Senzatetto a Ferrara. La Comune chiede un cambio di passo
Intervento del gruppo rappresentato in Consiglio comunale da Anna Zonari
Leggi sul sito d’origine
A seguito di un’interpellanza e di risposte ritenute insoddisfacenti da parte dell’Amministrazione comunale sul tema dei senza fissa dimora, La Comune desidera condividere alcune riflessioni e avanzare proposte concrete.
Chi sono i senza fissa dimora? Persone che si trovano a vivere senza un’abitazione stabile per svariate ragioni. Condizione che spesso comporta gravi ripercussioni sulla salute fisica e mentale, sulla capacità di trovare lavoro, sull’inclusione sociale e sulla partecipazione alla vita della comunità.
Quali sono i problemi riscontrati a Ferrara? Dalle analisi de La Comune emergono diverse criticità nella gestione del fenomeno. Innanzitutto, si evidenzia l’assenza di un osservatorio comunale strutturato che possa fornire dati affidabili sul numero effettivo di persone senza fissa dimora e sui loro bisogni.
L’Unità di Strada (Uds), incaricata di monitorare il fenomeno e intercettare le persone in difficoltà, effettua uscite solo tre uscite settimanali in orario serale, risultando assente in momenti di maggiore bisogno, soprattutto nei mesi invernali e nei fine settimana.
Anche l’accesso al PRIS (Pronto Intervento Sociale) presenta delle limitazioni. Nonostante sia un servizio H24 nato per rispondere a situazioni di urgenza sociale, il numero è riservato principalmente agli enti e alle forze dell’ordine, escludendo di fatto la preziosa risorsa del volontariato, spesso in prima linea nell’intercettare le emergenze.
Un altro aspetto critico riguarda la residenza fittizia. Nonostante sia un diritto fondamentale che permette l’accesso a servizi essenziali come la sanità e l’assistenza sociale, molte persone senza dimora a Ferrara risultano esserne prive. Risulta cruciale che le istituzioni garantiscano questo diritto e a tal fine sollecitiamo il Comune e la Regione ad una maggiore trasparenza nell’applicazione della normativa.
Evidente anche la mancanza di un sistema integrato di presa in carico che coinvolga attivamente il Comune, il terzo settore e il volontariato. Spesso i volontari operano in solitudine, senza un’adeguata regia e senza un coordinamento efficace con i servizi pubblici. La scarsa partecipazione del terzo settore si riscontra anche nella definizione delle politiche locali, con una logica ancora troppo orientata ai bandi e ai contributi una tantum anziché alla co-programmazione e co-progettazione. Un esempio è l’esistenza del Piano di Attuazione Locale (PAL), documento sostanzialmente sconosciuto a operatori e volontari.
Le proposte de La Comune per un cambio di passo:
Istituire un osservatorio comunale strutturato e partecipato, che coinvolga attivamente associazioni e volontari;
Potenziare l’Unità di Strada, aumentando le risorse e ampliando l’orario di servizio per garantire uscite serali quotidiane e raggiungere anche le zone periferiche;
• Rendere l’accesso al PRIS più accessibile al volontariato, studiando modalità operative che ne preservino l’efficacia;
• Promuovere una vera co-programmazione e co-progettazione degli interventi, superando la logica dei bandi al minor costo e coinvolgendo il terzo settore nella definizione delle politiche locali. La scadenza di fine maggio del bando sui servizi per i senza fissa dimora potrebbe rappresentare un’opportunità per cambiare approccio.
Aprire una condivisione sulla presa in carico dei senza fissa dimora in un contesto più ampio, coordinato dalla Prefettura, coinvolgendo diversi enti e servizi (Forze di Polizia, INPS, USL, ospedale, volontariato).
• Lavorare per la costruzione di una struttura di prima accoglienza a bassissima soglia, più flessibile e adattabile alle esigenze dei senzatetto rispetto ai dormitori tradizionali, con un approccio orientato all’inclusione sociale e al supporto psicologico.
Siamo convinti che i problemi complessi si possano affrontare solo con un’Amministrazione realmente condivisa e basata sulla co-programmazione e co-progettazione con tutti gli attori locali.