Intervento di Anna Zonari dell’8 marzo – giornata internazionale della donna
Manifestazione 8 marzo 2024 Corteo transfemminista
Ciao a tutte,
sono Anna Zonari, candidata a Sindaca alle prossime Amministrative.
Mi fa ancora un certo effetto presentarmi così, perché sono sempre stata nei movimenti e nella società civile.
Mentre preparavo questo intervento per la manifestazione di oggi, mi chiedevo come non sembrare retorica. Il rischio è di ripetersi e di parlare per slogan, quando abbiamo sempre più bisogno di pratiche di intersezionalità.
Il concetto di intersezionalità fornisce una chiave di lettura per comprendere la complessità delle ingiustizie sociali a livello globale e locale che si intersecano con un effetto moltiplicatore e al contempo ci invita ad una apertura di pensiero, a rendere più complesso il nostro osservatorio e anche a riflettere sul metodo politico che usiamo nelle nostre lotte.
Ci invita prima di tutto a sentirci portatrici di differenze. Ogni persona è portatrice di una sua diversità ed è il riconoscimento delle diversità a costituire la base di una vera inclusione sociale e del rispetto dei diritti di ciascuna e ciascuno, non sulla carta ma nella carne…
In una società che tende a polarizzare tutto questa operazione non è né semplice né scontata.
Allora mi viene da alzare lo sguardo e guardare più lontano, perché c’è ancora molta strada da fare, ma la cosa importante, come quando si cammina in montagna, è orientare lo sguardo e i sensi verso la meta… esistono una cultura e una città rispettose dei diritti di tutte e di tutti, indipendentemente dell’orientamento sessuale o di genere, dalla provenienza geografica, dalla confessione religiosa.
Alcune proposte concrete con questo sguardo orientato alla meta:
- azioni volte a promuovere il protagonismo delle donne in politica, ancora troppo spesso dominata dagli uomini e da vecchie logiche di potere. Le donne hanno voglia di partecipare alla vita politica. Lo dimostrano la loro presenza attiva nella società civile, dove la politica la si fa dal basso;
- misure per favorire l’autonomia economica, essenziale per essere libere di scegliere;
- servizi che rendano più facile la condivisione dei tempi di cura e di lavoro per madri e padri;
- spazi pubblici di qualità, rigenerati, per favorire la partecipazione ed esercitare la democrazia. Favorire spazi per l’autogestione. È importantissimo per esercitarsi nella pratica dell’autoresponsabilità;
- interventi a livello urbanistico: illuminazione adeguata, vigile di quartiere, trasporto pubblico intensificato, tariffe agevolate per l’utilizzo dei taxi nelle ore serali e notturne;
- le donne e tutti devono potersi sentire accolti e sicuri negli spazi della città, a qualsiasi ora;
- pari opportunità di accesso alle professioni, anche quelle tradizionalmente ad appannaggio maschile;
- Gender Pay Gap: stimolare le imprese a pubblicarlo con trasparenza. È l’indice che le imprese devono obbligatoriamente consegnare al Ministero delle Finanze per rendicontare che a parità di mansioni e di responsabilità gli stipendi siano analoghi tra uomo e donna;
- creazione di un Osservatorio di genere;
- sostenere le iniziative e le associazioni per uomini che hanno commesso violenza contro le donne e promuovere campagne di sensibilizzazione, a partire dai giovani. Occorre far crescere una cultura diversa, superare per sempre l’idea di proprietà e patriarcato, a partire dalle scuole.
- sostenere l’azione dei centri antiviolenza e/o case rifugio perché siano supportate e non costrette a sopravvivere per la mancanza di fondi.
Nel 2023 in Emilia Romagna sono state 4855 le donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza della regione. Il 94% perché vittime di violenza.
I centri antiviolenza vanno messi nelle condizioni di prendere in carico le donne a partire da quando si sentono preoccupate dai rapporti che vivono con uomini che hanno vicino o che hanno avuto vicino e che le considerano come una proprietà. Vanno sostenute in tutto il loro percorso.
Troppe donne ancora si sentono sole.
Alziamo lo sguardo, riprendiamoci il diritto e il dovere di guardare più lontano, di non pensare che amministrare una città sia pratica avulsa da ciò che accade nel mondo e sui nostri corpi.
Pretendiamo che i diritti a una vita degna, alla libertà e all’autodeterminazione siano rispettati ovunque a Ferrara e nel mondo.