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La Comune di Ferrara | Femminile, Plurale, Partecipata

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Anna Sindaca

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SENZA FISSA DIMORA A FERRARA: UNA QUESTIONE APERTA

Dopo un’interpellanza e una risposta non soddisfacente, come gruppo consiliare La Comune di Ferrara, desideriamo condividere alcune riflessioni su un tema delicato quanto poco conosciuto e avanzare alcune proposte all’Amministrazione comunale, che riteniamo possano essere un contributo ad una migliore gestione di una problematica sicuramente molto complessa.

SENZA FISSA DIMORA
Esistono numerose ragioni che possono portare una persona a trovarsi senza un’abitazione stabile, e altrettanti sono gli effetti che questa condizione può provocare.
Anche un breve periodo senza una casa può avere conseguenze dannose sulla salute fisica e mentale dell’individuo, sulla sua capacità di trovare lavoro, sulla sua inclusione nella comunità e sulla sua partecipazione sociale.
Nel lungo periodo, le ricerche dimostrano che le persone senza dimora hanno una speranza di vita notevolmente inferiore rispetto alla media della popolazione generale e maggior incidenza di patologie degenerative.

L’INTERPELLANZA E LE RISPOSTE DELL’ASSESSORATO
Partendo da un’interpellanza presentata dalla consigliera Anna Zonari, sono state sollevate una serie di quesiti, riguardanti:
• l’esistenza di un osservatorio comunale sul numero effettivo di persone senza fissa dimora;
• il monitoraggio dei bisogni di queste persone e il loro orientamento e accompagnamento ai servizi presenti sul territorio;
• la distribuzione dei posti letto disponibili nelle strutture di accoglienza;
• l’attivazione dell’Unità di strada e la modalità di accesso al PRIS (Pronto Intervento Sociale);
• il numero di persone senza fissa dimora a cui è stata concessa l’iscrizione all’anagrafe;
• l’opportunità di istituire un tavolo sulla povertà estrema, aperto alle realtà del terzo settore, ma anche ai gruppi di cittadini che si sono attivati spontaneamente negli ultimi due anni, con l’obiettivo di lavorare per una vera e propria co programmazione e co progettazione.
Le risposte fornite dall’Assessorato sono apparse a nostro avviso generiche ed insoddisfacenti.
In particolare, emerge una visione parziale del fenomeno, ma soprattutto la mancanza di un sistema integrato di presa in carico.

L’UNITA’ DI STRADA (Uds)
Effettua 5 uscite settimanali per monitorare il fenomeno ed intercettare le persone senza fissa dimora. Un paio di queste uscite, tuttavia, sono in orario mattutino, per ottemperare alle pratiche negli uffici pubblici o monitorare l’accesso all’ospedale. E’ evidente che tre uscite serali su sette risultano non sufficienti e non tempestive, rispetto all’entità del fenomeno e alle esigenze che un servizio di questo tipo prevede, come la disponibilità ad uscite anche nel fine settimana e notturne, soprattutto nei mesi invernali.
A nostro avviso sarebbe necessario valutare l’opportunità di ampliare il servizio, anche aumentando le risorse necessarie per essere presenti tutte le sere e raggiungere le zone anche più periferiche e meno in vista della città.
Tale implementazione permetterebbe anche ai volontari di potersi rivolgere all’Uds durante le uscite serali, per segnalare situazioni di particolare disagio.
E’ lo stesso bando di affidamento del servizio, infatti, che prevede questa opportunità: “Gli operatori dell’Unità di strada dovranno mantenere costanti rapporti con le altre associazioni / cooperative, che lavorano nel territorio occupandosi di fragilità, marginalità e povertà, così come l’Unità Mobile di Strada di Ferrara del servizio per le dipendenze Patologiche dell’AUSL di Ferrara e le altre unità di strada presenti sul territorio”. E’ fondamentale infatti costruire un coordinamento continuo e diretto con altri servizi, in quanto le problematiche spesso si intrecciano, comprendendo problemi legati all’abuso di sostanze (alcool in primis) o disturbi inerenti la sfera della salute mentale.
Il Comune potrebbe assumere un ruolo di facilitazione tra i vari soggetti in campo.

 

IL PRIS: PRONTO INTERVENTO SOCIALE
Il PRIS (Pronto Intervento Sociale), costituisce la risposta all’esigenza di razionalizzare e velocizzare gli interventi legati a situazioni di particolare gravità e urgenza (non di natura strettamente sanitaria, per le quali esiste il 118), che si presentino al di fuori degli orari di apertura dei servizi territoriali. E’ un servizio quindi H24 che è stato ampliato e che oggi permette di attivare anche progetti d’intervento individualizzati a breve/medio termine per la soluzione dell’emergenza e l’affiancamento e monitoraggio di progetti a bassa soglia, ovvero per persone con particolari fragilità, come il caso dei senza fissa dimora.
Il numero del Pris è riservato, oltre che ai committenti e ai gestori dei servizi di prossimità (sportello sociale unico integrato e unità di strada) alle Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco, Amministratori Locali, Questura, Polizia Municipale e pronto soccorso ospedaliero, escludendo di fatto una risorsa preziosa come quella del volontariato, che proprio sull’emergenza è attiva e spesso arriva lì dove i servizi non arrivano.
Questa mancanza di un servizio integrato tra Pubblico-terzo settore e volontariato impedisce altresì di disporre di un osservatorio che possa considerarsi attendibile e che potrebbe analizzare più puntualmente il numero e la tipologia delle persone che sono in strada.

I DATI: UN’INCERTEZZA PREOCCUPANTE
L’assenza di un osservatorio comunale strutturato, infatti, rende difficile quantificare realmente il fenomeno e definire interventi mirati. I dati forniti dall’Assessorato rischiano di essere sottostimati e non tengono conto delle informazioni raccolte dalle associazioni e dai volontari.
La costituzione di un Osservatorio sui senza fissa dimora, potrebbe essere una proposta concreta su cui iniziare una collaborazione fattiva tra Pubblico e privato sociale.
La Regione Emilia Romagna aveva lanciato una proposta in tal senso, poi caduta nel vuoto.

LA RESIDENZA FITTIZIA
La risposta all’interpellanza dichiara che nel 2024 sono state iscritte all’anagrafe cittadina in residenza fittizia 19 persone senza dimora. Molte testimonianze dei volontari segnalano che parecchie delle persone senza dimora contattate negli ultimi tempi risultavano prive di residenza fittizia.
La residenza fittizia è è un diritto fondamentale per le persone senza fissa dimora, perché permette l’accesso a servizi essenziali, dalla sanità all’assistenza sociale, fino alla partecipazione alla vita democratica tramite l’esercizio del voto, consentendo a chi si trova in una situazione precaria di continuare ad essere parte integrante della comunità cittadina, beneficiando dei servizi pubblici e dei diritti di cittadinanza. Inoltre, facilita l’iscrizione ai programmi di reinserimento sociale, permette di ricevere notifiche ufficiali, atti giudiziari o comunicazioni da enti pubblici.
Sappiamo che sono molti i Comuni, non necessariamente di centro destra, che tendono a limitare il rilascio di residenze fittizie, per timore che si incentivi l’arrivo in città di persone con particolari disagi ed esigenze.
La legge però è chiara: una persona senza dimora ha diritto all’iscrizione anagrafica. Pertanto, è fondamentale che le istituzioni politiche si assumano la responsabilità di garantire questo diritto. Ciò significa non solo rilasciare l’iscrizione anagrafica quando sussistono i requisiti, ma anche sollecitare attivamente la Regione affinché richieda ai Comuni la massima disponibilità e trasparenza nell’applicazione della normativa, monitorandone costantemente i risultati.
Anche nell’Avviso 1/2021 (progetto PRINS) di cui Ferrara è capofila di Distretto si prevedevano servizi accessori per sostenere l’accesso alla residenza anagrafica e servizi di fermo posta per persone senza dimora.

 

I VOLONTARI: UNA RISORSA PREZIOSA, MA NON SUFFICIENTE
Il volontariato sta facendo un lavoro eccezionale, sopperendo a molte mancanze delle istituzioni.
Sono decine i cittadini che spontaneamente si sono attivati, non limitandosi a procurare beni di prima necessità, ma instaurando relazioni umane significative. La povertà estrema, infatti, necessità non solo di supporti materiali ma anche e forse soprattutto immateriali, quali sono le relazioni, proprio perchè stiamo parlando di persone con molte fragilità, che difficilmente si rivolgono autonomamente ai servizi, anche socio-sanitari.
Molti homeless devono essere contattati e sollecitati nel far conoscere le proprie esigenze, essendo estremamente sfuggenti. Ad esempio, molti di loro non hanno alcuni documenti importanti quali tessera sanitaria, codice fiscale, carta di identità ed altra documentazione utile ad un accesso regolare ai servizi essenziali. I volontari quindi sono un risorsa preziosa, perchè spesso arrivano lì dove i servizi non riescono ad arrivare, in un’ottica di sussidiarietà.
Spesso, tuttavia, si trovano ad operare in solitudine, senza un’adeguata regia da parte delle istituzioni; regia che non dovrebbe limitarsi a supporti occasionali e su situazioni specifiche o su sporadici rapporti personali tra singoli operatori e volontari, ma lavorare per creare un vero e proprio sistema integrato Pubblico-privato sociale, capace di superare le difficoltà burocratiche, la mancanza di coordinamento e la scarsità di informazioni.
I volontari, inoltre, vanno formati, orientati e supportati. Certamente non lasciati soli.

CO-PROGRAMMAZIONE E CO-PROGETTAZIONE: UN’OPPORTUNITÀ MANCATA
La legge prevede che i Comuni realizzino interventi in collaborazione con il terzo settore e anche con i cittadini, proprio in virtù del principio di sussidiarietà. Rappresenterebbe pertanto un cambio di passo passare dalla logica dell’avviso pubblico su bando o contributi una tantum, ad una vera e propria co-programmazione e co-progettazione, che a Ferrara sembra essere più una dichiarazione di intenti che una pratica concreta. Anche i patti di collaborazione tra cittadini e Pubblica Amministrazione permetterebbero di relazionarsi con il volontariato fluido ed informale, tramite accordi che possano garantire uno scambio più definito e monitorato per entrambe le parti.

IL PAL QUESTO SCONOSCIUTO
Nel 2024, dice la risposta all’interpellanza, il Comune si è dotato di un Piano di Attuazione Locale (PAL) che dovrebbe favorire il confronto e il monitoraggio delle azioni con le associazioni.
Tuttavia, molti volontari e operatori del settore da noi contattati non sono a conoscenza di questo strumento e lamentano la mancanza di un coinvolgimento attivo nella definizione degli interventi.
Invitiamo l’Amministrazione comunale a presentare pubblicamente il Piano e lo stato di attuazione degli obiettivi ed azioni previste.

LE NOSTRE PROPOSTE
Di fronte a questo scenario, come gruppo consiliare La Comune, riteniamo necessario un cambio di passo da parte dell’Amministrazione Comunale.
Oggi, con l’aumento della complessità e delle sfide sociali, non basta più gestire efficacemente risorse, servizi e progetti; è necessario un cambiamento di metodo. Senza tale cambiamento, il sistema di welfare non sarà in grado di rispondere alle esigenze di una società sempre più complessa e sempre più diseguale. E’ essenziale orientarsi verso una Amministrazione condivisa, creando sistemi di co-programmazione e co-progettazione con tutti gli attori locali pronti ad affrontare queste sfide, con un impegno pubblico forte di regia e facilitazione dei processi.

A tal fine, proponiamo di:

• Istituire un osservatorio comunale strutturato e partecipato, che coinvolga attivamente le associazioni e i volontari del territorio;
• potenziare ulteriormente l’Unità di Strada, aumentando le risorse a disposizione e ampliando l’orario di servizio in modo da poter uscire tutte le sere della settimana;
• rendere la modalità di accesso al PRIS più accessibile anche al volontariato attivo sul campo, studiando una modalità che non appesantisca il servizio, ma che possa renderlo più efficace;
• promuovere una vera co-programmazione e la co-progettazione degli interventi, coinvolgendo attivamente il terzo settore nella definizione delle politiche locali, superando anche la logica dei bandi al minor costo. L’imminente scadenza di fine maggio 2025 del bando sul Servizio di pronto intervento sociale, sul Servizio senza fissa dimora e sul Servizio unità di strada potrebbe essere un’ottima opportunità per cambiare metodo di lavoro;
• aprire una condivisione sulla presa in carico dei senza fissa dimora in un contesto più ampio, ad esempio coordinato dalla Prefettura per poter comprendere altri enti e servizi importanti oltre a quelli comunali (ad esempio Forze di Polizia, INPS, Ispettorato del Lavoro, USL, Azienda Ospedaliera, volontariato e terzo settore);
• lavorare per la costruzione di una struttura di prima accoglienza a bassissima soglia per i senzatetto, capace di fornire un aiuto più adattabile alle loro esigenze rispetto ai dormitori tradizionali, le cui regole restrittive portano spesso al rifiuto del servizio. Strutture con queste caratteristiche di flessibilità sono già attive in diversi Comuni, con l’obiettivo di rispondere in modo più personalizzato ai bisogni delle persone senza fissa dimora, con un approccio più orientato all’inclusione sociale e al supporto psicologico.

Siamo convinti che solo attraverso un impegno concreto e condiviso sia possibile dare risposte efficaci alle persone senza fissa dimora, tutelando la loro dignità e favorendo il loro reinserimento sociale.

 

 

Strada a Craxi. “Non banalizzare la Questione morale”

La consigliera di opposizione replica al centrodestra che vorrebbe intitolare un luogo pubblico di Ferrara al politico che morì in latitanza

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Il tema della “Questione Morale” si concentra sulla necessità di un comportamento etico e responsabile da parte di chi occupa posizioni di autorità, al fine di garantire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nel sistema democratico e riguarda la condotta e l’integrità di coloro che detengono il potere, sia in politica che in altri ambiti della società.

L’importanza della questione morale risiede nel suo impatto sulla credibilità e sulla legittimità delle istituzioni. Quando i cittadini percepiscono una mancanza di integrità e di etica da parte di coloro che li rappresentano, la fiducia nel sistema politico e nelle istituzioni può diminuire, portando a disaffezione, apatia e risentimento. La crisi della democrazia rappresentativa manifestata dal crescente astensionismo elettorale , ha certamente molte cause, ma tra queste la “Questione Morale” non è certo la meno influente.

La percezione della moralità e dell’etica nella politica e nella società nel suo complesso evidentemente è diversa da paese e paese. In Germania negli ultimi 15 anni ben tre ministri si sono dimessi per le accuse di plagio nelle loro tesi di dottorato. In Inghilterra la ministra dell’interno si dimise perché il marito aveva acquistato due film pornografici utilizzando l’abbonamento televisivo pagato con i soldi dei contribuenti. All’estero di casi del genere ce ne sono stati parecchi. Non in Italia. A parte la sospensione dalle cariche politiche a seguito di alcune condanne penali, da noi sono veramente rari i casi di dimissione volontaria per questioni morali. Le poltrone del potere in Italia sono ricoperte da una colla molto forte e una volta che ci si è seduti sopra è proprio difficile staccarsi.

La città di Ferrara ha visto recentemente la condanna del ex vicesindaco Nicola Lodi che ha comportato la sospensione per 18 mesi da tutti i suoi incarichi in Comune.

Ora vede la proposta di dedicare il nome di un luogo pubblico a Bettino Craxi.

La toponomastica delle strade urbane può essere uno strumento potente per riscrivere la storia politica dell’Italia e, visto che la storia la riscrivono i vincitori, intitolare una strada a un politico anziché ad un altro, è un modo per indirizzare la memoria collettiva. Non è solo un modo reverenziale di omaggiare un personaggio, come può essere stato intitolando una piazza al padre di Vittorio Sgarbi.

Normalmente una buona amministrazione cittadina evita accuratamente di attribuire il nome delle strade a figure controverse e fortemente divisive. Non sono rari i casi in cui i nomi di strade legati a figure storiche controverse sono stati rimossi o sostituiti per prendere le distanze da un passato scomodo, ma, soprattutto, promuovere una visione più inclusiva della storia.

Per questo non si dovrebbe intitolare una strada o una piazza a Bettino Craxi.

Il crollo del sistema dei partiti tradizionali non ha insegnato nulla?

Non possiamo dimenticare che Craxi fu condannato in via definitiva a cinque anni e sei mesi per corruzione nel processo Eni-Sai e a quattro anni e sei mesi per finanziamento illecito nel processo relativo alle tangenti della Metropolitana Milanese. Cosa ancor più rilevante delle condanne, che si possono espiare, non possiamo dimenticare che fuggì all’estero, evitando di scontare la pena.

Le condanne e la fuga di Bettino Craxi pesano come macigni sulla sua immagine e in genere sulla questione morale nella politica italiana. Sono passati ormai più di 30 anni da quando Craxi si trasferì ad Hammamet, storia vecchia ! Non si parla più di questione morale. Ma quanta corruzione e malaffare serpeggiano ancora nella politica italiana?  Non lamentatevi della  dilagante sfiducia nelle istituzioni e della crisi di rappresentatività che emerge dal crescente astensionismo elettorale. Che segnale di rinnovamento morale della classe dirigente del paese diamo intitolando una strada a Bettino Craxi? Quale messaggio vogliamo dare alle future generazioni? Che il consenso e prestigio politico può giustificare anche la corruzione e l’illegalità? Se non vogliamo che la memoria collettiva di Ferrara si orienti verso una idea che il consenso politico può condonare il crimine, l’illegalità ed il malaffare  non possiamo dare a una strada di Ferrara il nome di un politico, della storia recente, condannato più volte in via definitiva e che non ha scontato la pena trasferendosi in Tunisia.

La Comune: “Ripubblicizzare la gestione dei rifiuti”

Intervento della lista dopo l’incontro organizzato da Rete Giustizia Climatica Ferrara e Forum Ferrara Partecipata giovedì

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Un sentito ringraziamento a Rete Giustizia Climatica Ferrara e Forum Ferrara Partecipata per aver organizzato ieri un importante convegno sul tema della gestione dei rifiuti urbani.

Il settore dei rifiuti è uno dei tre principali settori che emettono metano, dopo l’agricoltura e il settore petrolifero e del gas ed è responsabile di circa il 20% delle emissioni di metano causate dall’uomo a livello globale.

Ridurre rapidamente e in modo significativo l’inquinamento da metano è una delle opportunità più importanti che abbiamo per rallentare il ritmo del riscaldamento globale nei prossimi due decenni.

Il primo passo per ridurre al minimo la produzione di rifiuti è evitare che i rifiuti si generino e dunque minimizzare l’utilizzo di prodotti monouso o di breve durata e orientare le politiche e le pratiche ai principi individuati anche dalla stessa Unione Europea e dalla normativa italiana, quelli delle famose 4R – riduzione, riuso, riciclaggio e recupero.

Crediamo che una gestione pubblica, avendo come scopo primario il perseguimento dell’interesse collettivo, sia naturalmente portata per orientarsi verso politiche ambientali efficaci e orientate al lungo termine, mentre una gestione privata, pur nel rispetto delle normative, è intrinsecamente orientata alla generazione di profitto, una logica che non sempre coincide con gli obiettivi di massima tutela ambientale.

Certo, il passaggio a una gestione pubblica richiede un’attenta pianificazione e dialogo con tutti i portatori di interesse, in primis i cittadini e un impegno concreto da parte dell’amministrazione, ma l’esperienza di Alea nel forlivese dimostra che la ripubblicizzazione del servizio può essere una maniera efficace per raggiungere questi obiettivi ambiziosi quanto cruciali.

I 13 Comuni che hanno fatto nascere Alea (subentrata ad Hera) non hanno messo 1 euro dal bilancio comunale, utilizzando un prestito dalle banche e mettendo come garanzia le azioni di Hera di loro proprietà. Da quando è subentrata la gestione pubblica partecipata, i costi per i cittadini sono progressivamente calati, così come è andato aumentando il decoro della città.

Un sistema responsabilizzante e partecipativo, un’attenta organizzazione hanno portato ad un efficace e soddisfacente modalità di raccolta porta a porta, con la tariffazione puntuale, un aumento della qualità del rifiuto differenziato e una diminuzione dell’indifferenziato.

I fondi del Pnrr sono stati abilmente utilizzati per l’apertura di 11 eco centri per permettere ai cittadini di conferire in maniera aggiuntiva rispetto al calendario e una Control room permetterà a breve di migliorare il monitoraggio e il controllo, individuando in tempo reale le zone in cui si verificano abbandoni o anomalie.

Si può fare, è solo questione di visione e volontà politica!

Spazio pubblico intitolato a Craxi, Zonari: “Messaggio pericoloso soprattutto ai giovani”

L’esponente de La Comune si è soffermata sulla promozione di “una visione più inclusiva della storia”

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La consigliera comunale Anna Zonari ha rimarcato la propria contrarietà circa l’opportunità di dedicare uno spazio pubblico a Bettino Craxi. Un tema affrontato nell’ultimo Consiglio comunale, nella seduta di lunedì 24, dove la mozione proposta da Forza Italia è stata approvata con 16 astenuti, 10 favorevoli e 4 contrari.

L’esito della votazione ha suscitato la soddisfazione del Psi che ha stigmatizzato il voto contrario dell’esponente de La Comune, sottolineando che “Zonari ha mostrato una distanza culturale e politica insanabile con la tradizione riformista e socialista” e che “l’accordo tecnico che ha portato al sostegno della sua candidatura può considerarsi concluso”.

La presidente del Gruppo consiliare di minoranza è dunque tornata sull’argomento, il cui contesto è stato definito un’occasione per “discutere una questione che tocca profondamente i valori della nostra comunità”. Zonari ha ricordato quanto “il tema fosse controverso”, e quanto a dimostrarlo fosse “il fatto che i consiglieri comunali che hanno deciso di astenersi dal voto sono stati molti più di quelli che hanno dato voto favorevole”.

Da qui al concetto che “comprendo e rispetto le diverse opinioni, ma come ho avuto modo di sottolineare durante la discussione, ritengo che una buona Amministrazione cittadina dovrebbe evitare accuratamente di attribuire il nome delle strade a figure controverse e fortemente divisive, promuovendo una visione più inclusiva della storia, che rifletta i principi di legalità e moralità che ci uniscono e onorando chi si è distinto per l’impegno civile, sociale o culturale, esempi luminosi per la nostra comunità”.

L’esponente di opposizione ha aggiunto che “la figura di Bettino Craxi è indubbiamente complessa e, senza entrare nel merito di una valutazione politica sul suo operato, ritengo che ricordare le sentenze definitive che lo hanno condannato per corruzione e altri reati finanziari, la sua fuga dalla giustizia e la morte in contumacia non significhi essere rapiti da un ‘dipietrismo incendiario’ o da ‘giustizialismo’ fine a se stesso”.

Zonari ha evidenziato che “le vicende giudiziarie di Bettino Craxi rappresentano un capitolo significativo nella storia della politica e della ‘questione morale’ in Italia. L’intitolazione di una via o piazza a Craxi rischia di inviare un messaggio pericoloso, soprattutto ai giovani. Dovremmo onorare figure che incarnino l’integrità e il rispetto delle leggi, non chi le ha violate. La questione morale non può essere banalizzata o ignorata”.

Per la consigliera comunale “una tale decisione potrebbe creare divisioni nella nostra comunità, generando risentimento e disaffezione. Già oggi scontiamo una disaffezione alla politica; vorrei ricordare che alle ultime elezioni politiche, per la prima volta si è recato al voto meno del 70% degli elettori, con punte anche più elevate tra i giovani, tanto da poter tranquillamente affermare che il più grande partito in Italia è quello degli astenuti”.

Zonari ha sottolineato che “quando i cittadini percepiscono una mancanza di integrità e di etica da parte di coloro che li rappresentano, la fiducia nel sistema politico e nelle istituzioni può diminuire, portando a sfiducia, apatia e risentimento. La crisi della democrazia rappresentativa manifestata dal crescente astensionismo elettorale, ha certamente molte cause, ma tra queste la ‘questione morale’ non è certo la meno influente. Spetterebbe alle forze politiche aprire una riflessione onesta su come affrontare l’aspetto della fiducia e recuperare il rapporto con gli elettori”.

A detta della consigliera, si tratta di “una riflessione che però, al di là delle dichiarazioni di rito, non pare essere ancora iniziata veramente. Se vogliamo invertire la tendenza, dovremmo dedicare i nostri spazi pubblici a persone che hanno contribuito positivamente alla società, unendo e ispirando. Non sono in discussione gli ideali socialisti a cui Craxi faceva riferimento, bensì la figura di un uomo politico che ha avuto sicuramente delle luci, ma anche molte ombre, e che fu protagonista, in negativo, del crollo della prima Repubblica”.

Zonari ha concluso che “esistono alternative per preservare la memoria di Bettino Craxi, come iniziative culturali o storiche che ne analizzino criticamente la figura. La memoria pubblica è un bene prezioso, da maneggiare con cura e responsabilità. Le nostre decisioni devono riflettere i valori in cui crediamo e l’impatto che vogliamo avere sulle future generazioni”.

Craxi e la sua eredità: non banalizzare la “Questione Morale”

L’ultimo Consiglio Comunale è stata l’occasione per discutere una questione che tocca profondamente i valori della nostra comunità: l’opportunità di dedicare uno spazio pubblico a Bettino Craxi.

Che il tema fosse controverso lo dimostra il fatto che i consiglieri comunali che hanno deciso di astenersi dal voto sono stati molti più di quelli che hanno dato voto favorevole.

Comprendo e rispetto le diverse opinioni, ma come ho avuto modo di sottolineare durante la discussione, ritengo che una buona amministrazione cittadina dovrebbe evitare accuratamente di attribuire il nome delle strade a figure controverse e fortemente divisive, promuovendo una visione più inclusiva della storia, che rifletta i principi di legalità e moralità che ci uniscono e onorando chi si è distinto per l’impegno civile, sociale o culturale, esempi luminosi per la nostra comunità.

La figura di Bettino Craxi è indubbiamente complessa e, senza entrare nel merito di una valutazione politica sul suo operato, ritengo che ricordare le sentenze definitive che lo hanno condannato per corruzione e altri reati finanziari, la sua fuga dalla giustizia e la morte in contumacia non significhi essere rapiti da un “dipietrismo incendiario” o da “giustizialismo” fine a se stesso, come paiono intendere alcuni articoli e commenti sulla stampa locale.

Le vicende giudiziarie di Bettino Craxi rappresentano un capitolo significativo nella storia della politica e della “questione morale” in Italia. L’intitolazione di una via o piazza a Craxi rischia di inviare un messaggio pericoloso, soprattutto ai giovani. Dovremmo onorare figure che incarnino l’integrità e il rispetto delle leggi, non chi le ha violate. La questione morale non può essere banalizzata o ignorata. Una tale decisione potrebbe creare divisioni nella nostra comunità, generando risentimento e disaffezione.

Già oggi scontiamo una disaffezione alla politica; vorrei ricordare che alle ultime elezioni politiche, per la prima volta si è recato al voto meno del 70 per cento degli elettori, con punte anche più elevate tra i giovani, tanto da poter tranquillamente affermare che il più grande partito in Italia è quello degli astenuti.

Quando i cittadini percepiscono una mancanza di integrità e di etica da parte di coloro che li rappresentano, la fiducia nel sistema politico e nelle istituzioni può diminuire, portando a sfiducia, apatia e risentimento. La crisi della democrazia rappresentativa manifestata dal crescente astensionismo elettorale, ha certamente molte cause, ma tra queste la “Questione Morale” non è certo la meno influente.

Spetterebbe alle forze politiche aprire una riflessione onesta su come affrontare l’aspetto della fiducia e recuperare il rapporto con gli elettori. Una riflessione che però, al di là delle dichiarazioni di rito, non pare essere ancora iniziata veramente.

Se vogliamo invertire la tendenza, dovremmo dedicare i nostri spazi pubblici a persone che hanno contribuito positivamente alla società, unendo e ispirando. 

Non sono in discussione gli ideali socialisti a cui Craxi faceva riferimento, bensì la figura di un uomo politico che ha avuto sicuramente delle luci, ma anche molte ombre, e che fu protagonista, in negativo, del crollo della Prima Repubblica.

Esistono alternative per preservare la memoria di Bettino Craxi, come iniziative culturali o storiche che ne analizzino criticamente la figura. 

La memoria pubblica è un bene prezioso, da maneggiare con cura e responsabilità. Le nostre decisioni devono riflettere i valori in cui crediamo e l’impatto che vogliamo avere sulle future generazioni.

Ripubblicizzare il servizio rifiuti: si può fare! Un incontro pubblico illuminante

Un sentito ringraziamento a Rete Giustizia Climatica – Ferrara – e Forum Ferrara Partecipata per aver organizzato ieri, giovedì 27 marzo 2025, un importante convegno sul tema della gestione dei rifiuti urbani.

Il settore dei rifiuti è uno dei tre principali settori che emettono metano – dopo l’agricoltura e il settore petrolifero e del gas – ed è responsabile di circa il 20% delle emissioni di metano causate dall’uomo a livello globale.

Ridurre rapidamente e in modo significativo l’inquinamento da metano è una delle opportunità più importanti che abbiamo per rallentare il ritmo del riscaldamento globale nei prossimi due decenni.

Il primo passo per ridurre al minimo la produzione di rifiuti è evitare che i rifiuti si generino e dunque minimizzare l’utilizzo di prodotti monouso o di breve durata e orientare le politiche e le pratiche ai principi individuati anche dalla stessa Unione Europea e dalla normativa italiana, quelli delle famose 4R – riduzione, riuso, riciclaggio e recupero.

Crediamo che una gestione pubblica, avendo come scopo primario il perseguimento dell’interesse collettivo, sia naturalmente portata per orientarsi verso politiche ambientali efficaci e orientate al lungo termine, mentre una gestione privata, pur nel rispetto delle normative, è intrinsecamente orientata alla generazione di profitto, una logica che non sempre coincide con gli obiettivi di massima tutela ambientale.

Certo, il passaggio a una gestione pubblica richiede un’attenta pianificazione e dialogo con tutti i portatori di interesse, in primis i cittadini e un impegno concreto da parte dell’amministrazione, ma l’esperienza di Alea nel forlivese dimostra che la ripubblicizzazione del servizio può essere una maniera efficace per raggiungere questi obiettivi ambiziosi quanto cruciali.

I 13 Comuni che hanno fatto nascere Alea (subentrata ad Hera) non hanno messo 1 euro dal bilancio comunale, utilizzando un prestito dalle banche e mettendo come garanzia le azioni di Hera di loro proprietà. Da quando è subentrata la gestione pubblica partecipata, i costi per i cittadini sono progressivamente calati, così come è andato aumentando il decoro della città.

Un sistema responsabilizzante e partecipativo, un’attenta organizzazione hanno portato ad un efficace e soddisfacente modalità di raccolta porta a porta, con la tariffazione puntuale, un aumento della qualità del rifiuto differenziato e una diminuzione dell’indifferenziato.
I fondi del PNRR sono stati abilmente utilizzati per l’apertura di 11 ecocentri per permettere ai cittadini di conferire in maniera aggiuntiva rispetto al calendario e una Control room permetterà a breve di migliorare il monitoraggio e il controllo, individuando in tempo reale le zone in cui si verificano abbandoni o anomalie.

Si può fare, è solo questione di visione e volontà politica!

Aumento delle spese per il verde pubblico, ‘La Comune’ chiede spiegazioni

Anna Zonari interroga il vicesindaco Balboni sui costi degli interventi: i dettagli

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Aumentano i costi per la manutenzione del verde pubblico. E il gruppo consiliare ‘La Comune’ si chiede il perché. A redigere un documento ufficiale è Anna Zonari, che specifica come “il vicesindaco Alessandro Balboni ha fornito l’ammontare degli stanziamenti straordinari”.

“Per l’anno 2021 è di 997.498 euro – riprende la consigliera -, per 2022 di 973.994 euro, per il 2023 di 1.057.384 euro e per l’anno 2024 di 1.427.061 euro. Mentre per l’anno 2025 ha dichiarato di fare riferimento al contratto di servizio con Ferrara Tua per la gestione sia ordinaria che straordinaria del verde pubblico”.

Da qui le domande. “Di che natura sono gli interventi straordinari computati nella voce di bilancio ‘Interventi straordinari al verde pubblico’? Quali sono i motivi per cui si è verificato un significativo aumento delle spese negli anni 2023 e 2024? Quali e perché tali interventi sono stati a carico del Comune anziché di Ferrara Tua?”.

E ancora, concludendo: “Perché nelle previsioni di spesa a questa voce si è passati dai 1.427.061 euro del 2024 a 0 euro nel 2025? Di che natura sono gli interventi per cui le previsioni di spesa nel 2026 sono di 50mila euro?”.

Manutenzione straordinaria del verde pubblico: ulteriore richiesta di chiarimenti su quanto spende il Comune

Il gruppo consiliare “La Comune di Ferrara” ha inviato una richiesta al Sindaco e al Presidente del Consiglio Comunale di Ferrara in data 27 marzo 2025, riguardo a degli interventi speciali sul verde pubblico che sarebbero di competenza del Comune

La richiesta fa riferimento al contratto tra il Comune di Ferrara e la società “Ferrara Tua srl” per la gestione del verde della città, approvato con una delibera del Consiglio Comunale nel 2021

Si fa presente che oggi i Comuni considerano molto importante la gestione e la valorizzazione del verde pubblico, seguendo le priorità europee per proteggere l’ambiente, contrastare i cambiamenti climatici e ridurre il consumo di suolo

Queste politiche hanno obiettivi fondamentali come la protezione della biodiversità, il recupero di aree rovinate, la gestione sostenibile del territorio per migliorare l’aria che respiriamo, regolare il clima locale diminuendo l’effetto “isola di calore” e aiutare il drenaggio naturale dell’acqua, riducendo il rischio di allagamenti

Inoltre, viene sottolineato che, come evidenzia uno studio recente di ISPRA chiamato “I piani comunali del verde”, è cruciale pianificare il verde in modo strategico per unire le varie iniziative in una visione a lungo termine, con l’obiettivo di creare un sistema ben organizzato di infrastrutture verdi e blu nelle città

Il gruppo consiliare ritiene fondamentale sapere quanti soldi sono stati destinati specificamente a questi interventi negli anni scorsi e quanti ne sono previsti per il futuro. Questa informazione è importante per capire quanto l’Amministrazione comunale si stia impegnando concretamente per la cura e la valorizzazione del verde urbano

Viene ricordato che l’11 marzo 2025 la Giunta comunale ha approvato il Piano Esecutivo di Gestione (PEG) per gli anni 2025-2027

Inoltre, durante un Question Time del 24 marzo 2025, è stato chiesto al vicesindaco Alessandro Balboni a quanto ammontassero le spese per interventi speciali sul verde pubblico a carico del Comune (voce di bilancio n° 09022.02.0710003029) negli anni 2022, 2023, 2024 e la previsione per il 2025

Il vicesindaco ha risposto indicando i seguenti importi stanziati:

  • 997.498 € per il 2021
  • 973.994 € per il 2022
  • 1.057.384 € per il 2023
  • 1.427.061€ per il 2024

Per quanto riguarda il 2025, ha dichiarato che si farà riferimento al contratto di servizio con Ferrara Tua per la gestione sia ordinaria che straordinaria del verde pubblico

Tuttavia, nel piano delle Uscite per gli anni 2025-2027, aggiornato al 2024 e fornito ai consiglieri, alla stessa voce di bilancio (09022.02.0710003029 INTERVENTI STRAORDINARI AL VERDE URBANO) risultano stanziati

  • 0 € per il 2025
  • 50.000 € per il 2026
  • 50.000 € per il 2027

Per questo motivo, il gruppo consiliare “La Comune di Ferrara” chiede al Sindaco e all’Assessore competente di chiarire alcuni punti

  • Quali sono esattamente gli interventi speciali inclusi nella voce di bilancio “INTERVENTI STRAORDINARI AL VERDE URBANO” (n° 09022.02.0710003029)? In particolare, si chiede un elenco dettagliato dei lavori
  • Perché c’è stato un aumento significativo delle spese negli anni 2023 e 2024?
  • Quali interventi sono stati a carico del Comune anziché di Ferrara Tua e perché?
  • Come mai la previsione di spesa per questa voce è passata da 1.427.061 € nel 2024 a 0 € nel 2025?
  • Che tipo di interventi sono previsti per il 2026, per i quali sono stati stanziati € 50.000 ?

 

 

Una piazza intitolata a Craxi. Maggioranza ok, Pd astenuto. Zonari: “No, è un condannato”

Il Psi, che aveva sostenuto La Comune in campagna elettorale: “Per noi, conclusi tutti i rapporti”. Levato (Forza Italia): “Una grande personalità della nostra politica, recentemente riabilitata”.

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Un consiglio comunale di cortocircuiti. Prima della bagarre scatenata dai pro Pal, che hanno interrotto i lavori dell’aula, si è consumata un’altra frattura politica. Il consigliere di Forza Italia, Francesco Levato, con un documento circostanziato e nel quale vengono – tra le altre – riportate le parole dei presidenti della Repubblica Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella (non propriamente dei destrorsi forsennati) – propone di intitolare una via o una piazza allo statista, ex presidente del Consiglio e leader socialista, Bettino Craxi. Alla fine, la via o la piazza si faranno. Le argomentazioni a supporto del documento non hanno un tono agiografico ma sono volte, dice Levato, “a riconoscere un luogo a una grande personalità della nostra politica, recentemente riabilitata”.

Com’era prevedibile, la maggioranza vota a favore benché con qualche distinguo, in particolare alle latitudini della civica del sindaco (qualche vecchia ruggine ideologica resiste anche lì), il Pd si astiene (con un intervento magistrale del consigliere Davide Nanni, che ha ricordato con la perizia dello storico le luci e le ombre di un personaggio che, seppur controverso, rispetto ai nani di oggi sicuramente giganteggia nel panorama politico), i 5 Stelle votano contro, il gruppo Anselmo si spacca (il capogruppo si astiene, Fiorentini e Poli si dichiarano contrari), poi arriva il voto – contrario – di Anna Zonari. Ed è qui che il cortocircuito prende forma. Sì, perché la capogruppo de ’La Comune’, in un moto di dipietrismo incendiario dice – in sostanza – che “non si può intitolare un luogo pubblico a un uomo condannato in via definitiva”. Pur, precisa, non “rinnegando le idee socialiste”. Il distillato di giustizialismo è andato per traverso a Davide Stabellini, segretario del Psi che – dopo la votazione, seguita dagli spalti del Consiglio – è andato via indignato. Proprio lo stesso Stabellini che, in campagna elettorale, aveva sostenuto convintamente, assieme al sodale radicale Mario Zamorani e all’ex sindaco Gaetano Sateriale, il progetto di Zonari. È troppo. “Il Psi non può non stigmatizzare il voto contrario della consigliera Anna Zonari, eletta anche con i voti socialisti alle recenti elezioni amministrative – si legge nella nota vergata dal segretario socialista – . Con questa scelta, Zonari ha mostrato una distanza culturale e politica insanabile con la tradizione riformista e socialista. L’accordo tecnico che ha portato al sostegno della sua candidatura può considerarsi concluso: il Psi prende atto della divergenza e ritiene definitivamente chiusa questa esperienza. Le argomentazioni espresse dalla consigliera, basate esclusivamente su questioni giudiziarie, rappresentano una visione anacronistica e superata. Oggi, la figura di Bettino Craxi viene riletta nella sua interezza, riconoscendone il valore di statista di livello internazionale, fautore di una sinistra riformista e protagonista della modernizzazione del Paese”.

Dello stesso tenore è anche il commento di Pasquale Claps, che rappresenta la fronda socialista confluita in Forza Italia. “Il voto del Consiglio – spiega – sancisce una giornata storica per la nostra città. Un grazie va al sindaco e ai consiglieri che hanno votato a favore, benché la civica del sindaco potesse mostrare più coraggio. Un plauso anche al Pd per l’astensione, dopo un intervento di parziale apprezzamento rispetto all’operato del presidente Craxi”. Le parole di Zonari? “Degne di una giustizialista di bassa macelleria”. Il tintinnio di manette, non si sente più.

La Nuova Ferrara: Si a una via intitolata a Craxi, PD astenuto – Gulinelli “Sgarbi, nessun conflitto di interessi”

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Una comunicazione del presidente, tre interrogazioni a risposta immediata, un’interpellanza, due deliberazioni e nove ordini del giorno e mozioni. Seduta prevedibilmente intensa, ieri, del Consiglio comunale, anche prima dell’interruzione per i ProPal.

Quindi niente esame della situazione Spal come da documento Pd.

Argomento sensibile la mozione per l’intitolazione di una via, piazza o luogo pubblico a Bettino Craxi.

È stata presentata da Francesco Levato (Forza Italia) col supporto di Fratelli d’Italia, Lega e consigliere Francesco
Rendine (Civica Fabbri). La mozione è passata con 10 sì, 16 astenuti (il gruppo Pd) e 4 no (Marchi, Zonari, Poli e Fiorentini). Spiega Levato: «Craxi è stato una figura rilevante come statista e intellettuale per diffondere libertà e democrazia. Senza trascurare la lotta al
terrorismo e il contrasto alle mafie». Davide Nanni spiega i motivi dell’astensione del Pd:
«Sono passati 25 anni dalla morte di Craxi, giusto ricordare uno dei leader più noti.  Ma non va dimenticato fortemente odiato da una parte dell’opinione pubblica italiana. Uomo travolto dalle indagini “mani pulite” e che è fuggito in Tunisia per difendersi dai processi e non nei
processi. Ricordiamoci della corruzione diffusa e del finanziamento illecito dei partiti».

Un no secco giunge invece da Anna Zonari (la Comune): «La toponomastica è strumento potente per indirizzare la politica e la memoria collettiva. Craxi è una figura controversa e divisiva: pesa come un macigno la questione morale. Così che segnale di rinnovamento diamo?». E invece la mozione passa.

Attenzione successivamente indirizzata sul funzionamento delle poste di Ravalle: lo stabile deve essere ristrutturato. «Era un punto di riferimento per la comunità – spiega Francesco Rendine (Civica Fabbri) – se i lavori proseguiranno a lungo ci
sarà un grande disagio per i cittadini. Servono misure tampone». Sulle quali ha rassicurato l’assessora Cristina Coletti: «Abbiamo già avuto un incontro produttivo con i dirigenti di Poste Italiane, che ci hanno confermato la piena volontà di dare continuità al servizio. Terremo
monitorata la situazione».

Poi focus sull’interpellanza presentata da Zonari in merito a conflitto d’interessi tra la Fondazione Ferrara Arte ed il presidente Vittorio Sgarbi che è anche presidente della Fondazione Cavallini-Sgarbi: «Possono coesistere i due ruoli e quante opere
della Cavallini Sgarbi sono state esposte nelle proposte di Ferrara Arte? » è l’interrogativo. Le ha risposto Marco Gulinelli, assessore alla Cultura: «Le opere avute in prestito sono state 28, spalmate su 7 mostre. E non abbiamo erogato alcun compenso. Non c’è quindi mai stato un conflitto d’interessi».