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La Comune di Ferrara | Femminile, Plurale, Partecipata

Tag: estense.com

Permessi di soggiorno. “Servono misure urgenti contro illegalità e sfruttamento”

Mozione della consigliera comunale Anna Zonari de La Comune di Ferrara: “Necessario un intervento concreto per garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori già presenti sul territorio”

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C’è la richiesta di adottare misure emergenti per il miglioramento della gestione dei permessi di soggiorno e per il contrasto all’illegalità e allo sfruttamento dei lavoratori stranieri al centro della mozione presentata dalla capogruppo Anna Zonari de La Comune di Ferrara.

Nello specifico, la consigliera di opposizione chiede di istituire un monitoraggio specifico e periodico per rilevare i tempi di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno presso la Questura di Ferrara, evidenziando eventuali criticità nei procedimenti e pubblicandone i risultati per garantire trasparenza e responsabilità.

Ma non solo. Zonari domanda anche di coinvolgere attivamente il Consiglio Territoriale per l’Immigrazione, le associazioni e il terzo settore, affinando le analisi dei bisogni e progettando interventi adeguati.

Tra le proposte della capogruppo anche l’invito a sollecitare la Prefettura e gli enti competenti per accelerare le pratiche burocratiche e garantire trasparenza e equità nei procedimenti burocratici legati ai permessi di soggiorno, in particolare per i lavoratori già presenti in Italia con contratti regolari.

Zonari, infine, chiede anche l’istituzione di un tavolo permanente con le parti sociali, le associazioni datoriali, i sindacati e le associazioni per promuovere politiche di contrasto all’illegalità e allo sfruttamento lavorativo, rafforzando i protocolli e gli accordi già esistenti.

La mozione arriva dopo che dagli ultimi dati dell’Annuario del Cds appena presentato emerge che “gli immigrati non si fermano a Ferrara e conseguentemente le imprese fanno fatica a trovare manodopera“.

A tal proposito, la capogruppo de La Comune di Ferrara spiega: “Le attuali normative e prassi, come il Decreto Cutro e le procedure adottate dalla Questura di Ferrara, stanno creando disagi significativi per i lavoratori stranieri regolari residenti sul nostro territorio, con conseguenti rischi di illegalità e sfruttamento. Molti lavoratori stranieri, pur avendo richiesto regolarmente e pagato salatamente il permesso di soggiorno, attendono da anni il rilascio o il rinnovo del documento, trovandosi costretti a lavorare in condizioni precarie e vulnerabili. Le associazioni datoriali hanno evidenziato che l’attuale sistema di programmazione dei flussi è insufficiente a coprire le necessità di manodopera regolare nei tempi richiesti dal mercato”.

“La gestione dei flussi migratori e dei permessi di soggiorno – aggiunge Zonari – è cruciale per garantire un sistema sociale ed economico equo e rispettoso della dignità umana, nonché per tante imprese che subiscono la perdita di manodopera fondamentale”.

La consigliera di opposizione conclude: “È necessario un intervento concreto per garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori già presenti sul territorio, evitando che l’incertezza normativa e le lunghe attese per il rilascio dei permessi di soggiorno li spingano verso l’illegalità. Coinvolgere le comunità straniere, le associazioni di categoria e il terzo settore è fondamentale per individuare soluzioni condivise e affrontare le criticità”.

 

 

Danno erariale? Il caso del “Pasticciaccio brutto di via Mozzoni/Serao”

19 Dicembre 2024

La consigliera di minoranza Anna Zonari (La Comune) chiede chiarimenti sulla mancata cessione di un terreno e i costi a carico del Comune di Ferrara

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Una nuova interrogazione da parte della consigliera di minoranza Anna Zonari (gruppo La Comune di Ferrara) porta all’attenzione del Consiglio Comunale il caso di un’area di Ferrara e della vicenda nota come il “Pasticciaccio brutto di via Mozzoni/Serao”. La questione ruota attorno al presunto danno erariale derivante dalla mancata cessione gratuita di un terreno da parte di una società privata al Comune, nonostante gli obblighi legali assunti nel 1989 e confermati in atti successivi.

Secondo la ricostruzione fornita dalla consigliera, nel 1989 la società “La Casa srl” avrebbe dovuto cedere gratuitamente una porzione di terreno al Comune di Ferrara, come compensazione per oneri di urbanizzazione relativi a un’altra area. Tuttavia questa cessione non è mai avvenuta, nonostante le ripetute richieste del Comune e la conferma dell’obbligo da parte delle successive società acquirenti. Non solo, perché l’area in questione è stata gestita dal Comune, con manutenzione ordinaria e sfalcio del verde per ben 30 anni, a spese pubbliche.

Nel 2012, la proprietà ha chiesto la trasformazione in area edificabile, omettendo però di indicare che una parte del lotto era gravata dall’obbligo di cessione al Comune. Nonostante ciò, nel 2013 il Comune ha approvato tale richiesta e ha mappato la zona come residenziale, senza acquisire gratuitamente l’area come previsto. Nel 2019, inoltre, il Comune ha rilasciato un permesso di costruire su tutto il terreno, senza procedere ad alcuna azione per far rispettare l’obbligo di cessione gratuito della porzione di terreno.

Zonari, nella sua interrogazione, solleva numerosi interrogativi sulla gestione di questa vicenda, chiedendo se le azioni e le omissioni finora commesse possano configurare un danno erariale. In particolare, si chiede se il Comune abbia proceduto a segnalare tale danno alla Corte dei Conti, o se intenda farlo in futuro.

Domande per le quali la consigliera chiede una risposta scritta, al fine di chiarire la situazione e valutare le responsabilità politiche e amministrative che ruotano attorno alla gestione di questa lunga e complessa vicenda urbanistica.

 

Biometano Gaibanella. In consiglio misure “importanti” ma Zonari teme “non sufficienti”

La consigliera de La Comune di Ferrara propone una mozione per sostenere i cittadini anche nel caso in cui arrivi l’autorizzazione da parte di Arpae in conferenza dei servizi

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Anna Zonari de La Comune di Ferrara teme che le misure adottate lunedì dal consiglio comunale lunedì pomeriggio “non siano sufficienti per impedire il rilascio dell’Autorizzazione Unica per la realizzazione dell’impianto”. Il riferimento è alla centrale a biometano a Gaibanella per cui “l’amministrazione comunale, con delibera di giunta e il consiglio comunale all’unanimità hanno espresso parere contrario”.

Due atti che la consigliera considera “apprezzabili e importanti”. Allo stesso tempo ritiene “necessarie ulteriori azioni” e per questo hanno promosso una mozione che verrà presentata al prossimo consiglio comunale del 16 dicembre.

Giunta e consiglio, ricorda Zonari, “hanno espresso parere contrario per quanto riguarda il rilascio del permesso di costruire in deroga un impianto di biometano a Gaibanella”. La scelta in quanto non sarebbero rispettate “le distanze minime obbligatorie, essendo alcuni edifici storici a una distanza inferiore ai 300 m dall’area dell’impianto, l’insediamento produttivo di Gaibanella e la Borgata Stazione a distanza inferiore ai 1000 metri e il Polo funzionale dell’Ospedale di Cona ad una distanza inferiore ai 3000 m”.

La consigliera invita dunque la giunta “ad attivarsi concretamente in sede di Conferenza dei Servizi” oltre “a dare seguito al sostegno dell’iniziativa del gruppo dei cittadini di Gaibanella”. Invita inoltre, in caso di rilascio dell’autorizzazione da parte di Arpae, a “sostenere il gruppo di cittadini nelle azioni legali possibili per ricorrere contro la decisione, mettendo a disposizione gli uffici comunali e risorse adeguate per procedere al suddetto ricorso”.

Chiede quindi di “attivare interlocuzioni di carattere politico a tutti i livelli: provinciale, regionale e statale, con particolare riferimento al tema del cumulo degli impatti e della mancanza di una cabina di regia che valuti la complessità e la sommatoria degli interventi”.

Infine viene proposto di “inserire nel Pug, se non presente, la determinazione delle distanze minime per la localizzazione degli impianti dai centri urbani, in ragione del fatto che, anche la sola assunzione del piano potrebbe risultare utile per attivare in salvaguardia tale decisione”.

 

Bagarre in consiglio sul centro sociale. Zonari: “È ostruzionismo”

Interviene anche il sindaco Fabbri: “Trattiamo tutte le associazioni alla stessa maniera. Manderemo anche a Corte dei Conti un parere”

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Una riqualificazione urgente dell’immobile da concludere in 30 giorni. Sono passati 13 mesi e tutto è come prima. Da allora agli indirizzi del Comune di Ferrara sono arrivate circa 15 mail ordinarie e pec per richiedere chiarimenti ed incontri, senza esito.

È la piccola storia ignobile, per mutuare il titolo di una famosa canzone di Guccini, che sta percorrendo da ormai più di un anno il centro sociale La Resistenza e l’associazione di promozione sociale che lo gestisce. Precisamente dal 16 agosto 2023, quando il sindaco Alan Fabbri firmò un’ordinanza per lavori strutturali urgenti e un piano di riqualificazione immobiliare urgente.

Su queste basi Anna Zonari de La Comune ha discusso ieri in consiglio comunale un question time per chiedere aggiornamenti sulla destinazione d’uso dello stabile e quale intenzioni abbia in proposito l’amministrazione.

A risponderle è l’assessore all’urbanistica Nicola Lodi, che fa presente come già nel 2023 “Ancescao aveva avvertito della necessità di interventi strutturali importanti”. A questo si aggiunge il fatto che la concessione dell’immobile (che scadrebbe nel 2034) prevedeva che le attività fossero a favore della popolazione anziana del territorio.

Lodi calcola anche che il mancato introito per l’affitto dell’immobile concesso in comodato d’uso gratuito in questi anni ad Ancescao “ammonta a oltre duecentomila euro per vent’anni”.

Sempre nella concessione, ricorda Lodi, “Ancescao si impegnava ad adottare ogni misura atta a salvaguardare l’immobile e a curarne l’amministrazione ordinaria”.

Per questo il Comune avrebbe adottato un atto integrativo di modifica parziale della concessione, invitando Ancescao a restituire l’immobile sub-concesso nel 2015 a La Resistenza “per importanti lavori di ristrutturazione sia dello stesso immobile che del cortile ove si trovavano rifiuti”.

La ‘colpa’ dello stallo starebbe secondo l’assessore nel fatto che “manca un serio progetto di riqualificazione dello stabile”, ragione per cui il Comune “non può che procedere alla dichiarazione di decadenza della concessione o di revoca della stessa”.

Quanto alla futura destinazione d’uso, “risponderemo non appena sarà decisa la revoca o la decadenza in caso di ulteriore ritardo nel progetto di riqualificazione che deve essere firmato da un tecnico abilitato”.

Parola che “non si possono ascoltare” secondo Zonari (che tra l’altro lavora nel volontariato), che fa presente la “crisi enorme che investe il mondo del volontariato” e il fatto che non ci sia “ricambio generazionale: quindi tutte le iniziative che portano avanti l’attività intergenerazionale sono ben accettate, anche dallo statuto nazionale di Ancescao”.

Per questo la consigliera parla di “ostruzionismo durato un intero anno. Quello che capita in una città normale sarebbe sedersi attorno a un tavolo. Qui no”.

Critiche che fanno scattare Alan Fabbri, che assicura che “questa amministrazione si è sempre comportata negli stessi modi con qualsiasi associazione. Difendere a prescindere qualcuno che forse sostiene lei politicamente perchè ne trae beneficio politico è offensivo perché noi siamo persone serie”.

Il sindaco non accetta l’accusa di ostruzionismo: “Non c’è, c’è invece la volontà di difendere una proprietà comunale importante”. Non solo: “Manderemo anche alla Corte dei Conti un parere da questo punto di vista. Ingegneri e tecnici del comune ci dicono che ci sono problemi in questo stabile. Poi l’associazione può trovare un altro stabile e pagare l’affitto”.

Da giardino a parcheggio. La risposta “superficiale” di Lodi a Zonari

La consigliera de La Comune di Ferrara dice che “appare piuttosto generica e non entra nel dettaglio delle problematiche specifiche sollevate”

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Anche l’interrogazione bis di Anna Zonari (La Comune di Ferrara) non pare aver avuto successo vista la risposta “superficiale” dell’assessore Nicola Lodi in merito all’area cortiliva compresa tra i condomini di corso Piave, via Fiume, via Cassoli e corso Isonzo.

“La recinzione da cantiere – scrive Lodi nella risposta – rientra nella c.d. “Edilizia libera” ai sensi della L.R. 15/13.  Pertanto, per quanto il Comune di Ferrara abbia a cuore le funzioni ecosistemiche e sociali  dell’area, questa non rientra nelle competenze del Comune stesso. Si precisa, in ogni  caso, che gli ecosistemi riconosciuti sulla Terra sono: la foresta (temperata, tropicale e boreale); la savana; la steppa; il deserto; la tundra; la taiga; la macchia mediterranea”. Inoltre “l’area non è vincolata ai sensi del Codice dei Beni Culturali e pertanto non di  competenza della Soprintendenza”.

Il problema è che la risposta “non affronta direttamente alcune delle preoccupazioni sollevate” mentre “i toni sarcastici denotano mancanza di rispetto istituzionale, ma ancora più che verso di me, verso i residenti e le centinaia di cittadine e cittadini che stanno da mesi chiedendo aiuto al Comune per la salvaguardia di un habitat importante dal punto di vista dei benefici ecosistemici e sociali”.

“Possibile – domanda Zonari – che l’assessore non sappia che i benefici ecosistemici anche in ambiente urbano, dati dalla tutela della biodiversità, sono tra le principali strategie per il contrasto al surriscaldamento globale, alla prevenzione del dissesto idrogeologico e alla riduzione dell’inquinamento? Dalla sua risposta pare di sì”.

Zonari si dice insoddisfatta rispetto a questa seconda “pseudo risposta” per almeno 4 motivi. “L’assessore spiega – scrive Zonari – che la recinzione dell’area rientra nell’edilizia libera secondo la normativa regionale, quindi non richiede specifiche autorizzazioni comunali. Tuttavia, questa affermazione non risponde in modo esaustivo alle domande relative alla trasformazione dell’area da giardino a parcheggio e alle eventuali autorizzazioni necessarie per questa modifica”.

Manca poi una risposta “sui progetti di trasformazione e le autorizzazioni” infatti “non c’è alcun riferimento alla presentazione di un progetto specifico da parte del nuovo proprietario, né viene chiarito se il Comune abbia rilasciato autorizzazioni per la trasformazione dell’area cortiliva. Questo è uno dei punti centrali dell’interrogazione, che rimane quindi senza una risposta adeguata”.

Per quanto concerne le funzioni ecosistemiche e sociali dell’area Lodi “fa un elenco generico degli ecosistemi riconosciuti sulla Terra (ironizzando evidentemente sui benefici ecosistemici in ambiente urbano), senza entrare nel merito della situazione specifica dell’area in questione e del suo valore per la comunità locale”. Non offre dunque “alcuna strategia o indicazione su come il Comune intenda preservare le funzioni ecosistemiche e sociali che l’area ha svolto fino a questo momento”.

Infine “l’interrogazione faceva riferimento a possibili vincoli paesaggistici o di tutela culturale, ma la risposta dell’assessore si limita a dichiarare che l’area non è vincolata ai sensi del Codice dei Beni Culturali. Questo punto, però, ignora completamente il fatto che gli edifici circostanti potrebbero avere delle tutele, come ricordato nella premessa dell’interrogazione”.

Insomma, agli occhi de La Comune, “la risposta appare piuttosto generica e non entra nel dettaglio delle problematiche specifiche sollevate, omettendo di fornire informazioni cruciali sulle autorizzazioni e sulle azioni che il Comune intende intraprendere per tutelare l’area. La mancanza di un’analisi più approfondita rischia di apparire come un tentativo di eludere questioni più complesse legate all’urbanistica e alla salvaguardia dell’ambiente urbano”.

Mense scolastiche. Zonari: “Qual è lo stato di avanzamento dei lavori?”

La consigliera de La Comune di Ferrara interroga la giunta vista l’imminenza dei tempi di consegna previsti

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Diversi sono gli interventi alle scuole primarie che il Comune iniziati nel luglio 2023. Sono stati annunciati, scrive Anna Zonari (La Comune di Ferrara) in un’interrogazione, “interventi di riqualificazione in quattro scuole primarie tra città e frazioni, finalizzati alla realizzazione di altrettante mense scolastiche per servire oltre 706 pasti in due turni e, in alcuni casi, per riqualificare le aree verdi scolastiche”.

“Qual è ad oggi – chiede la consigliera – lo stato di avanzamento dei lavori? Quali tempi sono previsti per l’attivazione delle nuove mense scolastiche? Quali tempi sono previsti per la riqualificazione necessaria delle aree verdi interne alle scuole citate, interventi indispensabili affinché bambine e bambini possano usufruirne?”

Due settimane fa erano stati i genitori di alcuni alunni della scuola di Fondoreno a scrivere “arrabbiati” per la “situazione incredibile della scuola”.

Si tratta di lavori per 3 milioni di euro “di cui circa 1,7milioni di stanziamento comunale e i rimanenti di fondi del Next Generation EU”. Ad essere coinvolte sono “la Don Milani (con stanziamento complessivo di 1.060.000 euro di cui 450mila di risorse europee e 610 mila del Comune), la “A. Franceschini” di Porotto (790.000 euro complessivi, di cui 450.000 da Pnrr e 295.000 Comune), la scuola di San Martino (550.000 euro di cui 196.000 da Pnrr e 354mila del Comune) e la scuola di Fondoreno (560mila euro
complessivi di cui 120mila euro da Pnrr e 440mila del Comune)”.

Zonari, sempre nell’interrogazione, fa anche notare “che il 12 febbraio 2024 l’amministrazione comunale ha promosso un incontro con la cittadinanza a Fondoreno per presentare il progetto della nuova mensa della scuola; che il 19 febbraio 2024 è stato inaugurato dall’amministrazione comunale il cantiere della nuova mensa della Scuola “A. Franceschini” a Porotto, con affidamento dei lavori all’impresa Arte Casa Immobiliare srlL, e annunciato il termine degli interventi per l’autunno 2024; che il 5 marzo 2024 è stato inaugurato il cantiere del progetto di riqualificazione della scuola primaria “Don Milani” e annunciata la consegna entro febbraio 2025; che l’11 marzo 2024 è stato inaugurato il cantiere per l’ampliamento dei servizi della scuola primaria “Bruno Farber” di San Martino”.

Biometano a Gaibanella. Zonari: “Coinvolgere i cittadini”

La consigliera de La Comune di Ferrara interpella il sindaco e la giunta, insieme a tutte le opposizioni, per chiedere una maggiore coinvolgimento della popolazione

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Le minoranze in consiglio comunale (La Comune di Ferrara, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Lista Civica Anselmo) vogliono sapere a quale punto è l’iter del progetto per la costruzione dell’impianto a biometano a Gaibanella e “quali valutazioni verranno fatte per garantire il territorio, riguardo alle emissioni, al traffico indotto, alla tutela del manto stradale, all’utilizzo del digestato”. Chiedono anche “se sono previste forme di coinvolgimento della cittadinanza e la possibilità di presentare osservazioni scritte entro i 60 giorni stabiliti, per assicurare una partecipazione attiva e informata della comunità” e “se si intende convocare una commissione congiunta ambiente urbanistica, al fine di consentire ai consiglieri di esercitare il loro diritto di essere informati, nonché di vigilanza e controllo”.

Anna Zonari, prima firmataria, interpella così sindaco e giunta ricordando che “le linee guida dell’European Biogas Association (Eba) raccomandano di affrontare le preoccupazioni della comunità (sicurezza, rumore, odori, viabilità, ecc.) con un approccio partecipativo e trasparente, che implica il coinvolgimento della cittadinanza per informarla sugli impatti del progetto e raccogliere eventuali preoccupazioni o opposizioni”.

“La costruzione di centrali di questo tipo – scrive – possono avere ripercussioni in termini di emissioni inquinanti, date anche dal trasporto delle biomasse dal punto di origine alla centrale di biometano, traffico derivato, deterioramento delle strade e problemi di manutenzione, consumo di suolo, riduzione delle coltivazioni alimentari, utilizzo agronomico del digestato, dubbia ricaduta economica per il territorio”.

Viste le criticità, le stesse sollevate non solo preventivamente  ma anche da residenti che si sono trovati a vivere nelle vicinanze di una centrale, “è essenziale garantire la massima trasparenza e il coinvolgimento della comunità locale, dato che il progetto può influire sulla qualità della vita dei residenti in termini di salute, sostenibilità ambientale, economica e sociale”.

Ricorda infine che “nei territori vicini esistono già altre centrali e sono in corso iter autorizzativi per la costruzione di nuove strutture simili, ma manca una valutazione cumulativa degli impatti”.

Incendio Formignana, Zonari: “Poteva essere una tragedia”

La consigliera de La Comune di Ferrara torna sul caso di Giuseppina Salvi e famiglia scampata a un incendio a Formignana. Aveva già presentato un’interrogazione a cui non ha ancora avuto risposta

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Anna Zonari (La Comune di Ferrara) come consigliera comunale sente “il dovere di portare all’attenzione della comunità un caso già noto alla stampa, che ci riguarda tutti”. Si tratta di quanto successo la scorsa notte a Formignana dopo che per mesi la signora Giuseppina Salvi e i figli avevano trovato riparo presso un tendone esterno all’ingresso due dell’ospedale di Cona.

“Da aprile – scrive Zonari – ha vissuto in condizioni precarie, con i suoi due figli, in un gazebo davanti all’ospedale di Cona. Nonostante abbia già presentato un’interrogazione in merito, sono ancora in attesa di risposta dalle istituzioni”.

“Una settimana fa – spiega la consigliera comunale – questa famiglia è stata trasferita in un appartamento messo a disposizione da Acer, nel Comune di Tresignana, su richiesta del Comune di Ferrara, in regime di emergenza abitativa”. Chiaramente, “senza elettricità, di notte, la signora è stata costretta a utilizzare delle candele”. Così “la scorsa notte, una candela lasciata accesa ha dato fuoco al tavolo e poi a una delle due stanze! Solo per una fortunata coincidenza non si è trasformata in una tragedia, ma uno dei figli ha riportato ustioni (per fortuna non gravi) e gran parte dei documenti e degli affetti personali della famiglia sono andati distrutti. Sono arrivati i vigili del fuoco e la famiglia è stata portata al pronto soccorso”.

“Poteva essere una tragedia”.

Ora la donna e i figli sono ospitati presso la foresteria del Sant’Anna e “la signora non ha ancora una residenza”. Questo “nonostante abbia richiesto la residenza fittizia per ben due volte negli scorsi mesi al Comune di Ferrara, non le è stata assegnata”.

Con la residenza fittizia “avrebbe potuto ottenere la reversibilità della pensione del marito, deceduto a Cona e seppellito in Certosa. Senza residenza, non può attivare il contratto dell’acqua e senza un contratto di locazione non può richiedere la residenza a Tresignana”.

Si tratta, dice Zonari, di “un cortocircuito burocratico che rischia di compromettere gravemente la vita di questa famiglia, lasciandola in una condizione di precarietà inaccettabile”.

Le domande cruciali secondo la consigliera sono: “L’Asp sta davvero seguendo questa famiglia? Questo è un nucleo chiaramente fragile e vulnerabile, in difficoltà da mesi. Cosa è stato fatto finora per loro? Quali provvedimenti sono stati presi? Finora si è visto l’enorme supporto di alcuni volontari, che si sono attivati per aiutare la signora e i suoi figli. Ma è compito del Comune garantire un’abitazione dignitosa e accessibile, come dovrebbe essere nel 2024, a Ferrara”.

“Chiedo pubblicamente – conclude – misure immediate per risolvere questa situazione inaccettabile, con un supporto concreto e un’abitazione vivibile. Ferrara merita di più, e soprattutto queste persone meritano di più”.

Cortile trasformato in parcheggio. Zonari deposita interrogazione bis

La consigliera de La Comune di Ferrara torna alla carica sull’area cortiliva ceduta da Acer a un privato dopo le insoddisfacenti risposte di Lodi

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Arriva l’interrogazione bis de La Comune di Ferrara che aveva già annunciato di non essere soddisfatta della risposta dell’assessore Nicola Lodi rispetto al problema sollevato dell’area cortiliva tra via Cassoli, corso Piave e via Fiume. Un’area ceduta da Acer a un privato cittadino, dopo che i condomini non hanno concluso l’acquisizione, che pare abbia intenzione di utilizzarla per realizzare stalli di parcheggio da affittare a privati.

Le domande che il gruppo con la consigliera Anna Zonari pone all’assessore e per le quali ritiene necessaria una risposta urgente sono: “Se l’acquirente privato, che ha acquistato l’area cortiliva in oggetto e ha già provveduto a recintarla, abbia presentato un progetto di trasformazione dell’area, cosa questo preveda e se l’Amministrazione abbia già rilasciato autorizzazioni al riguardo? Quali provvedimenti il Comune di Ferrara intenda assumere per preservare le funzioni ecosistemiche e sociali che l’area ha svolto fino ad ora? Si ritiene di interpellare la Sopraintendenza al riguardo?”

Si tratta di quesiti già posti e ora riproposti perché la risposta all’interrogazione di Lodi sarebbe: “…si ritiene che l’Azienda Casa Emilia Romagna (Acer) di Ferrara abbia già fornito esaustivo riscontro riguardo le richieste della Consigliera Anna Zonari, così come riportato dall’articolo del quotidiano locale ‘la Nuova Ferrara’ pubblicato sabato 10 luglio u.s. dal titolo ‘Sul cortile comune decide la proprietà’ a pagina 16”.

Acer, appena avuto notizia della prima interrogazione della consigliera, aveva inviato una nota a tutte le redazioni nella quale spigava come si era arrivati alla vendita ad un privato piuttosto che a quella ai condomini. Quella di non acquistare sarebbe infatti stata una loro scelta. Ciò che manca, e a cui Acer non può rispondere, sono le domande fin da subito rivolte all’amministrazione prendendo in causa i regolamenti comunali.

Zonari ricorda che “per contrastare inquinamento, ondate di calore e promuovere interventi intersettoriali per la vivibilità, la salute e il benessere urbano, la Regione, nell’ambito del Piano Nazionale della Prevenzione – Pnp (Intesa Stato-Regioni e PP.AA. del 6 agosto 2020) – Macro-obiettivo 5 ‘Ambiente Clima e salute’, ha recentemente pubblicato un ‘documento guida’, che lega indicatori di salute a indicatori ambientali e territoriali, per orientare la lettura e la definizione dei piani urbanistici nell’ottica della salute pubblica”. Inoltre “la Strategia dell’Unione Europea per le Infrastrutture Verdi promuove la creazione e lo sviluppo di reti di infrastrutture verdi e blu a partire da quelle esistenti, capaci di contrastare condizioni di fragilità e al contempo di massimizzare la biodiversità e la produzione di servizi ecosistemici, anche in ambito urbano, in sintonia con le strategie europee su Green Infrastructure (2013) e Biodiversity (2020), con la Carta di Bologna per l’Ambiente (2017), con il Piano Europeo per l’ambiente European Green Deal (2019) e il Next Generation Eu”.

Tematiche presenti anche nel Regolamento del Verde pubblico e privato del Comune di Ferrara che all’articolo 1 afferma: “Il verde urbano […] svolge importanti funzioni climatiche ed ecologiche, urbanistiche e sociali. Contribuisce al miglioramento della qualità urbana […], svolge funzioni essenziali per la salute pubblica contrastando l’inquinamento atmosferico, termico ed acustico”, e all’Art.4 che “Le alberature aventi circonferenza del tronco superiore a cm 60, le piante con più tronchi se la somma delle circonferenze supera i cm cm 60, misure rilevate ad 1 m dal suolo, devono essere rigorosamente conservate”.

La consigliera ricorda che “nell’area in questione sono stati affissi dei cartelli che pubblicizzano la vendita e/o l’affitto di posti auto non pertinenziali; cosa che comporterebbe l’ottenimento di un’autorizzazione rilasciata dall’Ufficio tecnico del Comune (attraverso una SCIA o un Permesso di Costruire che garantisca il rispetto di tutte le normative urbanistiche, edilizie e ambientali applicabili), compreso un nulla osta da parte dell’Ufficio Verde”.

“Un parcheggio nell’area cortiliva – aggiunge – aumenterebbe ulteriormente i livelli di inquinamento (in quanto altre auto si sommerebbero a quelle dei residenti) e le temperature di calore estivo, riducendo i benefici ecosistemici dovuti a piante già grandi capaci di garantire ombreggiatura e conseguente riduzione delle temperature”.

Nota quindi che “estrapolando i dati delle centralina Arpae di Corso Isonzo, ovvero molto vicina all’area in questione, relativi al periodo dal 1/1/2018 a maggio 2024, emerge che su 2163 valori medi giornalieri, 321 risultano oltre il limite di 50 µg/m³ (cioè 15% dei casi), limite che per legge non deve essere superato più di 35 giorni/anno (35/365 = 9,5% dei casi)”. E ancora, estrapolando i dati dal sito del Comune, “relativamente a Corso Isonzo, grazie alle centraline sperimentali installate nell’ambito del progetto Air Break, indicano, per il periodo dal 17/9/2021 a sabato scorso, che il valore di 50 µg/m³ (che però è la soglia riferita alla media giornaliera) è stato superato in 2500 casi su 21mila (cioè 12%), quindi sempre superiore al limite di legge del 9,5%”.

Infine, scrive Zonari, “in data 30 agosto 2011, la Soprintendenza  per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Ravenna, Ferrara, Forlì/Cesena Rimini ha chiarito per iscritto che ‘i quattro palazzi posti all’incrocio di Corso Piave e Via Fiume risultano tutelati ai sensi dell’articolo 10 del D,Lg. 42-2004 in virtù del D.D.R. del 4/11/2005; pertanto ogni intervento, specialmente in facciata e negli spazi comuni dell’immobile, interni o esterni, deve essere regolarmente autorizzato da questa Soprintendenza ai sensi dell’art. 21 del medesimo Decreto 42-2004′”. Per questo “l’area è ad alto potenziale archeologico, per cui valgono le disposizioni di cui all’art. 107. 2.2.4 del RUE vigente”.

Il Quartiere Giardino e la bella modernità che si sta perdendo un po’ per volta

Intervento del professor Romeo Farinella sulle interrogazioni di Anna Zonari: “Occasione per aprire un dibattito su questo quartiere bello ma malandato”

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di Romeo Farinella*

Le interrogazioni della consigliera Anna Zonari sulla privatizzazione di un’area verde del quartiere Giardino apre una riflessione interessante e, partendo da un problema localizzato, ne apre uno più ampio. Il tema è noto, Acer ha venduto un suolo residuo corrispondente a un giardino interno di un isolato ad un privato che intende farci un parcheggio, non si sa come, tagliando gli alberi e asfaltando? L’Amministrazione su questo non ha risposto. Le ragioni di Acer sono state rese note da un comunicato pubblicato dalla stampa, ma il problema è più complesso e come al solito riguarda cosa si vuole fare di questa città e dei suoi spazi verdi e, in particolare, cosa ne vuol fare l’amministrazione cittadina.

Il Quartiere Giardino è un quartiere del Novecento con un alto valore storico-urbanistico ed è un ibrido che riassume idee riferibili alla città giardino di Ebenezer Howard, alla Parigi del prefetto Haussmann e alla Barcellona di Ildefonso Cerdà. È il frutto del progetto di una serie di tecnici colti che forse Ferrara dovrebbe celebrare di più, ma sappiamo che Ferrara ha avuto in questi decenni delle difficoltà a riconoscere la sua storia contemporanea: da Adamo Boari a Ciro Contini, da Bassani e Antonioni e anche Vancini. Ignorare così palesemente un patrimonio di cultura contemporanea di questa ricchezza è veramente sconcertante. Sarebbe bastato in fondo un Museo della Città, caso mai legato ad un Urban Center, come centro di informazione, formazione, e produzione di idee, visioni e progetti per la città, per fare sintesi e promozione di questo patrimonio tangibile e intangibile.

Il valore del quartiere è non tanto e non solo nella architettura “vernacolare” dell’inizio del secolo scorso ma nella qualità dei suoi spazi aperti, nei suoi viali alberati, nelle sue corti interne agli isolati residenziali. Questi tipi di spazi pubblici oggi li ritroviamo, ben valorizzati ad Amsterdam nel quartiere di Oud-Zuid, negli square Parigini, o nelle Hofe Viennesi. Gran parte di questi quartieri europei sono strutturati con differenti modalità ma quella prevalente vede un giardino al centro con prato, arbusti e alberi a servizio della comunità e dei cittadini. In alcuni casi tra l’allineamento delle case “popolari” e l’area verde pubblica ci sono dei giardini privati delimitati da siepi e alberi che rafforzano la dotazione vegetale del quartiere, come nella Siedlung Römerstadt di Francoforte. Qualcuno potrebbe obiettare e dove parcheggiamo le auto? In strada, basterebbe rendere il quartiere e i controviali di corso Isonzo una Ztl e ci sarebbero parcheggi per tutti i residenti. Mentre per i non residenti esiste già il Mof e si potrebbero prevedere altri piccoli parcheggi pubblici sui bordi del quartiere.

Questo quartiere un tempo era un presidio pubblico e le sue vicende attuali testimoniano due cose: la capacità passata di concepire e realizzare la “città pubblica”, e l’incapacità di oggi di mantenerla e gestirla. Sappiamo che per il neoliberismo imperante di sinistra e di destra la parola “pubblico” suscita prurito e irritazione, ma il quartiere Giardino se da un lato è un esempio di svendita ai privati di un bene comune di interesse sociale e patrimoniale, dall’altro evidenzia l’incapacità di mantenere in città dei presidi di uso pubblico e sociale a servizio della residenza e di verde urbano diffuso, incastrati negli interstizi della città (delle isole di calore non ne parliamo più, abbiamo risolto il problema con Cortevecchia?). Tra l’altro siamo in un’area tra le più inquinate della città, anche grazie all’ “autostrada” di corso Isonzo come ricorda la Zonari.

L’altro aspetto che non sottovaluterei è la militarizzazione del quartiere Giardino. Questa sta compiendo passi da gigante, è iniziata con lo stadio che ormai è una cittadella fortificata. Una sorta di “città proibita” che incute paura quando gli passi di fianco. In origine, l’errore fu pensare questo spazio come stadio, quando in origine al centro del quartiere si prevedeva un grande parco, e soprattutto continuare a considerarlo tale quando il calcio ha iniziato a professionalizzarsi. In molte città italiane gli stadi costruiti all’inizi del ‘900 sono collocati nel centro storico, entro le mura o nel perimetro della città antica. Erano di fatto delle attrezzature urbane concepite senza troppe preoccupazioni in relazione ai problemi dell’accessibilità e della sicurezza. Oggi gli stadi non possono più stare in città vanno spostati fuori, per l’accessibilità, per il rumore, il traffico, la sicurezza, il disagio per i residenti. È una occasione che andava colta diversi decenni fa, il non averlo fatto ci ha lasciato una “neoplasia” edilizia nel cuore della città storica, che evolve, ampliandosi o restringendosi, a seconda della serie dell’anno.

Infine, abbiamo anche il parco tra via Cassoli e via Poledrelli: uno spazio pubblico che con la sua recinzione con le punte aguzze mette i brividi. Un tempo si rifinivano i muri di separazione con i cocci di vetro rotto; ora sono ritornate le punte ottocentesche che rammentano quanto è pericoloso saltare un cancello. In altri paesi delimitano spazi di questo tipo con delle siepi molto fitte, associate ad alberi e arbusti (che nascondono, “a panino”, una rete) e che cambiano di colore a seconda delle stagioni, diventando incubatori di biodiversità. Ma poi il verde va gestito quindi meglio una militaresca e maschia delimitazione metallica.

Credo che la vicenda del quartiere Giardino, sollecitata dalla interrogazione della Zonari, possa costituire l’occasione per aprire un dibattito (sempre se a qualcuno interessa) su questo quartiere bello ma malandato, ostaggio delle auto (è l’unica zona del centro storico dove il parcheggio è libero) ricomprendendo Corso Isonzo e gli interventi senza alcun senso urbanistico che stanno realizzando nella zona del Mof, come quella piazza lastricata e alberata dei Rampari di San Paolo, con le strisce parallele di verde ormai bruciato dal sole e sempre vuota. Un progetto bizzarro perché associa minerale (la pavimentazione) e naturale (gli alberi) ma il “minerale” domina il “naturale” quando si poteva tranquillamente realizzare un piccolo “bosco” lineare sull’allineamento dei rampari, con prato, arbusti e alberi e qualche piazzola con panchine per sedersi e caso mai anche una fontana. Un progetto di vecchia concezione che non tiene in considerazione il problema del contrasto alle isole di calore e riassume tutti i nonsense di un’urbanistica retorica che guarda alle immagini ammiccanti delle riviste e che non si pone il problema dei contesti reali dove queste realizzazioni vengono calate.

*Dipartimento di Architettura Università di Ferrara – Professore ordinario di Progettazione Urbanistica – Direttore del CITERlab – Laboratorio di progettazione urbana e territoriale – Membro del Ccsi Centro di Ateneo per la Cooperazione allo Sviluppo Internazionale Unife

Da giardino a parcheggio privato. Lodi non risponde ad Anna Zonari

La consigliera de La Comune di Ferrara torna sulla questione dell’area cortiliva tra le vie Piave, Cassoli e Fiume. Pronta una nuova interrogazione

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Poco prima di Ferragosto Anna Zonari aveva presentato un’interrogazione sull’area cortiliva di una serie di palazzi tra via Piave, via Cassoli e via Fiume a risponderle è stato l’assessore Nicola Lodi, “di fatto – scrive la consigliera del gruppo La Comune di Ferrara – non rispondendo ai quesiti che avevo posto”. Proprio per questo, fa sapere, che nei prossimi giorni presenterà una nuova interrogazione.

“Parlo – spiega la consigliera – di un’area cortiliva recentemente venduta da Acer ad un privato, che vuole ricavarne un parcheggio, ovvero vendere o affittare posti auto, come da cartelli che erano apposti e come da informazioni telefoniche fornite chiamando il numero indicato sui cartelli”. Acer, conseguentemente all’interrogazione e alla sua pubblicazione sulla stampa aveva risposto facendo sapere che i condomini non avevano voluto acquistare, motivo per cui si è proceduto alla vendita a un soggetto terzo.

Anna Zonari si concentra però sulla risposta avuta da Lodi. “I quesiti a cui di fatto l’assessore non ha risposto sono se l’amministrazione è a conoscenza: se il nuovo proprietario abbia presentato un progetto di trasformazione dell’area, cosa questo preveda e se l’amministrazione abbia già rilasciato autorizzazioni al riguardo; cosa il Comune di Ferrara intenda fare per preservare le funzioni ecosistemiche e sociali che l’area ha svolto fino ad ora”.

La consigliera allega anche alcune foto nelle quali si vede l’area prima di essere transennata. “Prima – scrive -, lì trovavano refrigerio le persone anziane residenti nei condomini adiacenti, i bambini con i loro giochi in natura. Sulle fronde degli alberi pare si posi addirittura il gufo reale e nell’area verde si possono incontrare dei ricci”.

“Personalmente – prosegue – non avevo mai visto un oleandro così grande, c’è anche un ibisco, un piccolo acero e un maestoso bagolaro. Un posto molto bello. Un esempio di come è stato concepito il quartiere Giardino nella sua fondazione, ovvero che ogni isolato avesse un giardino”.

“Venendo a casa – riflette concludendo – ho pensato con invidia a Vienna, all’Inghilterra, ai paesi scandinavi, dove il verde è considerato un bene comune e la sua vendita viene fortemente regolamentata. Lo si tutela e lo si considera per quello che è davvero: un polmone verde a beneficio della comunità… tra l’altro in un’area della città, Corso Isonzo, dove le centraline Arpae registrano spesso sforamento da polveri sottili e si sa (si sa?) che gli alberi svolgono una funzione naturale di mitigazione”.

Zonari auspica una commissione congiunta Mobilità e Ambiente

L’ex candidata sindaca interviene dopo la discussione nel consiglio comunale del 29 luglio in merito alla mozione per contrastare con efficacia il problema delle soste selvagge e abusive

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di Anna Zonari*

A mio avviso, durante il Consiglio comunale del 29 luglio, è accaduta una cosa estremamente interessante. Come minoranza abbiamo presentato una Mozione per l’adozione di misure atte a contrastare con efficacia il problema delle soste selvagge e abusive nella città di Ferrara, utilizzando come esempio l’ultimo ed eclatante abuso verificatosi nella serata di domenica 7 luglio, in occasione del concerto di Calcutta in Piazza Ariostea, quando migliaia di auto si sono riversate nel sottomura tra via Porta Mare e via Caldirolo.

La mozione è molto articolata e chiedeva al Consiglio comunale di impegnare Giunta e Sindaco ad assumere più personale nell’organico della Polizia Locale, al fine di garantire la massima operatività ed efficacia sia nell’ordinarietà, in particolare nelle zone di accesso e sosta in ZTL, nelle zone 30, così come in occasione di concerti di grandi dimensioni, eventi turistici e partite di calcio, suggerendo la predisposizione di parcheggi temporanei alle porte della città e navette gratuite verso i luoghi degli eventi.

Nel mio intervento a sostegno della mozione, ho voluto proporre di orientare lo sguardo da un punto di vista più ampio, augurandomi possa diventare spunto utile e propositivo per il futuro.

Sostanzialmente due proposte:
1. In un’ottica di Amministrazione condivisa, co progettare gli eventi e in generale le proposte culturali coinvolgendo i vari portatori di interesse, che possono anche rappresentare interessi confliggenti, proprio per prevenire rischi e cercare soluzioni condivise. Tra i portatori di interesse ci sono chiaramente anche i cittadini che risiedono in prossimità degli eventi e le associazioni e i comitati impegnati nel promuovere la mobilità sostenibile.
2. Chiedersi come incoraggiare i cittadini a recarsi agli eventi utilizzando mezzi sostenibili. Cosa può fare una Amministrazione per promuovere eventi in cui circolino meno auto?

Alcuni spunti:
1. Potenziare il Trasporto Pubblico che significa ovviamente potenziare il personale nel rispetto dei contratti collettivi nazionali: incrementare la frequenza dei mezzi pubblici durante gli eventi, estendendo gli orari di servizio; linee dirette o navette dedicate che colleghino i principali punti di arrivo (stazione ferroviarie, terminal degli autobus, parcheggi scambiatori alle porte della città) con il luogo dell’evento.
2. Prestito di biciclette e percorsi ciclo-pedonali: organizzazione di un parco di biciclette di proprietà comunale, delle quali si può usufruire dietro pagamento di una quota associativa e di una tariffa oraria, con l’obbligo di riconsegnarle, al termine dell’utilizzo, presso uno qualsiasi dei vari punti di distribuzione; parcheggi custoditi per biciclette vicino al luogo dell’evento; circuiti ciclo pedonali interconnessi tra loro e con il trasporto pubblico. Non quindi ricuciture, ma realizzare un sistema integrato di trasporto pubblico e ciclo-pedonale sicuro.
3. Incentivi Economici: sconti sul biglietto e agevolazioni per chi accede all’evento utilizzando la mobilità sostenibile; organizzazione di concorsi o estrazioni di premi per coloro che utilizzano mezzi sostenibili per recarsi ai concerti; coinvolgere in Responsabilità Sociale d’Impresa sponsor e aziende impegnate nella riduzione dell’impatto ambientale, per offrire ulteriori benefici (es. buoni sconto, gadget) a chi usa la mobilità sostenibile.
4. Campagne di Sensibilizzazione tramite social media, siti web, radio, TV, giornali e app per promuovere i vantaggi dell’uso della mobilità sostenibile per recarsi ai concerti.
5. Guide e Mappe: Fornire guide dettagliate su come raggiungere il luogo del concerto con mezzi 6. Coinvolgimento della società civile per organizzare eventi collaterali che promuovano la mobilità sostenibile, come ciclopasseggiate o camminate di gruppo verso il concerto.

Implementando queste misure, l’Amministrazione può rendere più facile e attraente per i cittadini utilizzare mezzi di trasporto sostenibili per recarsi ai concerti, contribuendo così a ridurre il traffico e l’inquinamento, migliorando l’esperienza complessiva degli eventi e migliorando anche la reputazione della città.

Questo intervento ha stimolato alcuni interventi favorevoli anche nella maggioranza, compreso l’Assessore Lodi, che si è mostrato interessato a queste sollecitazioni.

L’auspicio è che alla ripresa delle Commissioni a settembre si possa istituire una Commissione congiunta Mobilità e Ambiente per iniziare a discutere assieme, maggioranza ed opposizione, sue questi obiettivi trasversali per contribuire a rendere Ferrara più sostenibile, attrattiva e sicura.

*consigliera comunale di Ferrara ed ex candidata sindaca per La Comune di Ferrara