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La Comune di Ferrara | Femminile, Plurale, Partecipata

Autore: Rodolfo Baraldini

Famiglia nel gazebo a Cona, ora si profila una soluzione

Il Comune resta in silenzio ma è al lavoro. La famiglia: «Grazie a chi ci aiuta»

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Ferrara Il caso della famiglia che vive da sei mesi in un gazebo nei pressi di un ingresso dell’ospedale Sant’Anna ha creato un forte imbarazzo a Palazzo municipale. Da quando la notizia è uscita il Comune non ha ritenuto di prendere posizione o di spiegare i motivi per cui è stata respinta la richiesta della vedova e dei due figli che chiedono l’assegnazione di una residenza fittizia, condizione che consentirebbe alla donna – come hanno spiegato lei stessa e il coordinatore del servizio Avvocati di StradaRaffaele Rinaldi – di poter produrre documentazione valida ai fini burocratici. Come la richiesta della pensione di reversibilità (il marito è deceduto al Sant’Anna il 5 aprile scorso, da marzo la famiglia abita nel gazebo).

Ieri il giornale ha chiesto una risposta all’assessora alle Politiche sociali, Cristina Coletti, e alla collega con la delega all’Anagrafe, Francesca Savini. Quest’ultima ha risposto solo che «la vicenda è di un periodo antecedente la mia nomina». L’assessora precedente era Cristina Coletti, che ha mantenuto in questa consigliatura le Politiche sociali ma non l’Anagrafe, passata a Savini. Sotto la coltre di silenzio, però, qualcosa si muove.

Non se ne conoscono i dettagli ma nessuno è tornato ieri ad invitare il nucleo familiare a lasciare al più presto la città perché entro metà mese il gazebo sarà smantellato. Sembra che da ieri – dopo mesi di stallo e dinieghi durante i quali la famiglia ha potuto avvalersi solo dell’assistenza di due associazioni,“Un tetto di cuori” e “Avvocati di Strada” – si stia prospettando una soluzione per sistemare almeno provvisoriamente il nucleo e assegnargli una residenza. Un’ipotesi che potrebbe prevedere la collaborazione di un comune della provincia. Nessuna notizia ufficiale per ora. Come avviene in molti casi che includono aspetti di natura sociale, mentre si esplorano le varie possibilità, la cautela opposta dagli enti può significare che sono al lavoro. Dalla famiglia ieri un commento: «Se maturerà qualcosa ci aspettiamo che non siano solo parole. In questo caso il nostro grazie a chi si sta prodigando per noi».

ntanto la questione ha attirato l’attenzione di Anna Zonari, consigliera comunale de “La Comune”. «Il nostro ordinamento prevede la possibilità per la persona senza dimora di stabilire la residenza nel luogo del proprio domicilio, ovvero nel Comune in cui la persona vive di fatto e, in mancanza di questo, nel Comune di nascita, e di fissare la residenza in una via fittizia territorialmente non esistente», scrive in un’interrogazione.

Una sentenza del Tribunale di Milano, del 2003, aggiunge Zonari, ha fra l’altro ristretto i limiti discrezionali dei Comuni in materia confinandoli all’ambito puramente accertativo. La consigliera chiede dati sulle domande di residenza fittizia presentate in Comune negli ultimi 5 anni, accolte o respinte e i criteri di valutazione, quante richieste di medico di base e di abbonamenti al trasporto pubblico siano state accolte per persone senza fissa dimora; «quali “accurati accertamenti” abbia svolto l’amministrazione in seguito alla richiesta di iscrizione anagrafica della signora (caso Cona, ndr); quali iniziative intenda assumere l’amministrazione comunale».

Cortile trasformato in parcheggio. Zonari deposita interrogazione bis

La consigliera de La Comune di Ferrara torna alla carica sull’area cortiliva ceduta da Acer a un privato dopo le insoddisfacenti risposte di Lodi

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Arriva l’interrogazione bis de La Comune di Ferrara che aveva già annunciato di non essere soddisfatta della risposta dell’assessore Nicola Lodi rispetto al problema sollevato dell’area cortiliva tra via Cassoli, corso Piave e via Fiume. Un’area ceduta da Acer a un privato cittadino, dopo che i condomini non hanno concluso l’acquisizione, che pare abbia intenzione di utilizzarla per realizzare stalli di parcheggio da affittare a privati.

Le domande che il gruppo con la consigliera Anna Zonari pone all’assessore e per le quali ritiene necessaria una risposta urgente sono: “Se l’acquirente privato, che ha acquistato l’area cortiliva in oggetto e ha già provveduto a recintarla, abbia presentato un progetto di trasformazione dell’area, cosa questo preveda e se l’Amministrazione abbia già rilasciato autorizzazioni al riguardo? Quali provvedimenti il Comune di Ferrara intenda assumere per preservare le funzioni ecosistemiche e sociali che l’area ha svolto fino ad ora? Si ritiene di interpellare la Sopraintendenza al riguardo?”

Si tratta di quesiti già posti e ora riproposti perché la risposta all’interrogazione di Lodi sarebbe: “…si ritiene che l’Azienda Casa Emilia Romagna (Acer) di Ferrara abbia già fornito esaustivo riscontro riguardo le richieste della Consigliera Anna Zonari, così come riportato dall’articolo del quotidiano locale ‘la Nuova Ferrara’ pubblicato sabato 10 luglio u.s. dal titolo ‘Sul cortile comune decide la proprietà’ a pagina 16”.

Acer, appena avuto notizia della prima interrogazione della consigliera, aveva inviato una nota a tutte le redazioni nella quale spigava come si era arrivati alla vendita ad un privato piuttosto che a quella ai condomini. Quella di non acquistare sarebbe infatti stata una loro scelta. Ciò che manca, e a cui Acer non può rispondere, sono le domande fin da subito rivolte all’amministrazione prendendo in causa i regolamenti comunali.

Zonari ricorda che “per contrastare inquinamento, ondate di calore e promuovere interventi intersettoriali per la vivibilità, la salute e il benessere urbano, la Regione, nell’ambito del Piano Nazionale della Prevenzione – Pnp (Intesa Stato-Regioni e PP.AA. del 6 agosto 2020) – Macro-obiettivo 5 ‘Ambiente Clima e salute’, ha recentemente pubblicato un ‘documento guida’, che lega indicatori di salute a indicatori ambientali e territoriali, per orientare la lettura e la definizione dei piani urbanistici nell’ottica della salute pubblica”. Inoltre “la Strategia dell’Unione Europea per le Infrastrutture Verdi promuove la creazione e lo sviluppo di reti di infrastrutture verdi e blu a partire da quelle esistenti, capaci di contrastare condizioni di fragilità e al contempo di massimizzare la biodiversità e la produzione di servizi ecosistemici, anche in ambito urbano, in sintonia con le strategie europee su Green Infrastructure (2013) e Biodiversity (2020), con la Carta di Bologna per l’Ambiente (2017), con il Piano Europeo per l’ambiente European Green Deal (2019) e il Next Generation Eu”.

Tematiche presenti anche nel Regolamento del Verde pubblico e privato del Comune di Ferrara che all’articolo 1 afferma: “Il verde urbano […] svolge importanti funzioni climatiche ed ecologiche, urbanistiche e sociali. Contribuisce al miglioramento della qualità urbana […], svolge funzioni essenziali per la salute pubblica contrastando l’inquinamento atmosferico, termico ed acustico”, e all’Art.4 che “Le alberature aventi circonferenza del tronco superiore a cm 60, le piante con più tronchi se la somma delle circonferenze supera i cm cm 60, misure rilevate ad 1 m dal suolo, devono essere rigorosamente conservate”.

La consigliera ricorda che “nell’area in questione sono stati affissi dei cartelli che pubblicizzano la vendita e/o l’affitto di posti auto non pertinenziali; cosa che comporterebbe l’ottenimento di un’autorizzazione rilasciata dall’Ufficio tecnico del Comune (attraverso una SCIA o un Permesso di Costruire che garantisca il rispetto di tutte le normative urbanistiche, edilizie e ambientali applicabili), compreso un nulla osta da parte dell’Ufficio Verde”.

“Un parcheggio nell’area cortiliva – aggiunge – aumenterebbe ulteriormente i livelli di inquinamento (in quanto altre auto si sommerebbero a quelle dei residenti) e le temperature di calore estivo, riducendo i benefici ecosistemici dovuti a piante già grandi capaci di garantire ombreggiatura e conseguente riduzione delle temperature”.

Nota quindi che “estrapolando i dati delle centralina Arpae di Corso Isonzo, ovvero molto vicina all’area in questione, relativi al periodo dal 1/1/2018 a maggio 2024, emerge che su 2163 valori medi giornalieri, 321 risultano oltre il limite di 50 µg/m³ (cioè 15% dei casi), limite che per legge non deve essere superato più di 35 giorni/anno (35/365 = 9,5% dei casi)”. E ancora, estrapolando i dati dal sito del Comune, “relativamente a Corso Isonzo, grazie alle centraline sperimentali installate nell’ambito del progetto Air Break, indicano, per il periodo dal 17/9/2021 a sabato scorso, che il valore di 50 µg/m³ (che però è la soglia riferita alla media giornaliera) è stato superato in 2500 casi su 21mila (cioè 12%), quindi sempre superiore al limite di legge del 9,5%”.

Infine, scrive Zonari, “in data 30 agosto 2011, la Soprintendenza  per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Ravenna, Ferrara, Forlì/Cesena Rimini ha chiarito per iscritto che ‘i quattro palazzi posti all’incrocio di Corso Piave e Via Fiume risultano tutelati ai sensi dell’articolo 10 del D,Lg. 42-2004 in virtù del D.D.R. del 4/11/2005; pertanto ogni intervento, specialmente in facciata e negli spazi comuni dell’immobile, interni o esterni, deve essere regolarmente autorizzato da questa Soprintendenza ai sensi dell’art. 21 del medesimo Decreto 42-2004′”. Per questo “l’area è ad alto potenziale archeologico, per cui valgono le disposizioni di cui all’art. 107. 2.2.4 del RUE vigente”.

Il Quartiere Giardino e la bella modernità che si sta perdendo un po’ per volta

Intervento del professor Romeo Farinella sulle interrogazioni di Anna Zonari: “Occasione per aprire un dibattito su questo quartiere bello ma malandato”

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di Romeo Farinella*

Le interrogazioni della consigliera Anna Zonari sulla privatizzazione di un’area verde del quartiere Giardino apre una riflessione interessante e, partendo da un problema localizzato, ne apre uno più ampio. Il tema è noto, Acer ha venduto un suolo residuo corrispondente a un giardino interno di un isolato ad un privato che intende farci un parcheggio, non si sa come, tagliando gli alberi e asfaltando? L’Amministrazione su questo non ha risposto. Le ragioni di Acer sono state rese note da un comunicato pubblicato dalla stampa, ma il problema è più complesso e come al solito riguarda cosa si vuole fare di questa città e dei suoi spazi verdi e, in particolare, cosa ne vuol fare l’amministrazione cittadina.

Il Quartiere Giardino è un quartiere del Novecento con un alto valore storico-urbanistico ed è un ibrido che riassume idee riferibili alla città giardino di Ebenezer Howard, alla Parigi del prefetto Haussmann e alla Barcellona di Ildefonso Cerdà. È il frutto del progetto di una serie di tecnici colti che forse Ferrara dovrebbe celebrare di più, ma sappiamo che Ferrara ha avuto in questi decenni delle difficoltà a riconoscere la sua storia contemporanea: da Adamo Boari a Ciro Contini, da Bassani e Antonioni e anche Vancini. Ignorare così palesemente un patrimonio di cultura contemporanea di questa ricchezza è veramente sconcertante. Sarebbe bastato in fondo un Museo della Città, caso mai legato ad un Urban Center, come centro di informazione, formazione, e produzione di idee, visioni e progetti per la città, per fare sintesi e promozione di questo patrimonio tangibile e intangibile.

Il valore del quartiere è non tanto e non solo nella architettura “vernacolare” dell’inizio del secolo scorso ma nella qualità dei suoi spazi aperti, nei suoi viali alberati, nelle sue corti interne agli isolati residenziali. Questi tipi di spazi pubblici oggi li ritroviamo, ben valorizzati ad Amsterdam nel quartiere di Oud-Zuid, negli square Parigini, o nelle Hofe Viennesi. Gran parte di questi quartieri europei sono strutturati con differenti modalità ma quella prevalente vede un giardino al centro con prato, arbusti e alberi a servizio della comunità e dei cittadini. In alcuni casi tra l’allineamento delle case “popolari” e l’area verde pubblica ci sono dei giardini privati delimitati da siepi e alberi che rafforzano la dotazione vegetale del quartiere, come nella Siedlung Römerstadt di Francoforte. Qualcuno potrebbe obiettare e dove parcheggiamo le auto? In strada, basterebbe rendere il quartiere e i controviali di corso Isonzo una Ztl e ci sarebbero parcheggi per tutti i residenti. Mentre per i non residenti esiste già il Mof e si potrebbero prevedere altri piccoli parcheggi pubblici sui bordi del quartiere.

Questo quartiere un tempo era un presidio pubblico e le sue vicende attuali testimoniano due cose: la capacità passata di concepire e realizzare la “città pubblica”, e l’incapacità di oggi di mantenerla e gestirla. Sappiamo che per il neoliberismo imperante di sinistra e di destra la parola “pubblico” suscita prurito e irritazione, ma il quartiere Giardino se da un lato è un esempio di svendita ai privati di un bene comune di interesse sociale e patrimoniale, dall’altro evidenzia l’incapacità di mantenere in città dei presidi di uso pubblico e sociale a servizio della residenza e di verde urbano diffuso, incastrati negli interstizi della città (delle isole di calore non ne parliamo più, abbiamo risolto il problema con Cortevecchia?). Tra l’altro siamo in un’area tra le più inquinate della città, anche grazie all’ “autostrada” di corso Isonzo come ricorda la Zonari.

L’altro aspetto che non sottovaluterei è la militarizzazione del quartiere Giardino. Questa sta compiendo passi da gigante, è iniziata con lo stadio che ormai è una cittadella fortificata. Una sorta di “città proibita” che incute paura quando gli passi di fianco. In origine, l’errore fu pensare questo spazio come stadio, quando in origine al centro del quartiere si prevedeva un grande parco, e soprattutto continuare a considerarlo tale quando il calcio ha iniziato a professionalizzarsi. In molte città italiane gli stadi costruiti all’inizi del ‘900 sono collocati nel centro storico, entro le mura o nel perimetro della città antica. Erano di fatto delle attrezzature urbane concepite senza troppe preoccupazioni in relazione ai problemi dell’accessibilità e della sicurezza. Oggi gli stadi non possono più stare in città vanno spostati fuori, per l’accessibilità, per il rumore, il traffico, la sicurezza, il disagio per i residenti. È una occasione che andava colta diversi decenni fa, il non averlo fatto ci ha lasciato una “neoplasia” edilizia nel cuore della città storica, che evolve, ampliandosi o restringendosi, a seconda della serie dell’anno.

Infine, abbiamo anche il parco tra via Cassoli e via Poledrelli: uno spazio pubblico che con la sua recinzione con le punte aguzze mette i brividi. Un tempo si rifinivano i muri di separazione con i cocci di vetro rotto; ora sono ritornate le punte ottocentesche che rammentano quanto è pericoloso saltare un cancello. In altri paesi delimitano spazi di questo tipo con delle siepi molto fitte, associate ad alberi e arbusti (che nascondono, “a panino”, una rete) e che cambiano di colore a seconda delle stagioni, diventando incubatori di biodiversità. Ma poi il verde va gestito quindi meglio una militaresca e maschia delimitazione metallica.

Credo che la vicenda del quartiere Giardino, sollecitata dalla interrogazione della Zonari, possa costituire l’occasione per aprire un dibattito (sempre se a qualcuno interessa) su questo quartiere bello ma malandato, ostaggio delle auto (è l’unica zona del centro storico dove il parcheggio è libero) ricomprendendo Corso Isonzo e gli interventi senza alcun senso urbanistico che stanno realizzando nella zona del Mof, come quella piazza lastricata e alberata dei Rampari di San Paolo, con le strisce parallele di verde ormai bruciato dal sole e sempre vuota. Un progetto bizzarro perché associa minerale (la pavimentazione) e naturale (gli alberi) ma il “minerale” domina il “naturale” quando si poteva tranquillamente realizzare un piccolo “bosco” lineare sull’allineamento dei rampari, con prato, arbusti e alberi e qualche piazzola con panchine per sedersi e caso mai anche una fontana. Un progetto di vecchia concezione che non tiene in considerazione il problema del contrasto alle isole di calore e riassume tutti i nonsense di un’urbanistica retorica che guarda alle immagini ammiccanti delle riviste e che non si pone il problema dei contesti reali dove queste realizzazioni vengono calate.

*Dipartimento di Architettura Università di Ferrara – Professore ordinario di Progettazione Urbanistica – Direttore del CITERlab – Laboratorio di progettazione urbana e territoriale – Membro del Ccsi Centro di Ateneo per la Cooperazione allo Sviluppo Internazionale Unife

Da giardino a parcheggio privato. Lodi non risponde ad Anna Zonari

La consigliera de La Comune di Ferrara torna sulla questione dell’area cortiliva tra le vie Piave, Cassoli e Fiume. Pronta una nuova interrogazione

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Poco prima di Ferragosto Anna Zonari aveva presentato un’interrogazione sull’area cortiliva di una serie di palazzi tra via Piave, via Cassoli e via Fiume a risponderle è stato l’assessore Nicola Lodi, “di fatto – scrive la consigliera del gruppo La Comune di Ferrara – non rispondendo ai quesiti che avevo posto”. Proprio per questo, fa sapere, che nei prossimi giorni presenterà una nuova interrogazione.

“Parlo – spiega la consigliera – di un’area cortiliva recentemente venduta da Acer ad un privato, che vuole ricavarne un parcheggio, ovvero vendere o affittare posti auto, come da cartelli che erano apposti e come da informazioni telefoniche fornite chiamando il numero indicato sui cartelli”. Acer, conseguentemente all’interrogazione e alla sua pubblicazione sulla stampa aveva risposto facendo sapere che i condomini non avevano voluto acquistare, motivo per cui si è proceduto alla vendita a un soggetto terzo.

Anna Zonari si concentra però sulla risposta avuta da Lodi. “I quesiti a cui di fatto l’assessore non ha risposto sono se l’amministrazione è a conoscenza: se il nuovo proprietario abbia presentato un progetto di trasformazione dell’area, cosa questo preveda e se l’amministrazione abbia già rilasciato autorizzazioni al riguardo; cosa il Comune di Ferrara intenda fare per preservare le funzioni ecosistemiche e sociali che l’area ha svolto fino ad ora”.

La consigliera allega anche alcune foto nelle quali si vede l’area prima di essere transennata. “Prima – scrive -, lì trovavano refrigerio le persone anziane residenti nei condomini adiacenti, i bambini con i loro giochi in natura. Sulle fronde degli alberi pare si posi addirittura il gufo reale e nell’area verde si possono incontrare dei ricci”.

“Personalmente – prosegue – non avevo mai visto un oleandro così grande, c’è anche un ibisco, un piccolo acero e un maestoso bagolaro. Un posto molto bello. Un esempio di come è stato concepito il quartiere Giardino nella sua fondazione, ovvero che ogni isolato avesse un giardino”.

“Venendo a casa – riflette concludendo – ho pensato con invidia a Vienna, all’Inghilterra, ai paesi scandinavi, dove il verde è considerato un bene comune e la sua vendita viene fortemente regolamentata. Lo si tutela e lo si considera per quello che è davvero: un polmone verde a beneficio della comunità… tra l’altro in un’area della città, Corso Isonzo, dove le centraline Arpae registrano spesso sforamento da polveri sottili e si sa (si sa?) che gli alberi svolgono una funzione naturale di mitigazione”.

Zonari auspica una commissione congiunta Mobilità e Ambiente

L’ex candidata sindaca interviene dopo la discussione nel consiglio comunale del 29 luglio in merito alla mozione per contrastare con efficacia il problema delle soste selvagge e abusive

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di Anna Zonari*

A mio avviso, durante il Consiglio comunale del 29 luglio, è accaduta una cosa estremamente interessante. Come minoranza abbiamo presentato una Mozione per l’adozione di misure atte a contrastare con efficacia il problema delle soste selvagge e abusive nella città di Ferrara, utilizzando come esempio l’ultimo ed eclatante abuso verificatosi nella serata di domenica 7 luglio, in occasione del concerto di Calcutta in Piazza Ariostea, quando migliaia di auto si sono riversate nel sottomura tra via Porta Mare e via Caldirolo.

La mozione è molto articolata e chiedeva al Consiglio comunale di impegnare Giunta e Sindaco ad assumere più personale nell’organico della Polizia Locale, al fine di garantire la massima operatività ed efficacia sia nell’ordinarietà, in particolare nelle zone di accesso e sosta in ZTL, nelle zone 30, così come in occasione di concerti di grandi dimensioni, eventi turistici e partite di calcio, suggerendo la predisposizione di parcheggi temporanei alle porte della città e navette gratuite verso i luoghi degli eventi.

Nel mio intervento a sostegno della mozione, ho voluto proporre di orientare lo sguardo da un punto di vista più ampio, augurandomi possa diventare spunto utile e propositivo per il futuro.

Sostanzialmente due proposte:
1. In un’ottica di Amministrazione condivisa, co progettare gli eventi e in generale le proposte culturali coinvolgendo i vari portatori di interesse, che possono anche rappresentare interessi confliggenti, proprio per prevenire rischi e cercare soluzioni condivise. Tra i portatori di interesse ci sono chiaramente anche i cittadini che risiedono in prossimità degli eventi e le associazioni e i comitati impegnati nel promuovere la mobilità sostenibile.
2. Chiedersi come incoraggiare i cittadini a recarsi agli eventi utilizzando mezzi sostenibili. Cosa può fare una Amministrazione per promuovere eventi in cui circolino meno auto?

Alcuni spunti:
1. Potenziare il Trasporto Pubblico che significa ovviamente potenziare il personale nel rispetto dei contratti collettivi nazionali: incrementare la frequenza dei mezzi pubblici durante gli eventi, estendendo gli orari di servizio; linee dirette o navette dedicate che colleghino i principali punti di arrivo (stazione ferroviarie, terminal degli autobus, parcheggi scambiatori alle porte della città) con il luogo dell’evento.
2. Prestito di biciclette e percorsi ciclo-pedonali: organizzazione di un parco di biciclette di proprietà comunale, delle quali si può usufruire dietro pagamento di una quota associativa e di una tariffa oraria, con l’obbligo di riconsegnarle, al termine dell’utilizzo, presso uno qualsiasi dei vari punti di distribuzione; parcheggi custoditi per biciclette vicino al luogo dell’evento; circuiti ciclo pedonali interconnessi tra loro e con il trasporto pubblico. Non quindi ricuciture, ma realizzare un sistema integrato di trasporto pubblico e ciclo-pedonale sicuro.
3. Incentivi Economici: sconti sul biglietto e agevolazioni per chi accede all’evento utilizzando la mobilità sostenibile; organizzazione di concorsi o estrazioni di premi per coloro che utilizzano mezzi sostenibili per recarsi ai concerti; coinvolgere in Responsabilità Sociale d’Impresa sponsor e aziende impegnate nella riduzione dell’impatto ambientale, per offrire ulteriori benefici (es. buoni sconto, gadget) a chi usa la mobilità sostenibile.
4. Campagne di Sensibilizzazione tramite social media, siti web, radio, TV, giornali e app per promuovere i vantaggi dell’uso della mobilità sostenibile per recarsi ai concerti.
5. Guide e Mappe: Fornire guide dettagliate su come raggiungere il luogo del concerto con mezzi 6. Coinvolgimento della società civile per organizzare eventi collaterali che promuovano la mobilità sostenibile, come ciclopasseggiate o camminate di gruppo verso il concerto.

Implementando queste misure, l’Amministrazione può rendere più facile e attraente per i cittadini utilizzare mezzi di trasporto sostenibili per recarsi ai concerti, contribuendo così a ridurre il traffico e l’inquinamento, migliorando l’esperienza complessiva degli eventi e migliorando anche la reputazione della città.

Questo intervento ha stimolato alcuni interventi favorevoli anche nella maggioranza, compreso l’Assessore Lodi, che si è mostrato interessato a queste sollecitazioni.

L’auspicio è che alla ripresa delle Commissioni a settembre si possa istituire una Commissione congiunta Mobilità e Ambiente per iniziare a discutere assieme, maggioranza ed opposizione, sue questi obiettivi trasversali per contribuire a rendere Ferrara più sostenibile, attrattiva e sicura.

*consigliera comunale di Ferrara ed ex candidata sindaca per La Comune di Ferrara

Verde pubblico, Zonari: “Impegno trasversale per le sfide ambientali”

La capogruppo de La Comune di Ferrara chiede unità sul tema “In un contesto politico fortemente polarizzato, anche le battaglie trasversali rischiano di essere occasioni perdute invece che terreni su cui trovare convergenza”

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Il mio mandato in qualità di consigliera comunale, si basa sul programma elettorale de La Comune di Ferrara, che poggia su una visione di città orientata al raggiungimento della neutralità climatica. In particolare, le cittadine e i cittadini che ci hanno votato, si oppongono alla cementificazione e al consumo di suolo e chiedono una amministrazione che tuteli e potenzi il verde pubblico.

Il verde pubblico, va inteso come servizio ecosistemico fornito alla collettività e va riconosciuto come bene comune: riduce gli effetti delle ondate di calore (che colpiscono soprattutto la popolazione anziana e più fragile), contrasta gli
allagamenti, favorisce la socializzazione delle persone nei parchi, contribuisce all’aumento della biodiversità. Promuovere, mantenere e tutelare il verde urbano e periurbano è un obiettivo di pubblico interesse, e va perseguito in maniera trasversale non da una parte politica o da un’altra, né tanto meno per avere visibilità.

In un contesto politico fortemente polarizzato, anche le battaglie trasversali rischiano di essere occasioni perdute, invece che terreni su cui trovare convergenza, per l’interesse dei cittadini.

Nel caso specifico, riteniamo che l’interpellanza urgente che ho presentato al sindaco con richiesta di atto di autotutela decisoria con clausola di immediata efficacia per carattere cautelare ed urgente, sia uno strumento che consente, come la legge prevede, la rivalutazione della situazione di fatto e di diritto esistente.

Una situazione complicata ed ingarbugliata che risale alle diverse amministrazioni che si sono succedute dalla fine degli anni ’80 ad oggi. Motivo in più per cercare trasversalmente soluzioni efficaci.

 

Area verde di via Favero. Zonari chiede al Comune di agire in autotutela

La consigliera: “La mancata acquisizione, prevista da un accordo con il privato, costituirebbe un danno erariale”

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Il Comune di Ferrara agisca in autotutela per fermare i lavori nell’area verde tra via Mozzoni e via Mafalda Favero. Lo chiede con una interpellanza urgente Anna Zonari. La consigliera de “La Comune di Ferrara” ricostruisce l’iter che ha portato oggi le ruspe a scavare i terreni per le fondamenta di un edificio bifamiliare e ad abbattere due alberature.

L’inizio di quei lavori risultava, dal cartello posizionato nel cantiere, già previsto dal 4 aprile 2024, ma Zonari ricorda che nel 1989 era stata concordata la cessione al Comune da parte del proprietario dell’area verde, in sostituzione degli oneri economici per altra urbanizzazione.

Il problema è che il Comune non ha mai formalizzato quella cessione e nel 2013 l’area ha subito un cambio di classificazione, da Sottozona E3.2 (zona di particolare interesse paesaggistico ambientale) a residenziale, “non coerente – sottolinea la consigliera – con quanto sopra ricordato”.

E così fino al 2019 gli abitanti del quartiere hanno usufruito di quell’area verde, la cui manutenzione e falciatura veniva curata dal Comune stesso e da cinque anni gli abitanti del quartiere sono mobilitati per salvarla.

Nella passata consiliatura è stata attivata anche, su richiesta del gruppo Ferrara Nostra, una commissione comunale speciale d’indagine sulla vicenda, che ha concluso i propri lavori con un atto, firmato dal direttore generale del Comune di Ferrara, Sandro Mazzatorta, con il quale il 14 maggio 2024 la proprietà è stata invitata a procedere alla cessione al Comune dell’area.

Zonari a questo punto ricorda che “la riduzione del consumo di suolo dovrebbe rappresentare una priorità per ogni amministrazione comunale” e che “la pubblica amministrazione ha il dovere di curare nel miglior modo possibile l’interesse pubblico ad essa affidato”. Questo anche perché, riflette la consigliera, “la mancata acquisizione da parte del Comune dell’area in oggetto costituirebbe un danno erariale, in quanto sostitutiva degli oneri di urbanizzazione dovuti”.

Come uscirne? La richiesta di Zonari, rivolta al sindaco di Ferrara, è di adottare “un atto di autotutela decisoria con clausola di immediata efficacia a carattere cautelare e urgente per fermare i lavori nell’area di via Mozzoni – Favero – Serrao e che consenta, come la legge prevede, la rivalutazione della situazione di fatto e di diritto esistente, al fine di salvare e restituire alla comunità quell’area verde”.

Zonari: “Necessario un nuovo modo di fare politica”

La consigliera de La Comune di Ferrara si domanda come “possa venire in mente a qualcuno di chiamare per dileggiare un avversario politico”

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“La campagna elettorale appena conclusa e i gravi strascichi dei giorni successivi, che hanno di nuovo condotto senza gloria la nostra città sulle pagine nazionali di alcuni quotidiani, rendono una volta ancora più evidente la necessità di un nuovo modo di far politica, di un linguaggio diverso e di comportamenti rispettosi delle persone e delle istituzioni”. Inizia con queste parole la riflessione di Anna Zonari, neo eletta in consiglio comunale per La Comune di Ferrara ed ex candidata sindaca.

“Non so, francamente, come a qualcuno, oltre tutto un assessore uscente (alla Cultura!) – aggiunge – possa venire in mente di telefonare a un avversario politico, per dileggiarlo il giorno della sconfitta. Basterebbe questo per denunciare la mancanza di senso delle Istituzioni, ma come sappiamo c’è stato di più: un’espressione volgare e sessista in sottofondo, che potrebbe essere addirittura stata pronunciata dal Primo Cittadino all’avvocato Anselmo e poi una seconda, indirizzata verosimilmente alla senatrice Ilaria Cucchi. Ad entrambi desidero esprimere la mia solidarietà”.

Anna Zonari nota anche come questa non sia “la prima volta che in questi mesi assistiamo ad espressioni verbalmente aggressive”. Ricorda, “poche settimane fa, gli insulti del vicesindaco Lodi a una giornalista di un quotidiano locale. Avvenimenti che sono gravi a prescindere. Ancora più gravi perché provenienti da figure che ricoprono un ruolo istituzionale”.

“Noi come La Comune di Ferrara – conclude – in questi mesi abbiamo ripetutamente sottolineato la necessità che la politica torni ad occupare il ruolo nobile che le spetta, a partire dai suoi esponenti che devono essere testimoni credibili del rispetto delle Istituzioni e prima ancora della dignità delle persone.

Elezioni, Zonari: “Un voto contro la politica urlata”

Chiusura di campagna elettorale per la candidata de La Comune: “Abbiamo scelto di non usare un atteggiamento basato sulle critiche agli avversari ma non è una scelta buonista o poco coraggiosa, è una scelta politica dettata dalla profonda convinzione che bisogna partire da un dialogo diverso con le persone”

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Si chiude presso piazza Trento Trieste la campagna elettorale di Anna Zonari per le comunali di Ferrara. In apertura alcuni membri della lista hanno espresso piena fiducia nei confronti della candidata e hanno rimarcato i punti salienti del programma elettorale.

Laura Albano ha sottolineato: “La lista è composta in gran parte da donne e abbiamo gran voglia di partecipare e di far sentire la nostra voce, perché troppe volte il nostro pensiero è stato afono: Ferrara città per le donne è uno dei punti del nostro programma”.

“Abbiamo costruito una proposta politica che unisce giustizia sociale e giustizia ambientale. I territori vanno ascoltati ed è necessario lavorare con i cittadini e non per i cittadini” ha continuato Sergio Golinelli, segretario provinciale di Sinistra Italiana.

Un altro tema cardine della proposta è la salute mentale e la prevenzione, come ha ben messo in evidenza la psichiatra Marta Leoni: “Vogliamo dare spazi di aggregazione ai giovani ed è necessaria una politica di sport inclusiva per la socialità: è necessario prevenire il disagio e lavorare sulla salute mentale partendo dalle scuole con un lavoro di coprogettazione”.

Federico Besio ha voluto poi mettere in evidenza come “il nostro progetto cerca di recuperare le persone deluse dalla politica: noi crediamo nella politica partecipativa per il futuro della nostra città”.

La candidata consigliera comunale Malek Fatoum ha poi ringraziato Anna Zonari per “aver costruito un alternativa politica incentrata sulla parola democrazia e sulle persone, unendole e creando possibilità per tutti i cittadini all’insegna dell’inclusività”.

A esprimere sostegno alla candidata è intervenuto Gianni Squarzanti capolista di “+Ferrara in Europa” e segretario comunale del Partito Socialista: “Dobbiamo promuovere il ritorno alla partecipazione, dobbiamo dare supporto alla popolazione anziana e promuovere la salvaguardia climatica per il futuro. Ferrara deve essere una città universitaria e non una città dove c’è un università perché i giovani studenti ne hanno il diritto”.

Mario Zamorani, coordinatore di + Europa di Ferrara ha proseguito gli interventi dicendo: “Anna è alternativa, preparata, caparbia e ascolta, caratteristica molto rara. È umile e promuove la partecipazione senza arroganza”.

Andrea Firrincieli, ufficiale dei carabinieri in pensione ha poi concluso dicendo: “In tutti i membri della lista e nella candidata ho riconosciuto tre principi fondamentali: rispetto, umanità e responsabilità. Ho esperienza nell’ambito della sicurezza ed è necessaria la prevenzione e la progettazione a contatto con i cittadini”.

Al termine della giornata Anna Zonari nel suo ultimo intervento in vista delle votazioni imminenti ha voluto ribadire ai cittadini: “in questi dodici mesi avevamo una convinzione: che nella nostra città ci sono molte persone competenti nella società civile ed era dunque sensato interpellare loro per la progettazione del programma elettorale. Abbiamo invitato associazioni e cittadini a partecipare”.

Parlando della divisone della sinistra a queste elezioni: “L’unità come nell’amore è qualcosa che si conquista con un percorso, non un dato di partenza e quando ci sono differenze non si superano azzerandole ma cercando di capirle, riconoscendo il pluralismo come un valore. La nostra è una società complessa e deve essere compresa nelle sue diversità”. In merito al programma: “Parliamo di diritto all’aria pulita, all’acqua e alla salute. Migliaia di persone vivono sotto la soglia di povertà, quasi mai si sente parlare delle diseguaglianze in questa città e c’è un drastico calo demografico: dobbiamo creare un piano economico che sia all’altezza di queste importanti sfide”.

Il problema ambientale è al centro del progetto: “Siamo in una delle diciotto città italiane più inquinate per sforamenti da polveri sottili, secondo il report di Legambiente di due settimane fa. Quelli che chiamiamo eventi metereologici estremi non sono questioni temporanee ma sono problemi che, se non si affrontano alla radice non possono che peggiorare”.

In conclusione: “Abbiamo scelto di non usare un atteggiamento basato sulle critiche agli avversari ma non è una scelta buonista o poco coraggiosa, è una scelta politica dettata dalla profonda convinzione che bisogna partire da un dialogo diverso con le persone perché la gente è stanca di una politica fatta urlando e alzando i pugni. La democrazia partecipativa è fondamentale: i cittadini hanno il diritto di dire la loro e dobbiamo rendere attiva la comunità. L’amministrazione deve aiutare la popolazione e supportarla”

Anna Zonari: Il ballottaggio? «L’unità è come l’amore, si conquista»

La candidata sindaca arriva in piazza in bicicletta e parla dopo gli interventi della sua squadra: «La politica si fa dal basso»

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Ferrara «Oggi ho scelto di non fare un comizio tradizionale, ma di parlare solo alla fine, dopo gli altri candidati della nostra lista, perché non c’è un io, ma un noi, un collettivo». Ha esordito così Anna Zonari, candidata sindaca de La Comune di Ferrara, un percorso partecipativo partito nell’estate 2023 e sostenuto da Possibile e Partito Socialista Italiano. È arrivata in piazza in bicicletta (che ha forato davanti al banchetto del Movimento 5 Stelle) dopo essere partita dalla Porta degli Angeli assieme a candidati e sostenitori, attraversando Ercole I D’Este, fino ad arrivare in piazza Trento e Trieste e salire con loro sul palco nel tardo pomeriggio.

A prendere la parola sono stati in successione Laura Albano, che ha ricordato come la declinazione femminile della politica sia centrale nel programma. Sergio Golinelli, portatore delle tematiche della giustizia ambientale, che devono andare di pari passo con quelle della giustizia sociale. Marta Leoni, psichiatra, che ha ricordato come a lei e a Zonari, psicologa, stia a cuore il disagio mentale ed emotivo e il necessario supporto che deve essere riconosciuto ai più fragili. Federico Besio, interprete, con i suoi 21 anni, delle istanze dei più giovani, sfiduciati e lontani dalla politica. Malek Fatoum, giovane donna di seconda generazione, che ha deciso di impegnarsi per la città in cui è nata mettendo al centro giustizia e diritti. Gianni Squarzanti, segretario comunale del Partito Socialista, ha ribadito l’appoggio del gruppo perché «Ferrara per cambiare ha bisogno di una donna al governo della città», proponendo anche la ricostruzione delle circoscrizioni e il maggiore sostegno alla popolazione anziana.

Primo maggio. Zonari: “Occorre un Patto per e con le giovani generazioni”

La candidata de La Comune di Ferrara delinea alcuni punti del suo programma incentrati sul tema del lavoro. Tra questi sicurezza, clima, retribuzione adeguata e innovazione

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È il primo maggio, la festa delle lavoratrici e dei lavoratori, una festa laica che si celebra in tantissimi paesi del mondo a memoria delle lotte per le 8 ore lavorative. Il simbolo su cui si è scelta la data è stato lo sciopero nella fabbrica delle mietitrici McCormik a Chicago, il primo maggio del 1886.

Oggi, a 138 anni di distanza e a poco più di un mese dalle elezioni comunali, Anna Zonari ritiene che il “lavoro ha un ruolo fondamentale” nel suo programma. E questo a suo parere “significa puntare sulle potenzialità di Ferrara, a partire dalla sua centenaria tradizione culturale, dalla sua prestigiosa Università e dalle sue molte eccellenze, che devono essere inquadrate in una visione strategica integrata di medio e lungo periodo”.

Secondo la candidata de La Comune di Ferrara “occorre un Patto per e con le giovani generazioni, predisponendo e supportando contesti capacitanti e condizioni che rendano il nostro territorio accogliente, sicuro, attrattivo, capace di generare occupazione di qualità, senza lasciare indietro nessuno e nessuna. Contrastare il lavoro nero, e limitare quanto più possibile il lavoro precario, collaborando attivamente alla prevenzione e alla repressione dell’evasione fiscale”.

Serve “una reale amministrazione condivisa, che utilizzi la co-programmazione e la co-progettazione, al fine di creare un sistema territoriale concretamente in grado di ‘mettere a terra’ gli obiettivi dell’Agenda 2030 e il Piano per il Lavoro e per il Clima”.

Così da “generare innovazione tramite collaborazioni strette con la scuola, l’Università, le imprese e i Centri di Formazione Professionali. Potenziare connessioni e accessibilità con nuove infrastrutture, riducendo la frammentazione del territorio. Promuovere e facilitare collaborazioni e progetti tra gli Istituti Tecnici, l’Università, le società che operano nel Polo chimico e le società che gestiscono i servizi pubblici locali del territorio per creare opportunità di transizione alla chimica verde”.

C’è poi un altro aspetto, non meno importante, “il lavoro deve rimanere strettamente intrecciato con la sicurezza sul lavoro, intesa non solo come tutela della salute negli ambienti di lavoro (che troppo spesso viene a mancare), ma anche con condizioni di lavoro accettabili”. Un esempio di questo potrebbe essere “la possibilità per le lavoratrici che decidono di avere figli di usufruire della legge di tutela della maternità e per i padri l’utilizzo dell’astensione, retribuita, per la cura dei figli”.

“La tutela della maternità e della paternità – spiega Zonari – è sottovalutata in molti settori a scapito anche della tenuta delle istituzioni che si occupano dell’infanzia. Una retribuzione adeguata è una questione di grande rilevanza, basti pensare che intere categorie di lavoratrici e lavoratori, perlopiù a carattere stagionale, spesso hanno redditi non equiparati al lavoro svolto e in nero o a categorie che hanno competenze specifiche di alta professionalità che non vengono loro riconosciute”.

“In una Repubblica fondata sul lavoro, come dice l’art.1 della Costituzione, – conclude – sarebbe necessario, a tutti i livelli,  portare l’attenzione e la discussione su questo tema e sarebbe altrettanto necessario che le riflessioni che ne scaturiscono abbiano poi una conseguente applicazione nei processi produttivi per ridare dignità e consapevolezza a questo principio”.

Anna Zonari all’Acquedotto: “Rischia di diventare una nuova piazza di spaccio”

La candidata sindaca de La Comune di Ferrara: “È della scorsa settimana la notizia di un bambino che si è punto con una siringa mentre giocava nel parco, e numerosi sono tutt’ora i ritrovamenti di rifiuti pericolosi”

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Ieri (venerdì 22 marzo) mattina Anna Zonari, candidata sindaca per La Comune di Ferrara, ha fatto un sopralluogo presso il parco dell’Acquedotto accompagnata da alcune residenti e commercianti, raccogliendo osservazioni sulle problematiche del quartiere.

L’Acquedotto è uno spazio dall’enorme potenzialenon sfruttato negli ultimi anni“, dichiara Zonari “anzi, è stato svuotato dalle numerose iniziative – che qui erano nate e si svolgevano come loro spazio naturale – e letteralmente ‘dimenticato’ da questa Giunta”.

Zonari prosegue: “L’Acquedotto, che oggi rischia di diventare una nuova piazza di spaccio e di ritrovo per i tossicodipendenti, è frequentato da famiglie con bambini e ragazzi residenti nel territorio e frequentanti le numerose scuole circostanti. È della scorsa settimana la notizia di un bambino che si è punto con una siringa mentre giocava nel parco, e numerosi sono tutt’ora i ritrovamenti di rifiuti pericolosi”.

“I parchi sicuri non li fanno i recinti. Servono iniziative, sostegno ai commercianti e maggiore controllo, anche utilizzando vigili di quartiere” aggiunge.

Zonari sottolinea: “È urgente che tornino all’Acquedotto le grandi iniziative – come Estate Bambini, che qui era nata anche per la vicinanza dell’ottimo servizio del Centro per le Famiglie “Isola del Tesoro” che proprio all’Acquedotto ha sede – e che se ne programmino di nuove”.

“Il Quartiere Giardino, anche per la presenza dello stadio e per il fatto che si trova fra la stazione e il centro, è il biglietto da visita della nostra città. E come tale va curato” conclude.