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La Comune di Ferrara | Femminile, Plurale, Partecipata

Autore: Rodolfo Baraldini

Permessi di soggiorno. “Servono misure urgenti contro illegalità e sfruttamento”

Mozione della consigliera comunale Anna Zonari de La Comune di Ferrara: “Necessario un intervento concreto per garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori già presenti sul territorio”

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C’è la richiesta di adottare misure emergenti per il miglioramento della gestione dei permessi di soggiorno e per il contrasto all’illegalità e allo sfruttamento dei lavoratori stranieri al centro della mozione presentata dalla capogruppo Anna Zonari de La Comune di Ferrara.

Nello specifico, la consigliera di opposizione chiede di istituire un monitoraggio specifico e periodico per rilevare i tempi di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno presso la Questura di Ferrara, evidenziando eventuali criticità nei procedimenti e pubblicandone i risultati per garantire trasparenza e responsabilità.

Ma non solo. Zonari domanda anche di coinvolgere attivamente il Consiglio Territoriale per l’Immigrazione, le associazioni e il terzo settore, affinando le analisi dei bisogni e progettando interventi adeguati.

Tra le proposte della capogruppo anche l’invito a sollecitare la Prefettura e gli enti competenti per accelerare le pratiche burocratiche e garantire trasparenza e equità nei procedimenti burocratici legati ai permessi di soggiorno, in particolare per i lavoratori già presenti in Italia con contratti regolari.

Zonari, infine, chiede anche l’istituzione di un tavolo permanente con le parti sociali, le associazioni datoriali, i sindacati e le associazioni per promuovere politiche di contrasto all’illegalità e allo sfruttamento lavorativo, rafforzando i protocolli e gli accordi già esistenti.

La mozione arriva dopo che dagli ultimi dati dell’Annuario del Cds appena presentato emerge che “gli immigrati non si fermano a Ferrara e conseguentemente le imprese fanno fatica a trovare manodopera“.

A tal proposito, la capogruppo de La Comune di Ferrara spiega: “Le attuali normative e prassi, come il Decreto Cutro e le procedure adottate dalla Questura di Ferrara, stanno creando disagi significativi per i lavoratori stranieri regolari residenti sul nostro territorio, con conseguenti rischi di illegalità e sfruttamento. Molti lavoratori stranieri, pur avendo richiesto regolarmente e pagato salatamente il permesso di soggiorno, attendono da anni il rilascio o il rinnovo del documento, trovandosi costretti a lavorare in condizioni precarie e vulnerabili. Le associazioni datoriali hanno evidenziato che l’attuale sistema di programmazione dei flussi è insufficiente a coprire le necessità di manodopera regolare nei tempi richiesti dal mercato”.

“La gestione dei flussi migratori e dei permessi di soggiorno – aggiunge Zonari – è cruciale per garantire un sistema sociale ed economico equo e rispettoso della dignità umana, nonché per tante imprese che subiscono la perdita di manodopera fondamentale”.

La consigliera di opposizione conclude: “È necessario un intervento concreto per garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori già presenti sul territorio, evitando che l’incertezza normativa e le lunghe attese per il rilascio dei permessi di soggiorno li spingano verso l’illegalità. Coinvolgere le comunità straniere, le associazioni di categoria e il terzo settore è fondamentale per individuare soluzioni condivise e affrontare le criticità”.

 

 

Danno erariale? Il caso del “Pasticciaccio brutto di via Mozzoni/Serao”

La consigliera di minoranza Anna Zonari (La Comune) chiede chiarimenti sulla mancata cessione di un terreno e i costi a carico del Comune di Ferrara

Una nuova interrogazione da parte della consigliera di minoranza Anna Zonari (gruppo La Comune di Ferrara) porta all’attenzione del Consiglio Comunale il caso di un’area di Ferrara e della vicenda nota come il “Pasticciaccio brutto di via Mozzoni/Serao”. La questione ruota attorno al presunto danno erariale derivante dalla mancata cessione gratuita di un terreno da parte di una società privata al Comune, nonostante gli obblighi legali assunti nel 1989 e confermati in atti successivi.

Secondo la ricostruzione fornita dalla consigliera, nel 1989 la società “La Casa srl” avrebbe dovuto cedere gratuitamente una porzione di terreno al Comune di Ferrara, come compensazione per oneri di urbanizzazione relativi a un’altra area. Tuttavia questa cessione non è mai avvenuta, nonostante le ripetute richieste del Comune e la conferma dell’obbligo da parte delle successive società acquirenti. Non solo, perché l’area in questione è stata gestita dal Comune, con manutenzione ordinaria e sfalcio del verde per ben 30 anni, a spese pubbliche.

Nel 2012, la proprietà ha chiesto la trasformazione in area edificabile, omettendo però di indicare che una parte del lotto era gravata dall’obbligo di cessione al Comune. Nonostante ciò, nel 2013 il Comune ha approvato tale richiesta e ha mappato la zona come residenziale, senza acquisire gratuitamente l’area come previsto. Nel 2019, inoltre, il Comune ha rilasciato un permesso di costruire su tutto il terreno, senza procedere ad alcuna azione per far rispettare l’obbligo di cessione gratuito della porzione di terreno.

Zonari, nella sua interrogazione, solleva numerosi interrogativi sulla gestione di questa vicenda, chiedendo se le azioni e le omissioni finora commesse possano configurare un danno erariale. In particolare, si chiede se il Comune abbia proceduto a segnalare tale danno alla Corte dei Conti, o se intenda farlo in futuro.

Domande per le quali la consigliera chiede una risposta scritta, al fine di chiarire la situazione e valutare le responsabilità politiche e amministrative che ruotano attorno alla gestione di questa lunga e complessa vicenda urbanistica.

 

INTERROGAZIONE sul presunto danno erariale subito nella vicenda relativa all’area foglio 136 particella 1054 (vecchio mappale 986) , vicenda nota come il Pasticciaccio brutto di via Mozzoni/Serao.

Premesso:

– che con atto unilaterale d’obbligo del 10/03/1989 Rep. N.9898 Notaio dott. Giovanni Bissi di Ferrara, registrato in Ferrara il 15/03/1989 al n.446, trascritto in Ferrara il 24/03/1989 al part.n.3474 la proprietà di quella porzione di terreno (La Casa s.r.l) avrebbe dovuto cederla
al Comune gratuitamente come compensazione di oneri d’urbanizzazione inerenti un’altra area;
– il predetto obbligo assunto veniva confermato nell’atto unilaterale d’obbligo in rettifica del 14/03/1990 Rep.n.12275 Notaio dott. Giovanni Bissi di Ferrara, registrato in Ferrara il 19/03/1990 al n.379, trascritto in Ferrara l’11/04/1990 al part.n.3370;
– con contratto del 12/05/1992, Rep. N.16734 Notaio dott. Giovanni Bissi di Ferrara, la proprietà che si era impegnata alla cessione della suddetta area senza mai eseguirla vendeva alla società La Nuova Residenza S.r.l. con sede in Ferrara le aree del Foglio 136, mappali 989 – 990 ovvero due mappali confinanti con l’area in questione (foglio 136 mappale 1054 prima 986). Nel contratto la società venditrice dava atto che “dovrà essere ceduta a titolo gratuito al Comune di Ferrara” l’intera superficie del mappale 986 (ora 1054) oltre ad altra superficie e che le predette aree dovranno essere “adibite a verde pubblico ed a strada completamente urbanizzata” e la società acquirente dichiarava di
bene conoscere e di accettare tutti gli obblighi nascenti dall’atto d’obbligo del 10/03/1989;
– che tale cessione gratuita non è mai avvenuta;
– che il Comune di Ferrara nei piani urbanistici che si sono succeduti dal 1989 al 2013 ha sempre classificato l’area in questione ad ASC (area spazi collettivi) e ha eseguito a proprie spese manutenzione ordinaria periodica con sfalcio del verde per trent’anni;
– che prospicente l’area sul mappale confinante 859 nel 1990 vennero terminate di costruire 10 villette a schiera (Via Favero dai civici 20 al 38) i cui giardini retrostanti furono tutti dotati di un cancellino autorizzato regolarmente dal Comune di Ferrara che consentiva
l’uscita sull’ area verde a conferma della destinazione definitiva del lotto ad area di uso pubblico;
– che in data 09 novembre 2012 la proprietà che non aveva mai eseguito la cessione ha presentato una richiesta di trasformazione in edificabile di metà del lotto (omettendo di dire che tale area era gravata da obbligo di cessione) e dichiarato nel medesimo
documento (osservazione al RUE n.164) che avrebbe ceduto l’altra metà del lotto gratuitamente al Comune di Ferrara;
– che in data 10/06/2013 il Comune accoglie l’osservazione del privato e mappa a residenziale tutto il lotto nel nuovo strumento urbanistico (RUE), senza considerare le servitù di passaggio e senza acquisire gratuitamente la metà del lotto che lo stesso privato aveva proposto di cedere, laddove non era mai stata eseguita neppure la prima cessione, pattuita nell’atto unilaterale d’obbligo del 1989;
– che in data 06/06/2019, Il Comune di Ferrara rilascia al privato titolo edilizio, dopo aver concesso nella valutazione preventiva parere positivo all’edificazione di tre villette bifamiliari su tutta la superficie del mappale, senza considerare né la prima né la seconda cessione gratuita, mai ottemperata dal privato né mai pretesa dalla Pubblica Amministrazione.

Considerato

– che in data 02 novembre 2022 è stata presentata da residenti confinanti istanza di autotutela a cui è stato risposto negativamente, ma che questa ha per la prima volta evidenziato le presunte irregolarità amministrative e contabili presenti in questa vicenda;
– che in data 02/05/2024 si è conclusa un Commissione speciale d’indagine che ha rilevato come quell’area dovesse effettivamente essere ceduta gratuitamente al Comune;
– che in data 14/05/2024 il direttore generale del Comune Dott. Mazzatorta ha inviato via pec una lettera di invito alla cessione alla proprietà, invitando a cedere, entro 30 giorni, gratuitamente, come dall’atto unilaterale d’obbligo sopraccitato, l’intera area al Comune, e
che se questo non fosse avvenuto il Comune avrebbe proceduto per le vie giudiziarie per ottenere quanto spettante;
– che, trascorsi i 30 giorni, tale cessione gratuita non è avvenuta e, nonostante tale lettera d’invito non sia un atto amministrativo, la proprietà ha fatto ricorso presso il TAR contro il Comune di Ferrara;
– che in data 20/06/24 nonostante quanto sopra illustrato, la proprietà del terreno dava avvio ai lavori edili di scavo del cantiere (dopo aver presentato in data 21/04/24 comunicazione presso il Comune di Ferrara di avvio lavori);
– che in data 1 Luglio 2024, la consigliera Anna Zonari ha presentato una nuova istanza di autotutela a cui è stato di nuovo risposto negativamente.

Si chiede, per ognuno dei seguenti punti, se possano costituire una ipotesi di danno erariale:
– la mancata escussione degli oneri di urbanizzazione all’origine della vicenda;
– la conseguente mancata cessione gratuita di questa porzione di terreno al Comune;
– il permesso di costruire concesso sull’intera area, quando la proprietà era disposta a una ulteriore cessione gratuita di terreno al Comune;
– le mancate azioni in autotutela;

– la manutenzione e lo sfalcio regolare del verde del lotto di 1843 mq, dal 1989 alla data di rilascio del permesso di costruire, ovvero 06 giugno 2019, quindi per trent’anni a spese del Comune.
Si chiede inoltre:
– se per tale presunto danno erariale si è proceduto alla segnalazione con un esposto alla Corte dei Conti;
– in caso non lo si sia fatto, se si intende procedere con questa segnalazione alla Corte dei Conti;
– in caso contrario, si chiede perché, quello che si presume sia un obbligo di segnalazione alla Corte dei Conti, non viene ottemperato.

Ferrara, Pug approvato: no a maggioranza su via Favero

Ok al documento con 19 voti favorevoli, l’assessore Lodi: «Pug ridisegnerà Ferrara in 50 anni». Le minoranze votano compatte contro: «Questione di metodo, non per ideologia»

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Ferrara Ferrara ha il nuovo Piano urbanistico generale. Il Consiglio comunale, con i 19 voti della maggioranza, lo ha adottato ieri ed ora la città ha il nuovo strumento urbanistico che ridisegnerà Ferrara «da qui ai prossimi 50 anni», ha detto l’assessore all’Urbanistica Nicola Lodi all’assemblea. La minoranza, compatta, invece, ha votato contro. «Ma non per ragioni ideologiche» tiene a precisare il consigliere Massimo Buriani del Pd che continua: «Il nostro è un “no”per questioni di metodo». Tanto che questa mattina lo stesso Partito democratico ha organizzato una conferenza stampa per spiegare che cosa avrebbe potuto contenere il nuovo Pug «se nella discussione di questo importante strumento urbanistico fosse stata coinvolta una parte politica che rappresenta una fetta importante della popolazione di questa città», fa ancora presente Buriani. «Il Pug non è la Bibbia e tutto può essere ridiscusso», dichiara il sindaco Alan Fabbri poco prima della votazione per l’adozione del Pug. E apre il suo intervento con una provocazione rivolta a Buriani e al suo partito: «La data è il 24 luglio 2024: il candidato e oggi presidente della Regione, Michele de Pascale, dichiara che in caso di vittoria rivedrà la legge urbanistica dell’Emilia-Romagna». E il sindaco chiosa: «Il Pug che oggi andiamo ad adottare è figlio di questa legge che viene critica dal nuovo presidente al quale faccio gli auguri di buon lavoro». Nella seconda giornata della maratona consiliare per l’adozione del Pug, inoltre, si sono svolte le votazioni di tutti gli emendamenti e le risoluzioni delle minoranze. Tutte bocciate a suon di voti contrari della maggioranza.

Ma è su un emendamento presentato dalla consigliera Anna Zonari (La Comune) che in aula avviene il colpo di scena. Perché da solo, e andando contro il suo gruppo, vota a favore del documento della Zonari il consigliere della Lista Civica Fabbri Luca Caprini. L’emendamento della Zonari di fatto chiedeva che l’osservazione al Pug numero 39, presentata dal comitato dei cittadini di via Favero, venisse modificata da osservazione “non accoglibile” in “accoglibile”. Ovvero la Zonari con il suo documento ha cercato di inserire nel Pug che quell’area verde di via Favero non fosse edificabile ma destinata «ad attrezzature e spazi collettivi» come richiesto dai residenti. L’emendamento viene bocciato, ma fra i voti favorevoli si conta anche quello di Caprini che da solo ha voluto portare avanti la causa degli stessi residenti. Non solo. Caprini, nel suo intervento in aula, spiega le motivazioni del suo voto contro la sua maggioranza e di fatto, sulla questione, ponendosi in linea con la minoranza. «Dobbiamo pronunciarci su un giudizio tecnico relativo a un’osservazione al Pug presentata dai residenti della zona», dichiara Caprini che ricorda ai consiglieri, specie ai suoi, che proprio un anno fa fu istituita per via Favero una Commissione consiliare di indagine che verificasse la «regolarità del processo logico amministrativo che portò nel 2013 a rendere edificabile quel parco verde, sottraendolo nel contempo dalle disponibilità del Comune». Commissione d’indagine che di fatto portò «l’amministrazione comunale, per firma del direttore generale – illustra ancora Caprini – ad invitare la proprietà, tramite raccomandata, alla restituzione dell’area allo stesso Comune» e come stabilito da un atto del notaio Bissi del 1989. Una questione complessa e intricata, quella di via Favero, che conta anche un esposto alla procura che nella passata consigliatura presentarono lo stesso Luca Caprini e l’allora consigliera, ma oggi assessora, Francesca Savini. Esposto che ha portato il tribunale di Ferrara a sospendere l’autorizzazione a costruire fino al prossimo 12 febbraio. Area inoltre sulla quale si devono esprimere anche il Tar e la Corte dei Conti.

Poi l’assemblea passa alle dichiarazioni di voto per l’adozione del piano. Ancora Anna Zonari. Che annuncia il suo voto contrario «perché il Pug lo ritengo un documento insufficiente. Perché serviva una maggiore spinta sull’aspetto ambientale». E ancora Zonari: «Il Pug avrebbe dovuto contenere anche scelte impopolari come quelle legate al fatto di disincentivare l’uso dell’auto per potenziare il trasporto pubblico». Voto contrario lo esprime anche la consigliera pentastellata Marzia Marchi che ritiene «il Pug poco sensibile alle questioni ambientali»

Biometano Gaibanella. In consiglio misure “importanti” ma Zonari teme “non sufficienti”

La consigliera de La Comune di Ferrara propone una mozione per sostenere i cittadini anche nel caso in cui arrivi l’autorizzazione da parte di Arpae in conferenza dei servizi

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Anna Zonari de La Comune di Ferrara teme che le misure adottate lunedì dal consiglio comunale lunedì pomeriggio “non siano sufficienti per impedire il rilascio dell’Autorizzazione Unica per la realizzazione dell’impianto”. Il riferimento è alla centrale a biometano a Gaibanella per cui “l’amministrazione comunale, con delibera di giunta e il consiglio comunale all’unanimità hanno espresso parere contrario”.

Due atti che la consigliera considera “apprezzabili e importanti”. Allo stesso tempo ritiene “necessarie ulteriori azioni” e per questo hanno promosso una mozione che verrà presentata al prossimo consiglio comunale del 16 dicembre.

Giunta e consiglio, ricorda Zonari, “hanno espresso parere contrario per quanto riguarda il rilascio del permesso di costruire in deroga un impianto di biometano a Gaibanella”. La scelta in quanto non sarebbero rispettate “le distanze minime obbligatorie, essendo alcuni edifici storici a una distanza inferiore ai 300 m dall’area dell’impianto, l’insediamento produttivo di Gaibanella e la Borgata Stazione a distanza inferiore ai 1000 metri e il Polo funzionale dell’Ospedale di Cona ad una distanza inferiore ai 3000 m”.

La consigliera invita dunque la giunta “ad attivarsi concretamente in sede di Conferenza dei Servizi” oltre “a dare seguito al sostegno dell’iniziativa del gruppo dei cittadini di Gaibanella”. Invita inoltre, in caso di rilascio dell’autorizzazione da parte di Arpae, a “sostenere il gruppo di cittadini nelle azioni legali possibili per ricorrere contro la decisione, mettendo a disposizione gli uffici comunali e risorse adeguate per procedere al suddetto ricorso”.

Chiede quindi di “attivare interlocuzioni di carattere politico a tutti i livelli: provinciale, regionale e statale, con particolare riferimento al tema del cumulo degli impatti e della mancanza di una cabina di regia che valuti la complessità e la sommatoria degli interventi”.

Infine viene proposto di “inserire nel Pug, se non presente, la determinazione delle distanze minime per la localizzazione degli impianti dai centri urbani, in ragione del fatto che, anche la sola assunzione del piano potrebbe risultare utile per attivare in salvaguardia tale decisione”.

 

Bagarre in consiglio sul centro sociale. Zonari: “È ostruzionismo”

Interviene anche il sindaco Fabbri: “Trattiamo tutte le associazioni alla stessa maniera. Manderemo anche a Corte dei Conti un parere”

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Una riqualificazione urgente dell’immobile da concludere in 30 giorni. Sono passati 13 mesi e tutto è come prima. Da allora agli indirizzi del Comune di Ferrara sono arrivate circa 15 mail ordinarie e pec per richiedere chiarimenti ed incontri, senza esito.

È la piccola storia ignobile, per mutuare il titolo di una famosa canzone di Guccini, che sta percorrendo da ormai più di un anno il centro sociale La Resistenza e l’associazione di promozione sociale che lo gestisce. Precisamente dal 16 agosto 2023, quando il sindaco Alan Fabbri firmò un’ordinanza per lavori strutturali urgenti e un piano di riqualificazione immobiliare urgente.

Su queste basi Anna Zonari de La Comune ha discusso ieri in consiglio comunale un question time per chiedere aggiornamenti sulla destinazione d’uso dello stabile e quale intenzioni abbia in proposito l’amministrazione.

A risponderle è l’assessore all’urbanistica Nicola Lodi, che fa presente come già nel 2023 “Ancescao aveva avvertito della necessità di interventi strutturali importanti”. A questo si aggiunge il fatto che la concessione dell’immobile (che scadrebbe nel 2034) prevedeva che le attività fossero a favore della popolazione anziana del territorio.

Lodi calcola anche che il mancato introito per l’affitto dell’immobile concesso in comodato d’uso gratuito in questi anni ad Ancescao “ammonta a oltre duecentomila euro per vent’anni”.

Sempre nella concessione, ricorda Lodi, “Ancescao si impegnava ad adottare ogni misura atta a salvaguardare l’immobile e a curarne l’amministrazione ordinaria”.

Per questo il Comune avrebbe adottato un atto integrativo di modifica parziale della concessione, invitando Ancescao a restituire l’immobile sub-concesso nel 2015 a La Resistenza “per importanti lavori di ristrutturazione sia dello stesso immobile che del cortile ove si trovavano rifiuti”.

La ‘colpa’ dello stallo starebbe secondo l’assessore nel fatto che “manca un serio progetto di riqualificazione dello stabile”, ragione per cui il Comune “non può che procedere alla dichiarazione di decadenza della concessione o di revoca della stessa”.

Quanto alla futura destinazione d’uso, “risponderemo non appena sarà decisa la revoca o la decadenza in caso di ulteriore ritardo nel progetto di riqualificazione che deve essere firmato da un tecnico abilitato”.

Parola che “non si possono ascoltare” secondo Zonari (che tra l’altro lavora nel volontariato), che fa presente la “crisi enorme che investe il mondo del volontariato” e il fatto che non ci sia “ricambio generazionale: quindi tutte le iniziative che portano avanti l’attività intergenerazionale sono ben accettate, anche dallo statuto nazionale di Ancescao”.

Per questo la consigliera parla di “ostruzionismo durato un intero anno. Quello che capita in una città normale sarebbe sedersi attorno a un tavolo. Qui no”.

Critiche che fanno scattare Alan Fabbri, che assicura che “questa amministrazione si è sempre comportata negli stessi modi con qualsiasi associazione. Difendere a prescindere qualcuno che forse sostiene lei politicamente perchè ne trae beneficio politico è offensivo perché noi siamo persone serie”.

Il sindaco non accetta l’accusa di ostruzionismo: “Non c’è, c’è invece la volontà di difendere una proprietà comunale importante”. Non solo: “Manderemo anche alla Corte dei Conti un parere da questo punto di vista. Ingegneri e tecnici del comune ci dicono che ci sono problemi in questo stabile. Poi l’associazione può trovare un altro stabile e pagare l’affitto”.

Ferrara, scontro sulla Resistenza. Fabbri: «Offensivi». La replica: «Imbarazzanti»

Il centro sociale chiuso da mesi. Zonari: «Fate ostruzionismo», e il sindaco si inalbera

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Ferrara Dopo quattro Pec senza risposta, documentazioni catastali irreperibili – ma necessarie per stilare il progetto richiesto – due incontri (uno con il sindaco, l’altro con l’assessore Lodi) rinviati poche ore prima dell’appuntamento, la consigliera Anna Zonari (La Comune) nel suo Question Time sulla situazione di stallo che da un anno tiene chiuso il Centro La Resistenza, parla di «atteggiamento ostruzionistico» da parte dell’amministrazione comunale. Tanto basta perché Fabbri si inalberi per quelle che ritiene parole «offensive», avanzando il diritto di riportare al Comune un «bene che in tanti anni non è stato ben gestito dall’associazione che lo aveva in affidamento». Perché «gli stabili non vanno dati così, sono un bene di tutti, e non mi piacciono i vittimismi». Poco prima l’assessore Lodi rispondendo a Zonari aveva sostenuto che l’associazione era venuta meno a quello che doveva essere l’uso della sede di via Resistenza 34 secondo la convenzione con Ancescao, ovvero un centro per anziani.oche ore prima dell’appuntamento, la consigliera Anna Zonari (La Comune) nel suo Question Time sulla situazione di stallo che da un anno tiene chiuso il Centro La Resistenza, parla di «atteggiamento ostruzionistico» da parte dell’amministrazione comunale. Tanto basta perché Fabbri si inalberi per quelle che ritiene parole «offensive», avanzando il diritto di riportare al Comune un «bene che in tanti anni non è stato ben gestito dall’associazione che lo aveva in affidamento». Perché «gli stabili non vanno dati così, sono un bene di tutti, e non mi piacciono i vittimismi». Poco prima l’assessore Lodi rispondendo a Zonari aveva sostenuto che l’associazione era venuta meno a quello che doveva essere l’uso della sede di via Resistenza 34 secondo la convenzione con Ancescao, ovvero un centro per anziani.

«Una risposta imbarazzante, Ancescao ha sempre puntato sull’intergenerazionalità – commenta poco dopo in piazza alla manifestazione organizzata da Cps La Resistenza il presidente Francesco Ganzaroli – Nulla di nuovo comunque, l’amministrazione ha gettato definitivamente la maschera. Come pretesto per farci chiudere ha sollevato problemi che noi segnalavamo da tempo, e non ci ha messo nelle condizioni per eseguire i lavori di riqualificazione che ci avevano richiesto, e per i quali due settimane dopo la chiusura avevamo raccolto già oltre 15mila euro tramite un crowdfunding e contattato varie ditte. Non ci è stato possibile visionare i verbali dei sopralluoghi che sono stati eseguiti, abbiamo segnalato una grave carenza di documentazione catastale e oggi il sindaco ha interrotto la consigliera perché ritiene offensivo sostenere che il Comune fa ostruzionismo, siamo con l’amaro in bocca», conclude rivolgendosi «a tutte le associazioni del terzo settore colpite dalla forza distruttiva di questa amministrazione perché facciano fronte comune collaborando a iniziative che mostrino ciò che loro vogliono rendere invisibile, cancellando la nostra esperienza. Oggi comincia una nuova fase di lotta perché La Resistenza possa riaprire». Un appello raccolto da Corrado Oddi, portavoce Forum Ferrara Partecipata: «Questa non è solo una battaglia sacrosanta del centro La Resistenza, ma è una battaglia per la democrazia, e a sentirsi offeso è il mondo del volontariato impegnato ad avere una città più aperta e non acquiescente».

 

Da giardino a parcheggio. La risposta “superficiale” di Lodi a Zonari

La consigliera de La Comune di Ferrara dice che “appare piuttosto generica e non entra nel dettaglio delle problematiche specifiche sollevate”

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Anche l’interrogazione bis di Anna Zonari (La Comune di Ferrara) non pare aver avuto successo vista la risposta “superficiale” dell’assessore Nicola Lodi in merito all’area cortiliva compresa tra i condomini di corso Piave, via Fiume, via Cassoli e corso Isonzo.

“La recinzione da cantiere – scrive Lodi nella risposta – rientra nella c.d. “Edilizia libera” ai sensi della L.R. 15/13.  Pertanto, per quanto il Comune di Ferrara abbia a cuore le funzioni ecosistemiche e sociali  dell’area, questa non rientra nelle competenze del Comune stesso. Si precisa, in ogni  caso, che gli ecosistemi riconosciuti sulla Terra sono: la foresta (temperata, tropicale e boreale); la savana; la steppa; il deserto; la tundra; la taiga; la macchia mediterranea”. Inoltre “l’area non è vincolata ai sensi del Codice dei Beni Culturali e pertanto non di  competenza della Soprintendenza”.

Il problema è che la risposta “non affronta direttamente alcune delle preoccupazioni sollevate” mentre “i toni sarcastici denotano mancanza di rispetto istituzionale, ma ancora più che verso di me, verso i residenti e le centinaia di cittadine e cittadini che stanno da mesi chiedendo aiuto al Comune per la salvaguardia di un habitat importante dal punto di vista dei benefici ecosistemici e sociali”.

“Possibile – domanda Zonari – che l’assessore non sappia che i benefici ecosistemici anche in ambiente urbano, dati dalla tutela della biodiversità, sono tra le principali strategie per il contrasto al surriscaldamento globale, alla prevenzione del dissesto idrogeologico e alla riduzione dell’inquinamento? Dalla sua risposta pare di sì”.

Zonari si dice insoddisfatta rispetto a questa seconda “pseudo risposta” per almeno 4 motivi. “L’assessore spiega – scrive Zonari – che la recinzione dell’area rientra nell’edilizia libera secondo la normativa regionale, quindi non richiede specifiche autorizzazioni comunali. Tuttavia, questa affermazione non risponde in modo esaustivo alle domande relative alla trasformazione dell’area da giardino a parcheggio e alle eventuali autorizzazioni necessarie per questa modifica”.

Manca poi una risposta “sui progetti di trasformazione e le autorizzazioni” infatti “non c’è alcun riferimento alla presentazione di un progetto specifico da parte del nuovo proprietario, né viene chiarito se il Comune abbia rilasciato autorizzazioni per la trasformazione dell’area cortiliva. Questo è uno dei punti centrali dell’interrogazione, che rimane quindi senza una risposta adeguata”.

Per quanto concerne le funzioni ecosistemiche e sociali dell’area Lodi “fa un elenco generico degli ecosistemi riconosciuti sulla Terra (ironizzando evidentemente sui benefici ecosistemici in ambiente urbano), senza entrare nel merito della situazione specifica dell’area in questione e del suo valore per la comunità locale”. Non offre dunque “alcuna strategia o indicazione su come il Comune intenda preservare le funzioni ecosistemiche e sociali che l’area ha svolto fino a questo momento”.

Infine “l’interrogazione faceva riferimento a possibili vincoli paesaggistici o di tutela culturale, ma la risposta dell’assessore si limita a dichiarare che l’area non è vincolata ai sensi del Codice dei Beni Culturali. Questo punto, però, ignora completamente il fatto che gli edifici circostanti potrebbero avere delle tutele, come ricordato nella premessa dell’interrogazione”.

Insomma, agli occhi de La Comune, “la risposta appare piuttosto generica e non entra nel dettaglio delle problematiche specifiche sollevate, omettendo di fornire informazioni cruciali sulle autorizzazioni e sulle azioni che il Comune intende intraprendere per tutelare l’area. La mancanza di un’analisi più approfondita rischia di apparire come un tentativo di eludere questioni più complesse legate all’urbanistica e alla salvaguardia dell’ambiente urbano”.

Mense scolastiche. Zonari: “Qual è lo stato di avanzamento dei lavori?”

https://www.estense.com/2024/1096636/mense-scolastiche-zonari-qual-e-lo-stato-di-avanzamento-dei-lavori/

La consigliera de La Comune di Ferrara interroga la giunta vista l’imminenza dei tempi di consegna previsti

Diversi sono gli interventi alle scuole primarie che il Comune iniziati nel luglio 2023. Sono stati annunciati, scrive Anna Zonari (La Comune di Ferrara) in un’interrogazione, “interventi di riqualificazione in quattro scuole primarie tra città e frazioni, finalizzati alla realizzazione di altrettante mense scolastiche per servire oltre 706 pasti in due turni e, in alcuni casi, per riqualificare le aree verdi scolastiche”.

“Qual è ad oggi – chiede la consigliera – lo stato di avanzamento dei lavori? Quali tempi sono previsti per l’attivazione delle nuove mense scolastiche? Quali tempi sono previsti per la riqualificazione necessaria delle aree verdi interne alle scuole citate, interventi indispensabili affinché bambine e bambini possano usufruirne?”

Due settimane fa erano stati i genitori di alcuni alunni della scuola di Fondoreno a scrivere “arrabbiati” per la “situazione incredibile della scuola”.

Si tratta di lavori per 3 milioni di euro “di cui circa 1,7milioni di stanziamento comunale e i rimanenti di fondi del Next Generation EU”. Ad essere coinvolte sono “la Don Milani (con stanziamento complessivo di 1.060.000 euro di cui 450mila di risorse europee e 610 mila del Comune), la “A. Franceschini” di Porotto (790.000 euro complessivi, di cui 450.000 da Pnrr e 295.000 Comune), la scuola di San Martino (550.000 euro di cui 196.000 da Pnrr e 354mila del Comune) e la scuola di Fondoreno (560mila euro
complessivi di cui 120mila euro da Pnrr e 440mila del Comune)”.

Zonari, sempre nell’interrogazione, fa anche notare “che il 12 febbraio 2024 l’amministrazione comunale ha promosso un incontro con la cittadinanza a Fondoreno per presentare il progetto della nuova mensa della scuola; che il 19 febbraio 2024 è stato inaugurato dall’amministrazione comunale il cantiere della nuova mensa della Scuola “A. Franceschini” a Porotto, con affidamento dei lavori all’impresa Arte Casa Immobiliare srlL, e annunciato il termine degli interventi per l’autunno 2024; che il 5 marzo 2024 è stato inaugurato il cantiere del progetto di riqualificazione della scuola primaria “Don Milani” e annunciata la consegna entro febbraio 2025; che l’11 marzo 2024 è stato inaugurato il cantiere per l’ampliamento dei servizi della scuola primaria “Bruno Farber” di San Martino”.

Mense scolastiche. Zonari: “Qual è lo stato di avanzamento dei lavori?”

La consigliera de La Comune di Ferrara interroga la giunta vista l’imminenza dei tempi di consegna previsti

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Diversi sono gli interventi alle scuole primarie che il Comune iniziati nel luglio 2023. Sono stati annunciati, scrive Anna Zonari (La Comune di Ferrara) in un’interrogazione, “interventi di riqualificazione in quattro scuole primarie tra città e frazioni, finalizzati alla realizzazione di altrettante mense scolastiche per servire oltre 706 pasti in due turni e, in alcuni casi, per riqualificare le aree verdi scolastiche”.

“Qual è ad oggi – chiede la consigliera – lo stato di avanzamento dei lavori? Quali tempi sono previsti per l’attivazione delle nuove mense scolastiche? Quali tempi sono previsti per la riqualificazione necessaria delle aree verdi interne alle scuole citate, interventi indispensabili affinché bambine e bambini possano usufruirne?”

Due settimane fa erano stati i genitori di alcuni alunni della scuola di Fondoreno a scrivere “arrabbiati” per la “situazione incredibile della scuola”.

Si tratta di lavori per 3 milioni di euro “di cui circa 1,7milioni di stanziamento comunale e i rimanenti di fondi del Next Generation EU”. Ad essere coinvolte sono “la Don Milani (con stanziamento complessivo di 1.060.000 euro di cui 450mila di risorse europee e 610 mila del Comune), la “A. Franceschini” di Porotto (790.000 euro complessivi, di cui 450.000 da Pnrr e 295.000 Comune), la scuola di San Martino (550.000 euro di cui 196.000 da Pnrr e 354mila del Comune) e la scuola di Fondoreno (560mila euro
complessivi di cui 120mila euro da Pnrr e 440mila del Comune)”.

Zonari, sempre nell’interrogazione, fa anche notare “che il 12 febbraio 2024 l’amministrazione comunale ha promosso un incontro con la cittadinanza a Fondoreno per presentare il progetto della nuova mensa della scuola; che il 19 febbraio 2024 è stato inaugurato dall’amministrazione comunale il cantiere della nuova mensa della Scuola “A. Franceschini” a Porotto, con affidamento dei lavori all’impresa Arte Casa Immobiliare srlL, e annunciato il termine degli interventi per l’autunno 2024; che il 5 marzo 2024 è stato inaugurato il cantiere del progetto di riqualificazione della scuola primaria “Don Milani” e annunciata la consegna entro febbraio 2025; che l’11 marzo 2024 è stato inaugurato il cantiere per l’ampliamento dei servizi della scuola primaria “Bruno Farber” di San Martino”.

Biometano a Gaibanella. Zonari: “Coinvolgere i cittadini”

La consigliera de La Comune di Ferrara interpella il sindaco e la giunta, insieme a tutte le opposizioni, per chiedere una maggiore coinvolgimento della popolazione

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Le minoranze in consiglio comunale (La Comune di Ferrara, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Lista Civica Anselmo) vogliono sapere a quale punto è l’iter del progetto per la costruzione dell’impianto a biometano a Gaibanella e “quali valutazioni verranno fatte per garantire il territorio, riguardo alle emissioni, al traffico indotto, alla tutela del manto stradale, all’utilizzo del digestato”. Chiedono anche “se sono previste forme di coinvolgimento della cittadinanza e la possibilità di presentare osservazioni scritte entro i 60 giorni stabiliti, per assicurare una partecipazione attiva e informata della comunità” e “se si intende convocare una commissione congiunta ambiente urbanistica, al fine di consentire ai consiglieri di esercitare il loro diritto di essere informati, nonché di vigilanza e controllo”.

Anna Zonari, prima firmataria, interpella così sindaco e giunta ricordando che “le linee guida dell’European Biogas Association (Eba) raccomandano di affrontare le preoccupazioni della comunità (sicurezza, rumore, odori, viabilità, ecc.) con un approccio partecipativo e trasparente, che implica il coinvolgimento della cittadinanza per informarla sugli impatti del progetto e raccogliere eventuali preoccupazioni o opposizioni”.

“La costruzione di centrali di questo tipo – scrive – possono avere ripercussioni in termini di emissioni inquinanti, date anche dal trasporto delle biomasse dal punto di origine alla centrale di biometano, traffico derivato, deterioramento delle strade e problemi di manutenzione, consumo di suolo, riduzione delle coltivazioni alimentari, utilizzo agronomico del digestato, dubbia ricaduta economica per il territorio”.

Viste le criticità, le stesse sollevate non solo preventivamente  ma anche da residenti che si sono trovati a vivere nelle vicinanze di una centrale, “è essenziale garantire la massima trasparenza e il coinvolgimento della comunità locale, dato che il progetto può influire sulla qualità della vita dei residenti in termini di salute, sostenibilità ambientale, economica e sociale”.

Ricorda infine che “nei territori vicini esistono già altre centrali e sono in corso iter autorizzativi per la costruzione di nuove strutture simili, ma manca una valutazione cumulativa degli impatti”.

Incendio Formignana, Zonari: “Poteva essere una tragedia”

La consigliera de La Comune di Ferrara torna sul caso di Giuseppina Salvi e famiglia scampata a un incendio a Formignana. Aveva già presentato un’interrogazione a cui non ha ancora avuto risposta

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Anna Zonari (La Comune di Ferrara) come consigliera comunale sente “il dovere di portare all’attenzione della comunità un caso già noto alla stampa, che ci riguarda tutti”. Si tratta di quanto successo la scorsa notte a Formignana dopo che per mesi la signora Giuseppina Salvi e i figli avevano trovato riparo presso un tendone esterno all’ingresso due dell’ospedale di Cona.

“Da aprile – scrive Zonari – ha vissuto in condizioni precarie, con i suoi due figli, in un gazebo davanti all’ospedale di Cona. Nonostante abbia già presentato un’interrogazione in merito, sono ancora in attesa di risposta dalle istituzioni”.

“Una settimana fa – spiega la consigliera comunale – questa famiglia è stata trasferita in un appartamento messo a disposizione da Acer, nel Comune di Tresignana, su richiesta del Comune di Ferrara, in regime di emergenza abitativa”. Chiaramente, “senza elettricità, di notte, la signora è stata costretta a utilizzare delle candele”. Così “la scorsa notte, una candela lasciata accesa ha dato fuoco al tavolo e poi a una delle due stanze! Solo per una fortunata coincidenza non si è trasformata in una tragedia, ma uno dei figli ha riportato ustioni (per fortuna non gravi) e gran parte dei documenti e degli affetti personali della famiglia sono andati distrutti. Sono arrivati i vigili del fuoco e la famiglia è stata portata al pronto soccorso”.

“Poteva essere una tragedia”.

Ora la donna e i figli sono ospitati presso la foresteria del Sant’Anna e “la signora non ha ancora una residenza”. Questo “nonostante abbia richiesto la residenza fittizia per ben due volte negli scorsi mesi al Comune di Ferrara, non le è stata assegnata”.

Con la residenza fittizia “avrebbe potuto ottenere la reversibilità della pensione del marito, deceduto a Cona e seppellito in Certosa. Senza residenza, non può attivare il contratto dell’acqua e senza un contratto di locazione non può richiedere la residenza a Tresignana”.

Si tratta, dice Zonari, di “un cortocircuito burocratico che rischia di compromettere gravemente la vita di questa famiglia, lasciandola in una condizione di precarietà inaccettabile”.

Le domande cruciali secondo la consigliera sono: “L’Asp sta davvero seguendo questa famiglia? Questo è un nucleo chiaramente fragile e vulnerabile, in difficoltà da mesi. Cosa è stato fatto finora per loro? Quali provvedimenti sono stati presi? Finora si è visto l’enorme supporto di alcuni volontari, che si sono attivati per aiutare la signora e i suoi figli. Ma è compito del Comune garantire un’abitazione dignitosa e accessibile, come dovrebbe essere nel 2024, a Ferrara”.

“Chiedo pubblicamente – conclude – misure immediate per risolvere questa situazione inaccettabile, con un supporto concreto e un’abitazione vivibile. Ferrara merita di più, e soprattutto queste persone meritano di più”.