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La Comune di Ferrara | Femminile, Plurale, Partecipata

Autore: Redazione

Ferrara va a scuola di democrazia

Oggi si insedia il Consiglio Comunale delle Ragazze e dei Ragazzi, ne parliamo con Claudia, assessore alla scuola e alla partecipazione.

“Abbiamo l’ambizione di promuovere percorsi di partecipazione dei ragazzi e delle ragazze alla vita della comunità, il Consiglio Comunale delle Ragazze e dei Ragazzi è una tappa di un percorso iniziato tempo fa. Abbiamo assegnato al Consiglio un piccolo budget di 10 mila euro, per realizzare un progetto che promuova una visione interculturale e aperta al mondo della città.”

“Partendo dalla Scala della partecipazione dei bambini e delle ragazze di Roger Hart, stiamo salendo qualche piolo oltre la eterodirezione dei ragazzi da parte degli adulti, ma per fare questo serve esercitarsi praticamente e fin da piccoli nei processi decisionali di gruppo. Per questo motivo le ragazze e i ragazzi eletti nel Consiglio Comunale si sono allenati negli anni precedenti, grazie a laboratori e progetti organizzati in collaborazione con gli insegnanti e le famiglie. La strada non è breve, nemmeno per gli adulti e gli amministratori, che ad un certo punto devono consapevolmente delegare ai nuovi cittadini una parte seppur ridotta del loro potere.”

Ferrara città educante

“Città educante è quella che apprende e in cui si apprende, promuovendo la formazione in tutte le età della vita, anche al di fuori delle sedi tradizionali, in una prospettiva inclusiva, sostenibile e di genere.“ A margine dell’inaugurazione di Scuole aperte, chiediamo a Claudia, assessore alla scuola, una anticipazione del percorso previsto dall’Amministrazione.

“Scuole aperte, il programma si chiama così perché vogliamo che le scuole diventino il centro della vita sociale e culturale della città, per sviluppare e consolidare appartenenza, interazione e cittadinanza attiva, per coinvolgere tutti i soggetti attivi sul territorio, per contrastare il disagio, promuovere interazione tra generi, culture e generazioni differenti, valorizzare e diffondere il patrimonio di buone pratiche scolastiche ed extrascolastiche passate ed esistenti, sperimentare e innovare attraverso la ricerca e la formazione continua. Un anno fa abbiamo istituito un tavolo di lavoro con i soggetti interessati -dirigenti e docenti, Istituzioni Scolastiche, Università e agenzie formative, l’elenco è lungo, la porta sempre aperta- e iniziato la progettazione, che si arricchisce continuamente di nuove suggestioni, per promuovere ricerca educativa e buone prassi, da trasferire in contesti locali, nazionali e internazionali.”

“In un’ottica di potenziamento dei servizi per il diritto allo studio e valorizzazione delle realtà associative e reti di volontariato, abbiamo deciso di partire con due Officine permanenti e diffuse di Agropaesaggistica e Falegnameria. Sono corsi formativi per tutte le età (gratuita per i ragazzi nella fascia di età 11-18 anni), che rispondono a un bisogno concreto delle scuole di gestione e ripensamento degli spazi verdi e dell’arredo scolastico. Un primo passo, molto concreto, che si affianca al progetto Mense interne (questo rivolto solo agli studenti) per mettere all’attenzione il tema dell’autoproduzione e della mano come organo dell’intelligenza. Un granellino di sabbia nell’ingranaggio della società dei consumi.” Le iscrizioni alle Officine permanenti apriranno a settembre, fatevi sotto aspiranti giardinieri e ortolani, falegnami e decoratori!

Cultura e lavoro, un’utopia diventata realtà

A quasi dieci anni dal lancio di quella visione che all’epoca fu tacciata da molti come utopica e che poi ha cambiato realmente la nostra città, possiamo dire che oggi – settembre 2033 – Ferrara è diventata un’isola felice anche per il comparto dei lavoratori dello spettacolo. Storicamente abituati ad una vita di precarietà, di lavoro sottopagato, di volontarismo, attraverso una visionaria ma ben precisa strategia, i lavoratori del settore culturale qui beneficiano di un vero e proprio indotto, che facilita, struttura e prospettivizza le loro relazioni lavorative. Come è stato possibile? Lo chiediamo all’attuale assessore alla Cultura di Ferrara: <<Ci sono stati almeno tre passaggi chiave: il lancio del Tavolo permanente di coordinamento con le Associazioni Culturali del territorio con la successiva creazione di IFER, l’attivazione del Sistema di Residenze Artistiche Integrate, la nascita di Ferrara Città Laboratorio. Il Tavolo permanente di coordinamento è stato uno strumento utile per la conoscenza e il monitoraggio delle Associazioni presenti sul territorio, delle loro competenze e dei loro bisogni. Successivamente il coordinamento del Tavolo è stato assunto da IFER (Istituzione Ferrarese per un’Educazione Responsabile), un ente strumentale del Comune di Ferrara che abbiamo fondato per agevolare la creazione di una rete e far dialogare tra loro tutti i diversi soggetti del sistema educativo e culturale. L’IFER si è poi occupato della ricerca di fondi e della promozione dei bandi di finanziamento. In questa articolazione di proposte e iniziative nate dal e per il territorio, un ruolo centrale lo ha svolto uno dei progetti nati in seno ad IFER: il Sistema di Residenze Artistiche Integrate della Città di Ferrara. Sottolineo che la residenza artistica è una modalità di ospitalità degli artisti che abbandona il classico schema dell’evento a data secca, per offrire al pubblico e agli artisti tempi più dilatati e, almeno qui a Ferrara, spazi diffusi. Non a caso veniva usata soprattutto nel campo della ricerca artistica. In questo modo i cittadini sono potuti entrare in contatto con le avanguardie artistiche internazionali, nel campo delle arti visive, della musica, delle arti sceniche. La cosa sorprendente è stato vedere come questo sistema funzionasse attraverso livelli successivi di contagio, un contagio delle arti che mano a mano ha permeato il tessuto di Ferrara. Gli artisti, infatti, erano chiamati a dialogare con il territorio e lo hanno fatto offrendo opere site specific, personali dei propri lavori, laboratori artistici di formazione. Una volta iniziato il processo, poi, ha funzionato quasi autonomamente e Ferrara è tornata ad essere un territorio dove l’arte si produce e si respira. Il superamento, poi, della visione che vedeva l’arte, e la fruizione della stessa, relegata negli “spazi culturali” a favore di un processo di produzione e di fruizione diffuso è stato necessario per la nascita di quella che adesso chiamiamo Ferrara Città Laboratorio, un modello di sviluppo integrato con quello di Ferrara Città Campus, in cui l’Università che è servita come necessario volano di sviluppo e come attore di ri-generazione urbana in dialogo con l’amministrazione pubblica. Questi i principali passaggi che, nel corso di dieci anni, hanno contribuito a migliorare la vita, dei lavoratori ferraresi non c’è dubbio, ma soprattutto dei cittadini. Ed è anche questo che rende la Ferrara che conosciamo, il luogo in cui è desiderabile vivere.>>

Un “Parco Universitario” per una città Patrimonio UNESCO

Linda, coordinatrice del tavolo di lavoro tra Comune e UniFE, ci racconta che riqualificazione, sostenibilità, tecnologia e socialità diffusa sono state le parole chiave del progetto per la realizzazione del Parco Universitario che si identifica con la città, dentro e fuori le mura trasformando la città in una “città-campus”..

“L’idea di una “città-campus” era già presente, in nuce, nel pionieristico “Progetto Mura” che, a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, ha fortemente migliorato la qualità di vita urbana grazie alla realizzazione del grande parco pubblico/monumentale delle mura, in sinergia con un attento recupero e riuso di numerosi spazi ed edifici storici divenuti prestigiose sedi universitarie. Negli ultimi anni l’emergere (e l’emergenza) della carenza di interventi strutturali necessari per far fronte alle esigenze di una sempre crescente platea studentesca (ad esempio, alloggi anche a prezzi calmierati, servizi alla residenza, aule studio, spazi universitari flessibili, infrastrutture e servizi di mobilità sostenibile) riflette la necessità che l’Università si ponga come vero e proprio attore di rigenerazione urbana, in sinergia con l’Amministrazione pubblica e gli altri principali attori socio-economici locali. Si comprende tutta la complessità e l’ambizione che sottende il Parco Universitario, serviranno tempo e risorse, ma la strada è tracciata.”

“In particolare sono già cantiere le opere che riguardano sicurezza e agibilità delle sedi didattiche e amministrative; la dotazione delle strutture con tecnologie avanzate e sostenibili. Ci riguarda in particolare, come Comune, il collegamento con il futuro giardino monumentale e pubblico, cuore di UniFE, in Via Savonarola.”

“In UniFE” ci spiega Carolina, controparte universitaria nel coordinamento del tavolo di lavoro  “siamo più direttamente coinvolti nel rinnovamento estetico e strutturale, dei laboratori per la ricerca, nella pianificazione di nuove aule, sale e spazi per lo studio per gli studenti, anche dentro la città e nei parchi. In dialogo con le rappresentanze dei dipendenti si stanno immaginando anche strutture di welfare a loro dedicate. Osserviamo che il coinvolgimento del corpo universitario nel suo complesso richiede tempo e lavoro, ma i risultati sono evidenti, perciò è confermata la volontà dell’Ateneo di continuare questa collaborazione attiva e proficua con l’Amministrazione comunale.”

 

Carlo, responsabile dell’ufficio comunicazione del Comune, sottolinea infine come la finalità più sentita di questa amministrazione e del suo sindaco sia quella lavorare insieme con i cittadini per costruire una visione di futuro positiva. Il futuro oggi è inquietante per tanti motivi che un Comune da solo non può affrontare, ma deve fare la sua parte. Per tale motivo, per quanto ci compete, è nostra  intenzione governare, e non subire, con il contributo di tutti, questa fase così delicata. Ferrara porta con sé una storia ricca e complessa, che è molto più di un “principio di identità”, ma è fatta di ibridazioni, contaminazioni, cambiamenti. Questa è la vera ricchezza di una città internazionale da secoli, non certo grazie ad eventi musicali. Ferrara è cultura, è paesaggio, è conoscenza, è democrazia condivisa e dialogante, questi sono i valori fondanti la nostra azione di governo.

La condizione per essere cittadini di una città e di una nazione non è la religione, la razza, il colore della pelle ma sono i valori condivisi che per noi si identificano con la Democrazia, la nostra Costituzione e  l’adesione del nostro paese alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e la lotta alle disuguaglianze. La difesa della democrazia (politica e climatica) e della libertà, che si realizza anche attraverso le pratiche quotidiane del governo locale, sono pertanto il valore unificante di questa nostra Amministrazione locale.

Una trama verde e culturale per Ferrara e il territorio

“Dall’addizione verde siamo passati alla trama verde” ci dice Serena, assessore alla transizione ecologica.  “Siamo partiti dai due punti di forza: il parco/addizione verde e il corridoio verde delle mura. Si tratta di due punti di partenza che abbiamo impiegato per costruire una varietà di luoghi naturali e paesaggistici in gradi di connettere aree urbane e territorio agricolo con una sequenza di spazi che vanno dal bosco urbano, ai corridoi verdi, ai viali alberati, alle piazze della città murate rinverdite, ai sagrati liberati dai parcheggi. Il processo è lungo, ma la trama si infittisce ogni giorno, complici gli alleati non umani: le piante!”

“Il primo passo è stato quello di potenziare il Parco Urbano-Agricolo G. Bassani e consolidare il corridoio verde e patrimoniale delle mura. In seguito abbiamo portato a termine il parco urbano sud attorno e dentro via Bologna. Oggi il nostro lavoro è coordinato con Unife per l’ambizioso progetto di costruzione di una rete dei giardini universitari (il Giardino della conoscenza) tra via Savonarola e Corso Giovecca, dove i nostri studenti e chiunque lo desideri possa sedersi a leggere, a studiare o a lavorare in gruppo. Insomma delle aule-giardino open air utilizzabili nella bella stagione.”

Ma gli spazi della conoscenza non riguardano solo il centro storico, vogliamo che l’intera città venga presidiata da biblioteche, pensate non solamente come luoghi chiusi ma in interazione con lo spazio pubblico. Tanti “giardini della conoscenza” associati alle biblioteche pubbliche dove i nostri ragazzi possano studiare e lavorare insieme, e quindi vogliamo ripensare il ruolo urbano della biblioteca Bassani del Barco e analogamente attrezzare anche la zona di via Bologna del Gad, di Pontelagoscuro. In sostanza noi intendiamo la biblioteca pubblica come spazio e luogo, un sorta di “paesaggio culturale” che diviene una opportunità per innalzare la qualità della vita in ogni parte del nostro territorio.

“Questi grandi interventi sono punteggiati di microazioni che, come si diceva, infittiscono la trama: dalla valorizzazione dell’area agricola dentro le mura con nuove procedure di gestione, alla trasformazione verde di piazze urbane del centro storico (la prima è stata piazza Cortevecchia e seguirà Piazza Sacrati) e dei sagrati delle chiese, eliminando i parcheggi ove possibile. Particolare importanza trovano infine il potenziamento dei viali alberati nelle aree urbanizzate, che vanno aumentati ridisegnando le strade trasformandole, dove possibile in boulevards alberati anche per contrastare le isole di calore, e la creazione di connessioni verdi urbane recuperando aree dismesse o sottoutilizzate da immettere nella trama verde urbana. In staff abbiamo da qualche mese un agronomo e un botanico, che sono figure fondamentali per pianificare le nuove piantumazioni e la manutenzione del patrimonio verde esistente.”

Vi è infine una dimensione territoriale dove in Comune di Ferrara deve impegnarsi per costruire delle reti paesaggistiche che lo mettano in relazioni con i comuni della provincia. Un primo atto simbolico potrebbe essere quello di estende il Parco del Delta del Po anche al Comune di Ferrara. Potrebbe essere l’occasione anche per aggiornare l’articolazione di questo parco concepito parecchi anni fa e oggi inadeguato al ruolo che deve svolgere.

Rigenerazione urbana a Ferrara, terra e acqua conditi di dialogo

Linda è neoassunta in Comune, in forza al Settore urbanistica con la funzione specifica di tenere aperta e agile la comunicazione e la collaborazione con Unife e Urban Center. Obiettivo: rigenerazione urbana!

“Si fa presto a dire rigenerazione urbana, ma non bisogna intenderla come una categoria generica che trascina con sé una quantità di significati e declinazioni non sempre coerenti tra loro, anzi spesso in conflitto. Per questo abbiamo fin da subito ribadito la centralità dell’interesse pubblico nelle operazioni da avviare, con un ruolo dell’amministrazione pubblica non di facilitatrice delle richieste dei privati ma di gestrice dei processi, cosa possibile grazie all’autorevolezza della sua governance.”

“Sulla decostruzione: fin da subito la progressiva naturalizzazione delle città è stata orientata verso la complessità ecosistemica, per gestire i fenomeni meteorici sempre più estremi mediante aree verdi e infrastrutture che ridisegnano gli spazi pubblici e permettono il controllo e riuso e dell’acqua piovana. In altre parole, ci siamo accorti che era necessario ripensare le piazze e le strade come aree di laminazione delle acque piovane intense, favorendo un disegno in grado di affiancare il sistema urbano di raccolta e smaltimento delle acque.

“Sulla vivibilità: contemporaneamente è stato necessario ripensare l’organizzazione degli spazi pubblici dei quartieri della città per favorire sicurezza e mobilità attiva per anziani e bambini. Stiamo coinvolgendo ultimamente il mondo del commercio, mettendolo in relazione con il tema della mobilità. Non sfugge poi il fatto che, se si vuole realizzare una città della prossimità, nel commercio e nei servizi bisogna probabilmente rivedere il modello basato sui centri commerciali. Come si vede, la progettazione coinvolge molti settori e ambiti, molte professionalità, il nostro sforzo principale è far dialogare tutti i soggetti al meglio e con un occhio al futuro prossimo. Dopotutto la mia formazione -laurea in sociologia con master in previsione sociale- serve esattamente a questo.”

“Sull’abitare: il tema più caldo e complesso, ovvero elaborare un piano casa programmando risorse per i prossimi 10 anni per alloggi dedicati alle fasce più marginali, studenti e a chi cerca affitto a canone agevolato, quantificando in maniera sostenibile e a consumo di suolo zero. In modo che la giustizia climatica e sociale non resti solo uno slogan. Determinante a tale proposito è il rapporto di stretta collaborazione con ACER Ferrara. La condivisioni di strategie e progetti è importante per l’Amministrazione: per il diritto all’abitare il ruolo di una agenzia come ACER è presidio di democrazia nella nostra comunità”

Ventitrè settembre duemilaetrenta

“Era il tempo migliore e il tempo peggiore, la stagione della saggezza e la stagione della follia, l’epoca della fede e l’epoca dell’incredulità, il periodo della luce e il periodo delle tenebre, la primavera della speranza e l’inverno della disperazione. Avevamo tutto dinanzi a noi, non avevamo nulla dinanzi a noi; eravamo tutti diretti al cielo, eravamo tutti diretti a quell’altra parte — a farla breve, gli anni erano così simili ai nostri, che alcuni i quali li conoscevano profondamente sostenevano che, in bene o in male, se ne potesse parlare soltanto al superlativo…”

Finalmente. Mi sono tolto gli auricolari e ho aperto il libro, ma c’è solo il tempo di leggere le prime righe, il celebre incipit del “Racconto di due città“. Una voce fuoricampo ripete il nome della città che stiamo velocemente raggiungendo; riconosco la pronuncia, sempre con una erre sola, strascicata, inconfondibile.

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Energia

Stefania Cavallari era seduta nel suo ufficio, quasi sprofondata dentro la grande poltrona a forma di culla che aveva deciso di regalarsi nel 2024, quando, all’inizio del suo mandato elettorale, fin dalle prime settimane, le fu chiaro che avrebbe trascorso molte delle sue sere in questo ufficio, nel Palazzo Municipale. Aveva, non senza timori, accettato una grande sfida: lavorare, con un team qualificato, per la decarbonizzazione della città di Ferrara.
Solo l’1% dei consumi di una città dipende dal Comune in senso stretto. Il 33% da mobilità e trasporti, il 33% da edifici privati e il rimanente 33% dalle imprese. Il piano per l’elettrificazione degli edifici pubblici aveva consentito di censire prima ed elettrificare poi tutte le strutture di proprietà comunale ed oggi, in tutti gli edifici comunali ci si scaldava senza bruciare gas: dalle lampadine al riscaldamento tutto era elettrico. E tutta l’energia proveniva da fonti rinnovabili.
Il trasporto pubblico era stato potenziato ed erano stati messi a disposizione incentivi per i cittadini. Ciò aveva portato ad una riduzione del 30% degli spostamenti in auto privata a favore di forme di mobilità dolce (piedi+bici), trasporto pubblico e riduzione tout-court di domanda di mobilità grazie al raffittimento del commercio di vicinato”

Welfare

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Marielle, quando aveva accettato di coordinare, insieme ad altre donne della società civile ferrarese, il Forum diseguaglianze e diversità, in cuor suo pensava che l’articolo 3 della Costituzione italiana fosse davvero un’utopia, ma la realtà di migliaia di cittadine e cittadini era ben altra cosa!
Il Forum, creato nel 2024, era un vero e proprio organismo, dotato di un Osservatorio sulle povertà e le diseguaglianze. Finalmente si parlava apertamente di giustizia sociale e climatica e le decine di progetti pilota avviati nel corso degli anni, stavano tracciando una strada concreta per affrontare in modo innovativo ed efficace i bisogni sociali ed eco ambientali della comunità e in particolare delle frange più fragili della popolazione.

 

Sicurezza

“La sicurezza non è stata un gioco elettorale. Ora le Forze dell’Ordine sono pronte sì ad agire con decisione ma anche ad ascoltare le voci di tutti, nessuno escluso, e l’Amministrazione Comunale ha creato le condizioni che ne hanno  permesso la realizzazione nel modo più efficace possibile.
Non è stato necessario fare ricorso all’Esercito per pattugliare le nostre vie, e la nostra città continua ad essere pacifica e governabile. Non eravamo a Beirut, né nella Belfast degli anni Ottanta e non lo siamo neppure ora.
Il ripensamento attuato in tutti i settori legati alla sicurezza, con nuove assunzioni, aggiornamento del personale ed una serie di innovazioni organizzative, ha aumentato l’efficacia operativa e soddisfatto il bisogno del cittadino di poter comunicare e di essere ascoltato.
La sicurezza non è stata un gioco elettorale. Il bene di tutti ha prevalso e la sicurezza dei cittadini viene ora garantita con prontezza ed efficacia.”

Queste le parole di Ettore Ravasio, assessore alla sicurezza nel 2030

Arte e Cultura

Emanuele Filiberto  (il nome era colpa di suo padre, nessuna parentela con casa Savoia) era stato chiamato dal nuovo sindaco 8 anni prima per rivoluzionare il sistema bibliotecario ferrarese. Come? Al percorso partecipato avevano partecipato oltre 3.000 cittadini lettori e decine di associazioni culturali. L’Amministrazione Comunale metteva a bilancio un consistente aumento dei fondi sia sulla spesa corrente sia in investimenti, e pezzo per pezzo il progetto aveva cominciato a prendere vita. Oggi (i dati si riferiscono al dicembre del 2032) con la riapertura della videoteca Vigor e la recente inaugurazione della “Grande Rodari” in via Foro Boario, le biblioteche pubbliche sono aumentate di numero e le ore di apertura al pubblico raddoppiate. Nell’ultimo anno i prestiti documentari hanno raggiunto le 275.000 unità, oltre 2 prestiti per abitante, un traguardo storico. Intanto, grazie alle indicazioni del professor Varese, era stata finalmente creata una grande biblioteca diffusa di Storia dell’Arte, cui facevano capo biblioteche e istituti universitari, realtà museali statali, biblioteche comunali e raccolte private..

Ferrara, un territorio che fa scuola

Ferrara, un territorio che fa scuola.

Nella giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, a 4 anni dall’insediamento facciamo il punto su scuola e sistema istruzione a Ferrara con l’aiuto di Claudia, assessore alla scuola.

“La scuola è un bene comune su cui investiamo per progettare un futuro migliore per tutte e tutti. La prima azione che abbiamo praticato è stata quella di rendere le scuole spazi sicuri, curati e funzionali all’innovazione didattica, dedicando inoltre grande attenzione agli aspetti relazionali e a quelli dell’alimentazione. Sono particolarmente orgogliosa del progetto Mense interne, che ci ha permesso di coinvolgere le famiglie nella gestione complessiva dell’educazione alimentare dei figli, dall’orto alla forchetta, come direbbe la UE! Le aree verdi delle scuole e di alcuni quartieri sono servite per fare lezioni di scienza all’aperto, e successivamente i prodotti degli orti scolastici sono stati impiegati nella produzione dei pasti. Tutto questo grazie al rinnovamento delle dotazioni e del modo di pensare al cibo, che non è solo nutrimento, ma anche cultura dello stare insieme di grandi e piccoli. Finalmente abbiamo internalizzato la figura del nutrizionista e abbiamo il controllo diretto degli approvvigionamenti, per coinvolgere anche le filiere locali di produzione. Un progetto entusiasmante. Il prossimo anno scolastico vorremmo introdurre la dieta climatica, ne stiamo parlando con le famiglie. L’impatto dei nostri stili alimentari sulla crisi climatica è grande e va ridotto, in un’ottica di conservazione e/o ripristino della salute e degli ecosistemi.”

“Abbiamo un nuovo orizzonte sui servizi per l’infanzia: non possiamo considerarli solo un costo ma un investimento sul futuro; perciò stiamo portando avanti un piano pluriennale per invertire la tendenza all’esternalizzazione e alla privatizzazione praticate nel passato, per garantire il diritto di accesso agli asili comunali e statali a chi ne fa richiesta. Contemporaneamente il Comune mantiene il ruolo di indirizzo, coordinamento e

accompagnamento per le gestioni in appalto attraverso convenzioni eque e verifiche

periodiche della qualità del servizio.”

“Una delle prime azioni che abbiamo intrapreso è stata la revisione della politica tariffaria differenziando le quote contributive per le famiglie. Inoltre abbiamo adottato una razionalizzazione degli istituti comprensivi per avere un’offerta formativa più

rispondente alle esigenze delle famiglie.”