Le sezioni non titolate votano secondo la media. Ma si tratta di varianti, che non mettono in discussione il risultato, che come si è visto è schiacciante pressoché ovunque: la variante più interessante è probabilmente offerta dal tipo 2, ove la distanza fra i candidati scende dal 22% al 15% (ma per converso nei popolosi tipi 3-4 sale a 25%).
Quanto a Zonari, le cifre ridotte non autorizzano eccessi interpretativi, tuttavia, volendo giocare con i decimali, ottiene esiti superiori alla media (3,8%) nei tipi 1, 6 e soprattutto 2 (5,5% – laureati-diplomati), inferiori nei tipi 4, 5 e soprattutto 3 (2,7% – diplomati).

Un appello

Per una vera analisi del voto occorrono competenze e risorse che non possediamo: da un lato un’analisi minuta dei dati sezionali del voto storico a caccia di flussi e correlazioni (38), dall’altro inchieste su questionari e interviste agli elettori e alle elettrici in carne e ossa (39). Ma senza una classificazione socio-spaziale della popolazione, nelle sue multiple posizioni e dimensioni, il compito si complica (40). Paradossalmente nella Ferrara del 2024 non si possono fare le cose che dirigenti politici che erano anche grandi intellettuali come Athos Bellettini hanno potuto fare nella Bologna degli anni Cinquanta-Sessanta (41). Bellettini, statistico e demografo di primo piano (42), reiterò per tutta la vita l’appello per disporre di dati di popolazione (età, origine, strutture familiari, professione, titolo di studio, titolo di godimento dell’abitazione etc.) su unità minime, come le sezioni di censimento. Fino a un certo punto l’Istat ha reso disponibili molte aggregazioni a livello di sezione (censimento 2011), poi l’abolizione delle pratiche censuarie classiche, con la riduzione dei quesiti e il rilievo campionario, ha impoverito enormemente i dati. Restano solo l’anagrafe e gli uffici municipali di statistica: vogliamo parlarne?

Note

[1] Piergiorgio Cipriano, esperto di sistemi informativi geografici e dati open (pg.cipriano@gmail.com); Michele Nani, ricercatore CNR, studioso di storia contemporanea (nani@ismed.cnr.it). Ringraziamo Silvia Trombetta per le osservazioni a una precedente versione di questo testo.

[2] Ci uniamo ai tentativi di Corrado Oddi (https://www.periscopionline.it/dietro-la-vittoria-di-fabbri-293914.html, 1 luglio 2024), Sandro Edelvais (https://misc.otocione.it/elezioniFerrara2024.html, 7 luglio 2024) e Stefano Zecchi (https://www.cdscultura.com/2024/07/alcune-considerazioni-sul-voto-amministrativo-a-ferrara-2024/, 15 luglio).

[3] https://it.wikipedia.org/wiki/Mappa_coropletica

[4] https://dati.comune.fe.it/dataset/risultati-elezioni-comunali-2024-voti-lista

[5] https://demcastusa.com/2019/11/11/land-doesnt-vote-people-do-this-electoral-map-tells-the-real-story/

[6] https://www.sightline.org/2022/02/15/our-maps-shouldnt-lie-about-our-votes/

[7] https://www.qgis.org/it/site/

[8] https://dati.comune.fe.it/dataset/opendata-civici

[9] http://www.datainterfaces.org/projects/elezioni2022/#milano/

[10] Fonte dati: https://dati.comune.fe.it/dataset/distribuzione-popolazione-2023-gdpr

[11] http://scapetoad.choros.place/

[12] https://plugins.qgis.org/plugins/cartogram/

[13] https://dati.comune.fe.it/dataset/risultati-elezioni-comunali-2024-voti-lista

[14] https://dati.comune.fe.it/dataset/opendata-civici

[15] https://dati.comune.fe.it/dataset/distribuzione-popolazione-2023-gdpr

[16] https://dati.comune.fe.it/dataset/elezioni-comunali-2024-affluenze

[17] Salvo eccezioni dove necessario, per chiarezza approssimiamo sempre per difetto e al migliaio. Per la stessa ragione diamo le percentuali approssimate per difetto e senza decimali.

[18] La somma non ritorna per l’approssimazione di cui sopra (nota 2).

[19] Va ricordato che in alcuni contesti (Mantova, Ravenna, Bologna) non si è votato per le amministrative, dunque la comparazione è del tutto indicativa: il voto locale ha probabilmente aumentato l’afflusso a Ferrara, come a Rovigo e a Modena.

[20] https://elezioni.interno.gov.it/europee/votanti/20240609

[21] Nostra elaborazione QGIS su dati Comune di Ferrara (https://dati.comune.fe.it/)

[22] Tralasciando ovviamente il dato delle due sezioni virtuali di ricoverati – all’estrema sinistra dell’istogramma sopra – che danno 0% non essendoci popolazione di riferimento.

[23] Oltre che in una delle sezioni di ricoverati, Anselmo si impone in una sezione di Pontelagoscuro (133), in una del Doro (126), in zona via Pavone (32) e in zona via Ghisilieri(6). I pareggi si collocano in adiacenza a sezioni (Doro>Barco 129, Ghisilieri>Scandiana 5) ove Anselmo vince.

[24] Cfr. https://www.mapparoma.info/mappe/mapparoma40-elezioni-regionali-2023-a-roma-vince-lastensione/.

[25] La somma è 158, perché sono escluse le sezioni dei ricoverati, non potendosi computare l’astensione.

[26] Per comodità alle civiche dei candidati sono state accorpati anche i voti espressi al solo sindaco senza indicazione di lista.

[27] La dimensione del pallino è proporzionata al numero di elettori della sezione

[28] Correlazioni fra dati aggregati non valgono a livello individuale (W.S. Robinson, Ecological Correlations and the Behavior of Individuals, “American Sociological Review”, n. 3, 1950, pp. 351-357). Ad esempio se un quartiere di votanti al 60% operai vota al 60% per il partito socialista non significa che tutti gli operai votino socialista: paradossalmente i suffragi socialisti potrebbero provenire in larga parte dai non-operai; all’estremo tutti i non-operai, 40% dei votanti, più un terzo degli operai votanti, cioè il 20% del totale dei votanti). Un esempio noto è la correlazione fra religione e propensione al suicidio in uno dei classici della sociologia: Émile Durkheim, Il suicidio [1897], Milano, Rizzoli 2014.

[29] Per altro l’ultimo “Annuario” disponibile risale al 2019: https://www.comune.ferrara.it/attachments/file/view?hash=783e7676a90e0e0c266b9acde7fd3cda&canCache=0.

[30] https://www.comune.ferrara.it/b/25802/liste-elettorali. Ringraziamo Sergio Golinelli per l’informazione.

[31] Per l’intreccio fra dimensioni economiche e culturali nella definizione delle gerarchie sociali cfr. sempre Pierre Bourdieu, La distinzione [1979], Bologna, il Mulino 2001.

[32] ISTAT, Censimento popolazione 2021:

https://esploradati.censimentopopolazione.istat.it/databrowser/DWL/PERMPOP/SUBCOM/Dati_regionali_2021.zip

[33] Si potrebbe verificare la correlazione fra tipi ed età media o altri indici di struttura demografica.

[34] La soglia a 19 anni introduce comunque una piccola distorsione perché esclude i diciottenni, che invece sono calcolati fra gli elettori.

[35] Lo stesso vale per la proporzione di elettori, che non riportiamo per non affollare la tabella.

[36] I pallini in mappa rappresentano una sezione elettorale, con dimensione in base al numero di elettori e colori in base al livello di istruzione:

– da rosa chiaro (no titoli, diploma) a rosso bruno (laurea)

– verde chiaro (misti)

[37] Le somme non tornano per l’esclusione delle due sezioni con 110 votanti ricoverati.

[38] Hans Schadee – Piergiorgio Corbetta, Metodi e modelli di analisi dei dati elettorali, Bologna, il Mulino 1984. Cfr. anche Paolo Ceri, L’approccio marco-analitico di Stein Rokkan, in La storia comparata. Approcci e prospettive, a cura di Pietro Rossi, Milano, Il Saggiatore 1990.

[39] Andrea Girometti, Una lettura dell’astensione elettorale in Italia, “Italia contemporanea”, n. 299, 2022, pp, 49-74.

[40] Un modello in https://www.mapparoma.info/ e nelle pubblicazioni del gruppo di ricerca.

[41] Cfr. l’esemplare Athos Bellettini, La città e i gruppi sociali. Bologna fra gli anni Cinquanta e Settanta, a cura di Franco Tassinari, Bologna, Clueb 1984. Bellettini collaborava con un altro grande studioso, Paolo Fortunati, fondatore della statistica bolognese, che da giovane era passato per la Ferrara fascista, lasciando contributi importanti, come ad esempio La mortalità infantile. Con particolare riguardo alle statistiche demografiche della città di Ferrara, Padova, Antoniana 1933.

[42] Anche sul piano storico: resta fondamentale il suo La popolazione italiana. Un profilo storico, Torino, Einaudi 1987.

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