Pfas nelle acque, Zonari (La Comune): “Quante analisi sono state fatte nel periodo 2020-2024?”
La consigliera ha interpellato l’Amministrazione per conoscere numero dei campioni e risultati dettagliati
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La presenza di sostanze perfluoroalchiliche nelle acque potabili del Comune di Ferrara è al centro di un’interpellanza presentata dalla consigliera di opposizione Anna Zonari. La presidente del Gruppo La Comune, infatti, premettendo che “Greenpeace ha recentemente divulgato i risultati di una campagna di analisi sulla presenza di Pfas nelle acque potabili di 235 Comuni italiani, inclusa Ferrara”, si è rivolta all’Amministrazione con una serie di domande.
Quesiti, accompagnati dalla considerazione che “i risultati delle analisi indicano che Ferrara è il secondo Comune in Italia per presenza di acido trifluoroacetico (Tfa) con 375,5 nanogrammi per litro, e l’ottavo per la ‘somma di Pfas’ con 43,3 ng/l1, sesto posto in regione per valori massimi di Pfoa (3,6 ng/l) e al quinto per valori massimi di Pfos (2 ng/l), sostanze ritenute preoccupanti per la salute”, che “la direttiva europea 2020/2184 prevede un valore limite di 100 ng/l per la ‘somma di Pfas’ ritenuti preoccupanti nelle acque destinate al consumo umano”, e che “Hera, gestore del servizio idrico nel Comune di Ferrara, ha dichiarato di eseguire monitoraggi sui Pfas, nonostante l&’applicazione dei limiti sia prevista solo dal 2026”.
Da qui alle domande al sindaco per sapere “quante analisi sono state effettuate da Hera nel periodo 2020-2024, specificando il numero di campioni prelevati nell’impianto di potabilizzazione di Pontelagoscuro e in altri punti di campionamento nel territorio comunale, nonché i valori specifici riscontrati per la ‘somma di Pfas’, Pfoa e Pfos”, e se “il Comune intende richiedere la pubblicazione dei risultati dettagliati delle analisi condotte da Hera per garantire trasparenza e informazione ai cittadini altamente preoccupati e confusi dalle notizie apparse sulla stampa”.
Zonari ha inoltre chiesto se “il Comune intende avviare un piano di monitoraggio periodico (mensile) dei Pfas, compreso il Tfa, nelle acque destinate alla produzione di acqua potabile e nelle acque destinate al consumo umano, e quali azioni intende intraprendere nel caso si riscontrassero concentrazioni superiori ai limiti di legge o, comunque, superiori ai parametri considerati a tutela della salute”, e se “intende farsi promotore di un progetto sperimentale, in collaborazione con Hera e l’Università di Ferrara, per approfondire le conoscenze e l’efficacia dei sistemi di trattamento delle acque rispetto al Tfa14”.
L’ultimo quesito riguarda “quali misure concrete intende adottare il Comune per tutelare la salute dei cittadini di fronte alla contaminazione da Pfas, anche in considerazione degli studi che dimostrano i legami tra esposizione a Pfas e problemi di salute”.