La gestione dei permessi di soggiorno e il contrasto allo sfruttamento dei lavoratori stranieri
Trascrizione:
Mi appresto ad illustrare una mozione riguardante la gestione dei permessi di soggiorno e il contrasto allo sfruttamento dei lavoratori stranieri.
Già lo scorso 24 ottobre ho presentato in proposito una interpellanza, ma data l’urgenza e l’impatto che questi problemi hanno sulla vita di centinaia di persone, ho deciso di presentare una mozione che spero incontri il parere favorevole di tutto il consiglio comunale.
La Legge 50/2023, nota come Decreto Cutro, ha introdotto nuove disposizioni che hanno reso difficile se non impossibile la conversione dei permessi di soggiorno per protezione speciale in permessi di lavoro, creando serie difficoltà per molti lavoratori e lavoratrici già integrati nel nostro tessuto socio-economico. Questi lavoratori e lavoratrici, impiegati in settori cruciali come l’edilizia, la logistica, la metalmeccanica, l’agricoltura, i servizi e il manifatturiero, si trovano a rischiare la perdita del lavoro e a vivere in una condizione di incertezza rispetto al loro futuro.
La situazione è ulteriormente aggravata dalla carenza di manodopera in diversi settori, tra cui l’agricoltura e l’artigianato, settori che già faticano a trovare personale.
Questa carenza, unita alle difficoltà di rinnovo dei permessi, mette in crisi molte imprese locali che perdono competenze e professionalità, non potendo più contare su personale qualificato a cui non viene concesso il permesso di soggiorno per motivi di lavoro, nonostante stiano già di fatto lavorando, spesso con contratti a tempo indeterminato.
A questo si aggiunge un problema generale di ritardi nel rilascio e nel rinnovo dei permessi di soggiorno, situazione che si protrae da anni e che non trova equivalenza in altre città.
In questi giorni avrete letto sulla stampa locale delle lunghe code e disagi alla Questura per ottenere o rinnovare i documenti dei cittadini ucraini. Più di duecento persone in fila, per poi vederne ammettere solo cinquanta. Ma la situazione non è limitata alla popolazione ucraina regolarmente soggiornante, ma in generale a tutte le persone che devono rinnovare il permesso di soggiorno.
Questi ritardi, spesso superiori all’anno, impediscono ai lavoratori di esercitare i loro diritti e doveri fondamentali, come lavorare regolarmente, avere accesso alle cure sanitarie, e rischiano di spingerli verso l’illegalità e lo sfruttamento. Ciò che questi lavoratori stranieri chiedono, dopo avere ottenuto un permesso di soggiorno con cui lavorare in regola, è di non perderlo.
Permessi di soggiorno senza i quali le persone non hanno diritti e non possono adempiere ai propri doveri, compreso pagare le tasse.
Vorrei ricordare che il Comune di Ferrara ha il dovere di tutelare tutti i suoi cittadini, inclusi quelli stranieri, promuovendo l’integrazione e la piena occupazione, come ci ricorda lo Statuto comunale.
In data 8 novembre, ho promosso, insieme all’Associazione Cittadini del mondo, un incontro pubblico dal titolo “Senza permesso di soggiorno non si vive”, presso la Sala Arengo, con l’obiettivo di portare all’attenzione queste criticità. Ho invitato tutti i consiglieri, le consigliere e la Giunta, ma purtroppo hanno risposto solo i consiglieri di minoranza. Durante l’incontro abbiamo ascoltato le testimonianze di persone che stanno vivendo direttamente questa situazione. Questo evento ha offerto un’opportunità concreta di ascolto e riflessione sul tema, evidenziando l’urgenza di azioni concrete per tutelare i lavoratori e la coesione della nostra comunità.
La risposta dell’Assessora Travagli all’interpellanza del 24 ottobre, in data 22 novembre, ha evidenziato l’impegno a monitorare l’evoluzione normativa e collaborare con le istituzioni. Tuttavia, è fondamentale che questo monitoraggio si traduca in azioni concrete e che si istituisca un dialogo con le parti sociali, le associazioni di categoria, i sindacati e il terzo settore, per affrontare le criticità emerse e individuare soluzioni condivise.
Per questo, con la mozione di oggi, chiediamo al Sindaco e alla Giunta di impegnarsi a:
• Istituire un monitoraggio specifico e periodico sui tempi di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno presso la Questura di Ferrara, pubblicando i risultati per garantire trasparenza.
• Coinvolgere attivamente il Consiglio Territoriale per l’Immigrazione, le associazioni e il terzo settore, affinando le analisi dei bisogni e progettando interventi adeguati.
• Sollecitare la Prefettura e gli enti competenti per accelerare le pratiche burocratiche e garantire trasparenza nei procedimenti
• Istituire un tavolo permanente con le parti sociali per promuovere politiche di contrasto all’illegalità e allo sfruttamento lavorativo.
• Riaffermare il diritto alla conversione dei permessi di soggiorno per motivi di protezione speciale in permessi di lavoro per i lavoratori che sono già sul nostro territorio, che si trovano in condizioni di incertezza e che sono fondamentali per il tessuto produttivo locale.
Concludo sottolineando che il nostro obiettivo non è solo quello di garantire i diritti dei lavoratori stranieri, ma anche di facilitare e supportare l’economia locale, nonchè salvaguardare la coesione sociale della nostra comunità.
Trascrizione:
Una premessa importante, il voto negativo non è il voto negativo alla mozione di Anna Zonari della minoranza, è un voto negativo che voi darete e adesso il Consigliere Rendine ha espresso alcune opinioni, ma io mi rivolgo anche al resto dei gruppi consiliari perché avrei piacere, questo in generale come, diciamo così, come auspicio, che prima dei voti negativi uno argomentasse anche le sue motivazioni, perché altrimenti questo consesso perde anche un po’ di senso perché uno non riesce mai a capire qual è la motivazione che c’è dietro un diniego, quindi lo dico a chi ha intenzione di votare negativamente rispetto a questa mozione, che non è la mozione dii Anna Zonari della
minoranza, dell’opposizione, è un tentativo di fare luce su un problema che sta andando avanti da tanto tempo e che si ripercuote sulla vita concreta di centinaia di persone che se foste venuti l’8 di novembre avreste visto in lacrime qua.
Delle persone in lacrime che lavorano regolarmente e che stanno rischiando di non avere più neanche l’accesso alle cure sanitarie. Quindi questo è il tema.
Allora, questa mozione non chiede delle cose rivoluzionari, non fa chissà quali allusioni all’Amministrazione.
Chiede, e credo che sia questo lo spazio in cui farlo, all’Amministrazione di fare tutto quello che è nella sua competenza fare, tra cui essere proattiva nel Consiglio Territoriale Provinciale, perché è già quello lì l’organismo che si riunisce quasi mai, non si sta riunendo su questo fatto specifico, e il fatto di avere un tavolo con tanti attori anche questa è una cosa che è prevista in un’Amministrazione condivisa dove si mettono insieme i portatori di interesse e chi ha osservatori diversi per trovare delle soluzioni, quindi non è una burocratizzazione, non è che stiamo facendo delle piastrelle, stiamo cercando di trovare delle soluzioni nell’ambito di servizi alla persona, di servizi a una cittadinanza che sta diventando fragile.
Quindi, ripeto, questa cosa non è una questione personale. Qua con me è come se ci fossero centinaia di persone che sono disperate, a cui nessuno sta dando voce.
Non ci sono delle rappresentanze che stanno dando voce a questi cittadini che, ripeto, stanno lavorando regolarmente, si sono fatti un mazzo così per avere un permesso, vengono da delle situazioni che non ci immaginiamo neanche da che
situazioni vengono per avere i permessi di protezione per motivi speciali. Noi, se ce lo immaginassimo, probabilmente faremmo gli incubi per mesi.
Quindi non è una mozione che chiede se non quello che un’Amministrazione nelle sue capacità può fare. Dire no e senza neanche motivarlo, secondo me, sarebbe una cosa estremamente grave.