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La Comune di Ferrara | Femminile, Plurale, Partecipata

Autore: Arianna Chendi

Liberiamo Ferrara da Hera 6

Liberiamoci da Hera!
Ripubblicizziamo la gestione dei rifiuti urbani a Ferrara

🤥 Ci dicono che ripubblicizzare il servizio dei rifiuti urbani a Ferrara costa troppo.
Non è vero! È un buon investimento per il futuro.
Se prendiamo come riferimento lo studio realizzato dall’Università di Ferrara sulla gestione dei rifiuti, si evidenzia che il “costo” per costruire un’azienda interamente pubblica per gestire il servizio dei rifiuti urbani oscilla tra i 4,5 e 5,2 milioni di Euro.

🤑 Risorse che sono più che reperibili tramite due possibili strade:
👉🏼l’utilizzo di parte delle riserve di utili di Ferrara Tua, azienda interamente partecipata dal Comune di Ferrara, che ammontano nel 2023 a più di 17 milioni di €, di cui circa 8 disponibili.
👉🏼Oppure attraverso la vendita di parte delle azioni di Hera possedute dal Comune di Ferrara e di cui lo stesso può liberamente disporre, che arrivano ad un valore superiore ai 20 milioni di €.

💁🏻‍♀️ Insomma, se si ha la volontà politica, si possono tranquillamente trovare le risorse per un investimento, non un costo, volto a ripubblicizzare il servizio, che può portare benefici importanti per i cittadini.

#liberiamoFerraraDaHera

Diserbo chimico in città: quali rischi?

Il gruppo consiliare La Comune di Ferrara ha lanciato un allarme sulla campagna di diserbo chimico in corso nella città a partire dalla comparsa in diverse zone di Ferrara, come Via Mentana, Via Frescobaldi, Via Mascheraio e Via Kennedy, di diversi cartelli che avvisano che Ferrara Tua sta usando un prodotto chimico per eliminare le erbacce. Questo prodotto è a base di Flazasulfuron (presente in Chikara o Matsuda 25 WG) maggiori info qui

Questa sostanza è classificata come molto pericolosa, soprattutto per gli organismi che vivono in acqua e i suoi effetti durano a lungo

Le stesse schede tecniche dei prodotti raccomandano molta prudenza nell’uso per tutelare la salute di tutti, sia di chi li usa che delle altre persone

Questa sostanza fa parte dei PFAS, conosciuti come “inquinanti eterni”

Tenendo presente che:

  • Un decreto del 2014 (Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari) dice che bisogna ridurre l’uso di prodotti chimici per le piante in luoghi frequentati da persone o da gruppi più a rischio, preferendo metodi alternativi come quelli meccanici, fisici o biologici, usando dosi più basse e attrezzature che non spargano troppo il prodotto nell’ambiente
  • La Regione Emilia-Romagna, con una decisione del 2018, raccomanda fortemente di usare metodi diversi dai prodotti chimici in città per eliminare le erbacce, anche se costano di più e sono più complicati. Suggerisce di provare prima a tagliare l’erba regolarmente o usare metodi fisici come acqua calda o vapore, e di usare i prodotti chimici solo come ultima spiaggia, scegliendo quelli meno pericolosi
  • Il contratto tra il Comune di Ferrara e Ferrara Tua per la gestione del verde pubblico stabilisce, all’articolo 4, che se Ferrara Tua affida dei lavori ad altre aziende, queste devono rispettare le regole comunali e nazionali sui criteri ambientali minimi (CAM)
  • L’articolo 7 dello stesso contratto parla dell’obbligo di seguire questi criteri ambientali minimi, definiti da un decreto del 2020
  • Le schede tecniche allegate al contratto tra Comune e Ferrara Tua dicono che si deve preferire l’eliminazione meccanica e fisica delle erbacce, e usare i prodotti chimici solo come indicato dalla Regione, prestando attenzione alle nuove tecniche che permettano di abbandonare progressivamente l’uso di questi prodotti, se i costi sono sostenibili

Queste le domande poste

Abbandono dei prodotti chimici. Come è stato messo in pratica, dal 2021 ad oggi, questo progressivo abbandono dei prodotti chimici per le erbacce previsto dal contratto e dalle linee guida?

Sono stati valutati sistemi di diserbo alternativi meno impattanti (come quello meccanico)? E se sì, perché si è optato per la sostanza attualmente utilizzata?

I rischi per la salute. Sono stati valutati i rischi per la salute, non solo delle persone, ma anche degli animali domestici che girano per la città, specialmente quelli che non accompagnati dai proprietari, come i gatti?

Sono state prese in considerazione sostanze meno pericolose rispetto a quelle che fanno parte della categoria dei PFAS?

La Fondazione Ferrara Arte va difesa da possibili conflitti di interesse

Il gruppo consiliare La Comune di Ferrara ha presentato una interpellanza riguardo alla difesa della Fondazione Ferrara Arte da possibili conflitti di interesse

Ecco i punti principali

Premesse

  • La presenza di un’opera d’arte in mostre importanti ne aumenta il valore
  • Le principali forme di conflitto di interessi sono l’incompatibilità e l’incidenza sul patrimonio
  • Ferrara Arte è controllata dal Comune
  • Vittorio Sgarbi è presidente di Ferrara Arte e della Fondazione Cavallini-Sgarbi che “conserva le sue opere”
  • Molti comuni hanno adottato codici di condotta per prevenire conflitti di interesse
  • L’Autorità Nazionale Anticorruzione ha emanato linee guida per la trasparenza nelle partecipazioni pubbliche
  • Le fondazioni possono retribuire gli organi amministrativi e svolgere attività imprenditoriali
  • La modifica dello statuto di Ferrara Arte nel 2021 ha aumentato i poteri di Sgarbi
  • Il Sindaco può nominare e revocare il Presidente di Ferrara Arte
  • Nel 2024, Sgarbi è stato confermato presidente nonostante procedimenti legali in corso
  • Sgarbi si è dimesso da Sottosegretario di Stato per incompatibilità rilevata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
  • Un’indagine su una pala d’altare prestata dalla Fondazione Cavallini-Sgarbi e sequestrata durante una mostra di Ferrara Arte, con Sgarbi indagato per ricettazione, è passata alla Procura di Ferrara
  • Sgarbi ha risarcito associazioni per diffamazione a seguito di polemiche sull’acquisto di disegni del pittore Ghedini
  • Al 23 febbraio 2025, le dichiarazioni obbligatorie sulla situazione patrimoniale di Sgarbi non erano pubblicate sul sito di Ferrara Arte

Le domande  poste dall’interpellanza al Sindaco sono le seguenti:

Opere della Fondazione Cavallini-Sgarbi. Quante opere della Fondazione Cavallini Sgarbi sono state esposte in eventi di Ferrara Arte e con quali costi?

Incompatibilità. Perché non è stata considerata l’incompatibilità di Sgarbi, date le sue attività imprenditoriali nel mercato dell’arte e il ruolo della Fondazione Cavallini Sgarbi?

Misure di tutela. Quali misure sono state prese o si intendono prendere per proteggere Ferrara Arte da conflitti di interesse?

Codice di comportamento. Il Comune ha un codice di comportamento applicabile a dipendenti, direttori e membri degli organi di amministrazione delle partecipate e controllate, che definisca norme chiare sul conflitto di interessi? Ha aderito alla Carta di Avviso Pubblico?

Modifiche statutarie. Si valutano modifiche allo statuto di Ferrara Arte per prevenire conflitti di interesse?

Regolamento per le partecipate. Il Comune ha un regolamento specifico per le società partecipate e controllate che preveda procedure dettagliate per la nomina dei membri degli organi di amministrazione e per la verifica dell’assenza di conflitti di interesse?

Vigilanza. L’Assessore Gulinelli o chi di dovere ha vigilato adeguatamente sui potenziali conflitti di interesse in Ferrara Arte?

Trasparenza. L’Amministrazione è a conoscenza della mancata pubblicazione delle dichiarazioni obbligatorie in termini di trasparenza sul sito di Ferrara Arte e quando prevede di renderle disponibili?

 

 

 

 

 

Liberiamo Ferrara da Hera 5

Liberiamoci da Hera
Ripubblicizziamo la gestione dei rifiuti urbani a Ferrara!
Ecco quanto paga una famiglia media di Ferrara per arricchire Hera.
💰💰💰Questa è la spesa media per ogni bimestre di una famiglia ferrarese tipo che usufruisce dei servizi di Hera per rifiuti, acqua, gas e elettricità. Una spesa che, annualmente diventa molto rilevante, soprattutto per i redditi medi e bassi.
💸 Questo è il prodotto dell’inflazione che aumenta, dei salari e degli stipendi che non aumentano a sufficienza, dell’aumento delle materie prime, in particolare del gas, il cui prezzo viene fissato, in modo perlopiù speculativo, dalla Borsa di Amsterdam.
E anche del fatto che il sistema tariffario garantisce una significativa remunerazione del capitale (cioè profitti gar…

Qual è lo stato di avanzamento del progetto per la nuova scuola Manzoni di via Don Zanardi?

Il gruppo consiliare La Comune di Ferrara ha presentato un’interrogazione al Sindaco e alla Giunta riguardo al progetto di costruzione della nuova scuola Manzoni in Via Don Zanardi.

Questo progetto è finanziato con fondi del PNRR e prevede la sostituzione dell’edificio esistente.

Il gruppo La Comune ricorda che il Consiglio Comunale ha approvato sia il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) nel dicembre 2019, che punta a migliorare la sicurezza e l’efficienza dei trasporti, sia il Piano Urbanistico Generale con delibera del 2024

Sono state sollevate le seguenti domande chiave.

Progetto definitivo e osservazioni dei cittadini.  Qual è il progetto definitivo per la nuova scuola? Sono state considerate le osservazioni presentate dai residenti e dagli insegnanti durante gli incontri di febbraio e aprile 2024 con gli ex assessori Kusiak e Maggi

Campo da Calcetto.  Dove verrà spostato il campo da calcetto che si trovava nell’area destinata alla nuova scuola

Parcheggio. Perché si prevede la realizzazione di un parcheggio da 40 posti auto nell’area della vecchia scuola, considerando che ci sono già molti posti disponibili in Via Biancospino

Capienza della scuola e demografia. Il progetto prevede un aumento della capienza della scuola a 198 alunni, rispetto ai 96 della vecchia scuola. Considerato il calo demografico, ci si chiede se è prevista la chiusura di altre scuole primarie periferiche

Possibile pericolo di inquinamento del Suolo.  Qual è la situazione dell’inquinamento del suolo? Perché le analisi sono iniziate solo dopo la costruzione delle fondamenta?

Palestra Sarà costruita una palestra? Dove sarà situata?

Area Verde. L’area verde dietro la vecchia scuola e il campo da calcetto, attualmente accessibile a tutti, sarà recintata e riservata agli studenti?

Alberi. Quanti alberi sono stati abbattuti o potati? Quanti ne saranno piantati? Nel progetto iniziale erano previste aree verdi alberate interne alla scuola. La gettata delle fondamenta è un unico basamento che non permette alcuna piantumazione. Gli spazi alberati interni al perimetro sono stati eliminati?

Traffico e Viabilità. Come verrà gestito l’aumento del traffico sulla rotatoria di Piazzale San Giovanni già oggi congestionata a causa del nuovo parcheggio? Come verrà migliorata la viabilità di Via Don Zanardi per garantire la sicurezza dei pedoni e dei ciclisti? Adottando misure che garantiscano il rallentamento delle macchine almeno nei passaggi pedonali di servizio alla scuola e permettendo la percorribilità ciclabile di via Don Zanardi anche da via Borgo Punta al Piazzale San Giovanni?

 

Ex Caserma Pozzuolo del Friuli: a che punto è la progettazione partecipata?

Il gruppo consiliare La Comune di Ferrara ha presentato un’interrogazione riguardante l’ex Caserma Pozzuolo del Friuli

I punti chiave sono

Progettazione partecipata. A febbraio 2024, è stato affidato un incarico al Consorzio Futuro in Ricerca per  18.000 euro con il compito di progettare gli spazi della caserma attraverso un processo partecipativo

Piano Urbanistico Generale. Il Piano Urbanistico Generale include la Caserma Pozzuolo del Friuli tra gli interventi di recupero e rifunzionalizzazione, in linea con il progetto di valorizzazione del Parco delle Mura

Finanziamenti. Nel bilancio comunale non siano previste spese per la riqualificazione della caserma e in Commissione è stato dichiarato che non potevano esserci essendo l’ex-caserma non di proprietà del Comune

Lavori recenti. Alcuni residenti hanno segnalato dei lavori nell’area dell’ex caserma e della cavallerizza nel gennaio 2025

Anna Zonri fa le seguenti domande al Sindaco e alla Giunta:

1. A che punto è la progettazione partecipata?
2. Qual è stato il livello di coinvolgimento dei cittadini?
3. Quante proposte sono state discusse e con chi?
4. Se non è ancora stato presentato un progetto, quando è prevista la presentazione?
5. Se esiste già un progetto, perché non è stato presentato?
6. Chi si sta occupando degli eventuali lavori in corso nell’area e se il Comune ha rilasciato permessi

NO AL BILANCIO DI PREVISIONE DEL COMUNE DI FERRARA Annualità 2025 – 2027 Commento de La Comune di Ferrara

SUL METODO

Il bilancio di previsione e il documento unico di programmazione rappresentano pilastri fondamentali per la vita della nostra comunità. Per questo sarebbe stato auspicabile un confronto più approfondito e tempi adeguati per un’analisi condivisa. Nonostante disponibilità ed impegno degli uffici tecnici, i tempi sono stati ristretti, le risposte a volte tardive e in alcuni casi del tutto assenti alle richieste di chiarimento, rendendo il lavoro di consiglieri e consigliere insufficiente e approssimativo.

Come si può seriamente discutere e proporre migliorie a un bilancio di previsione in cui il piano dei conti viene modificato in alcune voci, compromettendo il confronto con i bilanci passati? Come si può valutare e proporre modifiche a voci di spesa di cui non viene fornito il dettaglio di come e dove i fondi verranno utilizzati? La mancanza di trasparenza e la fretta nel processo decisionale possono compromettere seriamente la qualità delle scelte operative che vengono fatte.

Questi documenti, ben lontani dall’essere semplici numeri su un foglio, definiscono le priorità e allocano le risorse, delineando il futuro della nostra città. Tuttavia, sono stati liquidati in poche sedute di commissione affrettate, senza un’analisi accurata e un confronto approfondito.

È imperativo che il processo di valutazione e discussione di tali documenti avvenga con i tempi necessari, garantendo a tutti i consiglieri e ai cittadini la possibilità di esprimere le proprie opinioni, sollevare dubbi e proporre alternative. Purtroppo, tutto ciò non è stato compiuto al meglio.
Si tratta di documenti complessi, composti da centinaia di pagine, la cui analisi richiede tempo, competenze specifiche e chiarimenti dettagliati. Il “diavolo si nasconde nei dettagli”, e trascurarli significa compromettere l’efficacia delle decisioni prese.

Tanti sono i temi su cui si sarebbe potuto affrontare una discussione approfondita, in grado di far emergere nuove idee, soluzioni alternative, correzioni e migliorie. Per citarne solo alcuni: gli investimenti per le energie rinnovabili, per la sicurezza idraulica, per la cultura. Sono oltre 25 le richieste che abbiamo fatto su voci di bilancio o del DUP che ci lasciavano perplessi, che richiedevano spiegazioni e avrebbero potuto essere oggetto di emendamenti. Nel Documento Unico di Programmazione e nel Bilancio di Previsione c’erano molti spazi di miglioramento che si potevano esplorare. Non si è potuto o voluto farlo.

SUI CONTENUTI

Ci è stato presentato un Documento Unico di Programmazione (DUP) e un Bilancio di previsione 2025-2027 che dipingono un quadro della società italiana e ferrarese molto lontano dalla realtà che vivono e percepiscono i ferraresi. Questi documenti presentano dati che suggeriscono uno Stato e una città in crescita economica e sociale, florida, quasi opulenta, con benessere, stipendi e redditi di famiglie e imprese in aumento. Ma la realtà è ben diversa:

  • A livello nazionale:
    • La produzione industriale italiana è in calo da 23 mesi consecutivi.
    • Il PIL cresce a ritmi minimi, inferiori alle previsioni.
    • La disoccupazione giovanile e femminile rimane elevata.
    • Gli stipendi degli italiani sono tra i più bassi d’Europa, e il potere d’acquisto di lavoratori e famiglie è in declino da anni a causa dell’inflazione.
  • A Ferrara:
    • La situazione non è migliore. Ferrara si colloca tra i capoluoghi di provincia con i peggiori indicatori ambientali, economici e sociali della regione, e in alcuni casi anche al di sotto della media nazionale.
    • Il valore aggiunto delle imprese è in peggioramento, e il saldo tra attività economiche aperte e cessate è negativo.
    • Reddito e occupazione sono tra i più bassi della regione.
    • La disoccupazione giovanile si attesta intorno al 20%
    • Ferrara è una città che sta invecchiando, perdendo residenti e popolazione in età in lavorativa .
  • In sintesi:
    • La maggior parte degli indicatori di benessere ambientale, economico e sociale sono negativi e in controtendenza rispetto agli altri capoluoghi di provincia della regione.

Ferrara, purtroppo, nonostante le promesse di rinascita e gli sforzi effettivamente fatti è una città in declino e le sue crisi e criticità non si risolvono da sole, vanno affrontate. I dati presentati a corredo del Documento Unico di Programmazione (DUP) e del Bilancio di Previsione non sembrano riflettere pienamente la situazione del territorio. Di conseguenza, sussistono perplessità riguardo al metodo e ai contenuti dei documenti approvati.

Diiverse sezioni del DUP e del Bilancio di Previsione risultano discutibili, così come l’assenza di elementi che riteniamo necessari. Qualora le condizioni avessero consentito di avere tutti gli elementi necessari, sarebbero state presentate proposte più ambiziose e orientate al futuro per affrontare le diverse criticità, che, pur non essendo esclusive di Ferrara, risultano accentuate nel contesto locale a causa della fragilità della popolazione anziana e della debolezza del tessuto economico.

Crisi demografica

Purtroppo Ferrara si conferma una delle città meno “attrattive” in Emilia Romagna, con la popolazione più anziana in Regione, un’età media che sfiora i 50 anni e l’indice di vecchiaia più elevato (rapporto tra la popolazione con oltre 64 anni e quella di età tra 0 e 14 anni, per 100); la popolazione in età lavorativa (da 15 a 64 anni) è in diminuzione da anni, così come i residenti nel Comune sono calati sotto i 130.000 (erano circa 133.000 nel 2020).Il saldo naturale (nascite – decessi) è negativo da anni.

E’ opportuno ricordare che la crisi demografica non ha un impatto negativo solo nel futuro e sulle pensioni, ma ha effetti altrettanto negativi nel breve termine sull’intero tessuto cittadino – se il trend non si inverte – in quanto una diminuzione continua dei residenti porterebbe inevitabilmente a diminuire i servizi, e cioè le prestazioni sanitarie, asili nido, scuole, ecc., al calo delle vendite negli esercizi commerciali, nelle compravendite immobiliari, ecc.

Per avere nuove attività economiche in città e far arrivare nuovi residenti in città – e magari convincere i laureati in UNIFE a rimanere a Ferrara dopo la fine degli studi – è necessario dare opportunità di lavoro, ma anche investire in modo sostenibile sulla qualità della vita; sulla mobilità, sui servizi, e quindi nel sociale e nell’inclusione (asili nido, scuole, assistenza sanitaria e sociale, strutture sportive, ecc.). Servono politiche attive per gli affitti e la ripresa degli investimenti nell’edilizia residenziale pubblica dopo anni di tagli e preclusioni .

Crisi occupazionale e ricerca

Si riconosce che l’impoverimento di Ferrara è strettamente legato alla questione occupazionale. Tuttavia, i documenti approvati non delineano un piano specifico per attrarre o creare nuove imprese, né per migliorare la situazione occupazionale e salariale, in particolare per giovani e donne. Inoltre, considerando che il benessere e lo sviluppo di un territorio dipendono da molteplici fattori, tra cui politiche demografiche, accoglienza, inclusione, politiche sociali, assistenza, sanità, alloggio, formazione e ricerca, sarebbe stato necessario un approccio multidisciplinare.  

La presenza dell’Università ed il ruolo della SIPRO sono elementi/presupposti importanti per la ricerca e la nascita di start up innovative – queste ultime in rapporto alle imprese attive a Ferrara sono l’1,8% contro una media regionale del 2,3% e del 2,6% in Italia – e potrebbero contribuire al rafforzamento dell’intero tessuto economico del territorio.  Per quanto concerne la SIPRO di cui il Comune di Ferrara è socio di maggioranza tramite Ferrara Tua, servono interventi per il suo rilancio e la sua attività andrebbe rifocalizzata. Ci sono troppi servizi duplicati con altri Enti e strutture pubbliche, e l’attività dovrebbe essere finalizzata/rivolta sui servizi legati alla ricerca e all’innovazione tecnologica, e non dispersa in altri ambiti.

È fondamentale restituire centralità alla qualità della vita e del lavoro, consapevoli che questi aspetti non sempre coincidono con le statistiche economiche. Pertanto, sarebbe stata auspicabile una maggiore attenzione alla qualità degli interventi e degli investimenti.Su questo il DUP ed il Bilancio approvati sono carenti e denotano una mancanza di prospettiva.

Crisi abitativa

La casa è un problema per tanti cittadini. 

Il blocco degli investimenti nell’edilizia residenziale pubblica insieme all’inadeguatezza del fondo affitti, comportano ulteriori difficoltà per le persone e le famiglie economicamente più fragili.  Al contrario serve rilanciare gli interventi nell’edilizia residenziale pubblica, serve il rifinanziamento del Fondo Affitti; in sintesi è necessario aumentare l’offerta di immobili sul mercato e di affitti a prezzi accessibili calmierati.

Solo a Ferrara gli immobili vuoti gestiti da ACER sono circa 700, 1400 quelli in provincia.   700 immobili residenziali pubblici vuoti perché non si sono trovati i fondi necessari per i lavori di adeguamento/ristrutturazione in un bilancio di previsione totale a pareggio di circa 350 milioni nel 2025…

In questo contesto e con questi numeri, la previsione di spesa nel bilancio per l’edilizia residenziale pubblica /ACER, confermata dall’assessore in commissione bilancio, è di circa 1,4 milioni di euro di cui circa 1 milione per le ristrutturazioni. Una cifra insufficiente, servono più investimenti in questo ambito.

C’è poi il tema degli alloggi per gli studenti, centrale per una città come Ferrara di circa 130.000 abitanti e con una Università cresciuta in pochi anni a circa 30.000 iscritti, che arrivano per circa l’80% da fuori provincia e con oltre la metà di questi che hanno trovato un alloggio in città. Con la pressione abitativa che c’è a Ferrara, la realizzazione, promossa da UNIFE con la partecipazione del Comune, di un solo studentato di 150/180 posti è insufficiente, mentre risultano accolti altri progetti per piccoli studentati/residence privati, di cui saranno poi da verificare l’accessibilità ed i prezzi delle strutture. Si deve fare molto di più.

Dove trovare i fondi

Su questi DUP e Bilancio di Previsione pesano anche i tagli della spending review e quelli alla spesa corrente – definiti come “contributo alla finanza pubblica” – contenuti ed imposti agli Enti locali nell’ultima legge di bilancio del Governo .

In queste condizioni, per il perseguimento degli equilibri di bilancio e di finanza pubblica, oltre che per garantire adeguati livelli di servizi alla collettività amministrata, si è deciso di aumentare le imposte: dall’imposta di soggiorno che nelle previsioni dovrebbe portare ad entrate di circa 1,2 milioni di euro nel 2025 (erano 750.000/2024), all’addizionale IRPEF che nelle previsioni dovrebbe portare nelle casse del Comune maggiori entrate per circa 4 milioni di euro passando dai circa 19 milioni di euro nel 2024 ai circa 23 milioni nel 2025.

Ma eliminando le 4 aliquote dell’addizionale IRPEF di fatto si elimina la progressività del prelievo che inciderà di più sui ferraresi con i redditi più bassi.

Sconcerta vedere che in una situazione di bilancio che ci viene presentata come solida, se non florida, oltre all’incremento del reddito atteso per l’aumento delle imposte, siano necessarie “ distribuzioni di riserve pregresse e realizzazione di operazioni straordinarie di vendita” da parte di Ferrara Tua.

Inutile dire che in cosa consisterebbero le operazioni straordinarie di vendita non ci è stato dato sapere.

Se ci fossero state date le condizioni, avremmo proposto una diversa politica fiscale con prelievi alternativi incidenti maggiormente sulle rendite e sui redditi più alti.

Per non penalizzare le fasce di popolazione più deboli, si poteva spostare l’aumentato prelievo fiscale dai redditi di lavoro e di pensione ai redditi da rendita immobiliare e finanziaria – che per altro godono di aliquote di favore rispetto ai redditi di lavoro e di pensione -, e quindi il Comune doveva gestire in maniera diversa l’addizionale IRPEF e l’IMU.

Era anche possibile valutare un recupero delle risorse drenate dal Comune dalle Società partecipate, come AMSEF, FERRARA TUA, Fondazione Teatro Comunale, ecc., che come abbiamo visto nel bilancio consuntivo del 2023 incidono per svariati milioni di euro, ricordiamo le polemiche sui fondi usciti da AMSEF anziché essere destinati al miglioramento dei servizi e/o alla riduzione delle tariffe, o sui concerti.

La discussione sul Bilancio di Previsione sarebbe stata anche un’occasione per rivedere gli investimenti in Festival, rassegne e sagre oltre che alcune voci di spesa promozionali, contributi, marketing, contratti di appalto di cui non è evidente che tipo di ritorno abbia il Comune.

Ci sono poi esternalizzazioni di servizi che non hanno sempre comportato un risparmio ed un miglioramento dei servizi.

PNRR

Il DUP ed il Bilancio sono fortemente influenzati dai numeri del PNRR: basti pensare che il bilancio del Comune per il 2025 si è attestato a circa 350 milioni di euro, mentre i fondi del PNRR acquisiti da Ferrara con utilizzo pluriennale sono stati di circa 95 milioni di euro a cui aggiungere fondi propri del Comune per circa 16,5 milioni di euro per un totale di investimenti di circa 112 milioni di euro per circa 60 progetti.

Il dato sarebbe positivo se questi fondi fossero ben spesi in quanto potrebbero effettivamente aiutare il rilancio e lo sviluppo socio economico del territorio.

Ma si prenda l’elenco dei circa 60 progetti; di alcuni di questi non è evidente l’utilità, altri appaiono sovradimensionati e di riflesso eccessivamente costosi. Ma a sorprendere sono anche i progetti che dovevano esserci e non ci sono, o ci sono ma con previsione di spesa per importi inadeguati.

Pensiamo agli investimenti sulle energie rinnovabili, per la mobilità, per la casa, per nuovi studentati, per l’assetto idrogeologico del territorio, ed altro ancora.

Ci sono ad esempio oltre 30 milioni di euro impiegati per il recupero, ristrutturazione ed ampliamento di ex scuole ed altri edifici abbandonati e chiusi da 20/30 anni, ma non viene specificato come e da chi saranno poi utilizzati una volta terminati i lavori. La logica del prima si progetta, poi si rigenera, sembra essere sostituita dal prima si rigenera e poi si vedrà.

Ci preoccupa anche che i Comuni italiani beneficiari dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) devono rispettare scadenze precise e concludere i progetti finanziati entro il 31 dicembre 2026 mentre, ad oggi (fonte: sito Comune di Ferrara), solo il 32% dei progetti è concluso (20 progetti) e non ci è dato di sapere lo stato di avanzamento dei rimanenti 43. Il mancato rispetto delle tempistiche, infatti, potrebbe comportare la revoca dei finanziamenti o altre sanzioni.

Distretti industriali e Filiere produttive

Non abbiamo trovato nel bilancio incentivi per distretti industriali e filiere produttive, magari insieme ad altri soggetti pubblici; abbiamo trovato solo dei riferimenti nelle Linee di Mandato del Sindaco e/o nel DUP- Ricordiamo che i Distretti che si caratterizzano per la concentrazione di piccole medie imprese (in alcuni casi anche grandi imprese) con attività simili/omogenee in territori ben definiti, con una forte specializzazione e la vocazione all’export (ad esempio i distretti delle piastrelle a Sassuolo, del tessile a Carpi, della concia tra Arzignano e Chiampo). Le aziende nei distretti in genere hanno dati economici migliori delle altre ed una maggiore capacità/velocità ad adattarsi ai cambiamenti del mercato in cui operano.

Per diversi economisti il vero punto di forza dei distretti è la qualità del capitale umano. E’ proprio il capitale umano che “…fa la vera differenza tra un distretto industriale e un semplice aggregato territoriale di imprese…e trasforma in produttività e competitività il di più di coesione sociale.”

Mentre l’Emilia Romagna si caratterizza per la presenza di numerosi ed importanti “distretti industriali”, che rappresentano uno dei maggiori punti di forza del sistema produttivo regionale, per citarne alcuni, il distretto delle macchine utensili a Piacenza, delle piastrelle a Sassuolo, dell’alimentare a Parma e Reggio Emilia, del tessile a Carpi, del biomedicale a Mirandola, della meccanica e delle macchine per l’imballaggio a Bologna, delle macchine per il legno a Rimini. nel ferrarese l’elevata incidenza delle aziende agricole – spesso di piccole dimensioni – e il limitato numero di PMI rispetto alle altre province della Regione ha limitato lo sviluppo dei distretti.

Riteniamo importante che anche a Ferrara si sviluppino Distretti e Filiere. Il Comune, nei limiti delle proprie competenze, dovrebbe farsi parte attiva per promuovere lo sviluppo.

C’è bisogno di un sistema pubblico che attivi investimenti mirati nelle infrastrutture, con incentivi, semplificazioni normative e agevolazioni anche fiscali – regionali e nazionali – a favore delle aziende delle filiere produttive e dei distretti che investono in immobilizzazioni materiali ed immateriali oltre che in ricerca e formazione.

Infrastrutture e mobilità

Ora, è evidente che le infrastrutture viarie rappresentano un presupposto, un elemento essenziale per lo sviluppo economico e sociale di un territorio. Il fatto è che questo sviluppo per la Giunta sembra passare quasi esclusivamente per strade ed autostrade, con lo sviluppo delle tratte ferroviarie solo residuali.

Leggiamo di seguito nel DUP

…Strategico per l’aumento dell’accessibilità infrastrutturale di Ferrara, saranno l’allargamento della terza corsia della A13 tra Bologna Arcoveggio e Padova……la riqualificazione del raccordo autostradale RA8 superstrada Ferrara Mare – gestita da ANAS, la nuova infrastruttura autostradale regionale Cispadana, la messa in sicurezza della nuova strada statale 16, il potenziamento delle linee ferroviarie Ravenna-Ferrara e Ferrara – Suzzara e la riqualificazione dell’Idrovia Padano-Veneta. “

Noi riteniamo invece prioritario che sia potenziato il trasporto pubblico, specie su rotaia..

Che siano realizzati i collegamenti ferroviari di Ferrara con alcuni dei Comuni più importanti della provincia, Cento Comacchio Copparo, e così pure con i Lidi.

I collegamenti con Mantova e Ravenna devono essere più efficienti, con il raddoppio e l’elettrificazione delle linee, anche in prospettiva della Zona Logistica Semplificata.

Bologna Modena Ferrara, che sono al centro di un’area vasta ed interessate da un elevato pendolarismo giornaliero, vanno collegate con una metropolitana di superficie con treni ad alta frequenza, come del resto già previsto, nel protocollo di intesa – a quanto pare finito nel dimenticatoio – sottoscritto nel 2017 tra i presidenti delle 2 province di Ferrara e Modena ed il sindaco dell’area metropolitana di Bologna;

La qualità dell’aria e lo smog in città sono pessimi è quello che ci dicono i dati.

Ma tra i provvedimenti della Giunta per limitare l’inquinamento, su cui incide in maniera importante il traffico automobilistico, ci sono i blocchi temporanei del traffico, la piantumazione di alberi, la pulizia delle strade, ecc., interventi che di per sé potrebbero essere anche accettabili, ma mancano invece interventi strutturali per diminuire e regolare il traffico automobilistico.

Nel DUP e nel Bilancio sono previsti stanziamenti per realizzare un parcheggio scambiatore in via Beethoven per chi arriva in città da sud; ci saremmo aspettati, vista la proiezione triennale del Bilancio, un po’ più di “coraggio” e almeno qualche segnale su come affrontare le criticità nella mobilità di Ferrara. Come recuperare il grande ritardo nell’attuazione del Piano per una mobilità Sostenibile ? Come sciogliere il nodo di via Ravenna ?

Servono parcheggi scambiatori nei principali punti di accesso in città da collegare con un servizio di navette al centro.

Abbiamo chiesto in Commissione Bilancio se erano stati previsti stanziamenti in bilancio per la realizzazione della Metropolitana di superficie tra la città e l’Ospedale a Cona; l’Assessore ce lo ha confermato senza indicare tuttavia il relativo importo.

Nel rispetto delle diverse competenze in cui questi interventi – Ferrovie – ricadono per l’ambito territoriale sovra comunale – Comune, Regione, Ministeri –, il Comune potrebbe/dovrebbe comunque esprimere il proprio indirizzo – e discuterne nelle sedi più opportune.

Da ricordare che nel novembre di quest’anno sul sito della Regione è stata pubblicata la notizia dell’avvio del nuovo Servizio ferroviario metropolitano tra Bologna e Modena – 3 treni all’ora – , di nuove corse tra Porretta e Pianoro, e nuove corse sulla linea Bologna Ravenna., con un investimento regionale di circa 5,6 milioni di euro.

Perchè non se ne può discutere per Ferrara?

Idrovia ferrarese

Nel DUP si parla anche di idrovia ferrarese. Per quanto ci riguarda il progetto idrovia “realisticamente”, per come è impostato, è vecchio, superato ed ambientalmente/economicamente non sostenibile. L’idea di far passare i natanti di V classe è anacronistica e comporta un notevole aumento delle spese, per adattare larghezza e profondità della via d’acqua oltre che i cavalcavia e ponti stradali.

Per far comprendere meglio di cosa stiamo parlando, i natanti di classe V hanno una lunghezza fino a m. 95/110 m, larghezza fino a m.11,40, pescaggio m. 2,50/2,80, fino a 2000 tonnellate di stazza. Il progetto dovrebbe essere rivisto per favorire lo sviluppo turistico del territorio, e semmai il passaggio di imbarcazioni piccolo/medie per il trasporto merci locale.

Ricordiamo che lungo quest’asse, il progetto prevede un unico canale navigabile per collegare il Po a Ferrara – dove si creerebbe un porto fluviale – con Porto Garibaldi – che diventerebbe un porto commerciale oltre che peschereccio .

Chiediamo all’assessore se per la realizzazione di quest’opera, oltre ai fondi regionali, nazionali e comunitari, sono previsti impegni di spesa anche per il Comune di Ferrara

Energie rinnovabili.

Ci si aspettava di più, se escludiamo gli interventi finanziati con il PNRR, nel DUP e nel bilancio nel triennio 2025 – 2027 ad esempio per realizzare impianti fotovoltaici sui tetti di edifici pubblici già costruiti abbiamo trovato poco, soli 300.000 euro; per le Comunità Energetiche Rinnovabili CER non abbiamo trovato stanziamenti in bilancio.

Sicurezza idraulica

E’ positivo che siano stati stanziati dei fondi, ma l’importo è inadeguato per le necessità; si parla di € 300.000 nel 2025 e di € 200.000 nel 2027 per la sicurezza idraulica e l’adeguamento della rete fognaria. L’aumento della previsione di spesa nel 2025 rispetto a quanto assestato nel 2024 è solo di € 90.000.

Cultura

Del tutto inadeguati riteniamo le previsioni di spesa per la cultura, ed in particolare per il Teatro Comunale in diminuzione dai 2,6 milioni di euro del 2025 ai 1,8/2026 e 1,950/202, e così per Ferrara Arte nel 2025 la previsione di spesa è di circa 1,4 milioni di euro che si riducono a 1 milione annui nel 2026 e 2027; poco più di quanto previsto per feste, sagre e similari. Per una città che si candida per diventare la Capitale europea della cultura per il 2033 – dopo l’insuccesso del 2022 – non ci sembra un bel viatico.

Tanti altri sono i temi su cui si sarebbe potuto affrontare una discussione approfondita, in grado di far emergere nuove idee, soluzioni alternative, correzioni e migliorie.

Liberiamo Ferrara da Hera 4

Lo sai che le tariffe del servizio dei rifiuti urbani a Ferrara sono decisamente superiori alla gran parte dei capoluoghi di provincia in regione?

💸 Nel Comune di Ferrara la tariffa media per il servizio rifiuti, paragonata con gli altri Comuni capoluoghi di provincia della regione, è superiore alla media e si posiziona al secondo posto, partendo da chi l’ha più alta, subito dopo il Comune di Rimini. 📈 In più, è quella che è cresciuta di più tra il 2023 e il 2024.
⬆️ Nel Comune di Ferrara una situazione tipo, quella di un nucleo familiare composto da tre persone e abitazione di 100 metri quadri, nel 2024 ha pagato 298 € rispetto ad una media dei Comuni capoluoghi di provincia della regione Emilia-Romagna che è di 273 €. Ce lo dice l’indagine di Cittadinanzattiva del 2024, che presenta il seguente dato:

Bologna 286 € nel 2023, 287 € nel 2024, quindi +0,6%
Cesena 243 € nel 2023, 240 € nel 2024, quindi – 1,1%
Ferrara 278 € nel 2023, 298 € nel 2024, quindi 👉🏼+7,0%
Forlì 256 € nel 2023, 256 € nel 2023, quindi 0%
Modena 293 € nel 2023, 294 € nel 2024, quindi +0,6%
Parma 243 € nel 2023, 251 € nel 2024, quindi +3,2%
Piacenza 273 € nel 2023, 275 € nel 2024, quindi +0,9%
Ravenna 270 € nel 2023, 274 € nel 2024, quindi +1,8%
Reggio E . 244 € nel 2023, 247 € nel 2024, quindi +1,3%
Rimini 296 € nel 2023, 310 € nel 2024, quindi +4,7%
Media : 268 € nel 2023, 273 € nel 2024, quindi +2,0%

#liberiamoFerraraDaHera
#sputofatti

Liberiamo Ferrara da Hera 3

Liberiamoci da Hera
Ripubblicizziamo la gestione dei rifiuti urbani a Ferrara!

Lo sai che i risultati del servizio rifiuti gestito da Hera a Ferrara non sono così buoni come invece viene propagandato?

🤥 Viene riportato molte volte che il servizio rifiuti a Ferrara avrebbe buoni risultati, citando il fatto che la raccolta differenziata à molto alta, circa l’87% dei rifiuti prodotti. Questo, però, è un dato ingannevole: bisogna infatti considerare anche quant’è la produzione complessiva dei rifiuti e gli scarti che derivano da una bassa qualità della raccolta differenziata.
😠 Su questi aspetti il Comune di Ferrara non va bene.
Il parametro migliore cui far riferimento per valutare se una gestione è efficace dal punto di vista ambientale è quello che misura quanti sono i kg all’anno per abitante che vanno allo smaltimento, cioè non vengono riciclati.
♻️ Quanto minori sono i rifiuti avviati allo smaltimento, tanto migliore è la gestione dei rifiuti. Se prendiamo questo parametro, allora vediamo che tra i 9 Comuni capoluoghi di provincia in Emilia Romagna, il Comune di Ferrara sta solo al 5° posto per minori kg per abitanti avviati a smaltimento.
#sputofatti
#liberiamoferraradaHera

Liberiamo Ferrara da Hera 2

Lo sai che Hera è stata multata nel dicembre 2024 per quasi 2 milioni di € dall’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) per aver imposto prezzi iniqui ed eccessivi agli utenti del teleriscaldamento a Ferrara?
👿
Hera negli anni passati ha fatto pagare agli utenti del teleriscaldamento a Ferrara il 45% in più di quanto sarebbe stato equo incassare.
👮🏼‍♀️Lo ha rilevato l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che ha condannato Hera ad una multa di quasi 2 milioni di € per abuso di posizione dominante e per aver impedito ai consumatori di beneficiare dell’uso di fonti rinnovabili a costi contenuti per produrre un bene essenziale come il calore.
💰💰💰Questo perché non esistendo all’epoca une regolamentazione nazionale chiara per le tariffe del teleriscaldamento, Hera ha pensato bene di fissare in sostanza unilateralmente, con la copertura del Comune di Ferrara, le tariffe del teleriscaldamento: un bell’esempio di pratica speculativa! 🤯

Liberiamo Ferrara da Hera

Hera Spa sembra avere il *monopolio* dei servizi nella nostra città: servizi pubblici che continuano ad essere dati in gestione al privato. Ma la verità è che *“PRIVATO E’ PEGGIO”* .
Lo vediamo tutti nelle bollette del servizio rifiuti, maggiorate dagli utili del gestore privato, e da una qualità scadente del servizio raccolta rifiuti, poco attento all’ambiente e alla salute dei cittadini,
e quindi alla qualità della vita.
*RIPUBBLICIZZIAMO LA GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI A FERRARA!*
* PER LA RIPUBBLICIZZAZIONE DEL SERVIZIO DEI RIFIUTI URBANI
* PER FAR USCIRE HERA DAL SERVIZIO
* PER LA RACCOLTA PORTA A PORTA
* PER DIMEZZARE L’INCENERIMENTO DEI RIFIUTI

*FLASH MOB*
*SABATO 22 FEBBRAIO – ORE 10*
davanti alla sportello di Hera – viale Cavour 62

RETE GIUSTIZIA CLIMATICA FERRARA
FORUM FERRARA PARTECIPATA
Per saperne di più:
ferrarapartecipata.it/rifiuti
giustiziaclimaticaferrara.it
#LiberiamoFerraraDaHera

La gestione dei permessi di soggiorno e il contrasto allo sfruttamento dei lavoratori stranieri

Mi appresto ad illustrare una mozione riguardante la gestione dei permessi di soggiorno e il contrasto allo sfruttamento dei lavoratori stranieri.

(Scorri la pagina per vedere i video dell’intervento)

Già lo scorso 24 ottobre ho presentato in proposito una interpellanza, ma data l’urgenza e l’impatto che questi problemi hanno sulla vita di centinaia di persone, ho deciso di presentare una mozione che spero incontri il parere favorevole di tutto il consiglio comunale.

La Legge 50/2023, nota come Decreto Cutro, ha introdotto nuove disposizioni che hanno reso difficile se non impossibile la conversione dei permessi di soggiorno per protezione speciale in permessi di lavoro, creando serie difficoltà per molti lavoratori e lavoratrici già integrati nel nostro tessuto socio-economico. Questi lavoratori e lavoratrici, impiegati in settori cruciali come l’edilizia, la logistica, la metalmeccanica, l’agricoltura, i servizi e il manifatturiero, si trovano a rischiare la perdita del lavoro e a vivere in una condizione di incertezza rispetto al loro futuro.

La situazione è ulteriormente aggravata dalla carenza di manodopera in diversi settori, tra cui l’agricoltura e l’artigianato, settori che già faticano a trovare personale.

Questa carenza, unita alle difficoltà di rinnovo dei permessi, mette in crisi molte imprese locali che perdono competenze e professionalità, non potendo più contare su personale qualificato a cui non viene concesso il permesso di soggiorno per motivi di lavoro, nonostante stiano già di fatto lavorando, spesso con contratti a tempo indeterminato.

 

A questo si aggiunge un problema generale di ritardi nel rilascio e nel rinnovo dei permessi di soggiorno, situazione che si protrae da anni e che non trova equivalenza in altre città.
In questi giorni avrete letto sulla stampa locale delle lunghe code e disagi alla Questura per ottenere o rinnovare i documenti dei cittadini ucraini. Più di duecento persone in fila, per poi vederne ammettere solo cinquanta. Ma la situazione non è limitata alla popolazione ucraina regolarmente soggiornante, ma in generale a tutte le persone che devono rinnovare il permesso di soggiorno.
Questi ritardi, spesso superiori all’anno, impediscono ai lavoratori di esercitare i loro diritti e doveri fondamentali, come lavorare regolarmente, avere accesso alle cure sanitarie, e rischiano di spingerli verso l’illegalità e lo sfruttamento. Ciò che questi lavoratori stranieri chiedono, dopo avere ottenuto un permesso di soggiorno con cui lavorare in regola, è di non perderlo.
Permessi di soggiorno senza i quali le persone non hanno diritti e non possono adempiere ai propri doveri, compreso pagare le tasse.

Vorrei ricordare che il Comune di Ferrara ha il dovere di tutelare tutti i suoi cittadini, inclusi quelli stranieri, promuovendo l’integrazione e la piena occupazione, come ci ricorda lo Statuto comunale.

In data 8 novembre, ho promosso, insieme all’Associazione Cittadini del mondo, un incontro pubblico dal titolo “Senza permesso di soggiorno non si vive”, presso la Sala Arengo, con l’obiettivo di portare all’attenzione queste criticità. Ho invitato tutti i consiglieri, le consigliere e la Giunta, ma purtroppo hanno risposto solo i consiglieri di minoranza. Durante l’incontro abbiamo ascoltato le testimonianze di persone che stanno vivendo direttamente questa situazione. Questo evento ha offerto un’opportunità concreta di ascolto e riflessione sul tema, evidenziando l’urgenza di azioni concrete per tutelare i lavoratori e la coesione della nostra comunità.

La risposta dell’Assessora Travagli all’interpellanza del 24 ottobre, in data 22 novembre, ha evidenziato l’impegno a monitorare l’evoluzione normativa e collaborare con le istituzioni. Tuttavia, è fondamentale che questo monitoraggio si traduca in azioni concrete e che si istituisca un dialogo con le parti sociali, le associazioni di categoria, i sindacati e il terzo settore, per affrontare le criticità emerse e individuare soluzioni condivise.

Per questo, con la mozione di oggi, chiediamo al Sindaco e alla Giunta di impegnarsi a:

• Istituire un monitoraggio specifico e periodico sui tempi di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno presso la Questura di Ferrara, pubblicando i risultati per garantire trasparenza.

Coinvolgere attivamente il Consiglio Territoriale per l’Immigrazione, le associazioni e il terzo settore, affinando le analisi dei bisogni e progettando interventi adeguati.

Sollecitare la Prefettura e gli enti competenti per accelerare le pratiche burocratiche e garantire trasparenza nei procedimenti

• Istituire un tavolo permanente con le parti sociali per promuovere politiche di contrasto all’illegalità e allo sfruttamento lavorativo.

Riaffermare il diritto alla conversione dei permessi di soggiorno per motivi di protezione speciale in permessi di lavoro per i lavoratori che sono già sul nostro territorio, che si trovano in condizioni di incertezza e che sono fondamentali per il tessuto produttivo locale.

Concludo sottolineando che il nostro obiettivo non è solo quello di garantire i diritti dei lavoratori stranieri, ma anche di facilitare e supportare l’economia locale, nonchè salvaguardare la coesione sociale della nostra comunità.

Anna Zonari